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Inter oaktree, Steven Zhang
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Il debito di Zhang e le quote in pegno con Oaktree: cosa sta succedendo all’Inter

Neanche il tempo di festeggiare la conquista del 20esimo scudetto, che l’Inter si appresta a vivere una nuova rivoluzione societaria che non vedrà più al comando il presidente Steven Zhang, ma il fondo americano Oaktree. 

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Ma perché Steven Zhang dovrà lasciare l’Inter a Oaktree?

Per capire i motivi di questo forzato addio, dobbiamo fare un importante passo indietro e tornare a maggio 2021, quando Great Horizon, holding lussemburghse con cui il gruppo Suning controlla il 68,55% dell’Inter, stipula un contratto proprio con il fondo Oaktree, ottenendo un prestito triennale pari a 275 milioni di euro più il 12% di interesse annuo.

Un finanziamento molto costoso che peraltro prevede il diritto a incassare il 20% del prezzo di vendita dell’Inter – e per questo Oaktree spingeva Steven Zhang a cedere (senza successo) – e soprattutto un pegno a garanzia: le quote che Great Horizon controlla della società: quel 68,55% di cui parlavamo. In sintesi, se il gruppo Suning non fosse riuscito a ripagare il debito, Oaktree avrebbe assunto il controllo dell’Inter. Ed è esattamente quello che sta succedendo.

Oggi pomeriggio scadrà il contratto con Oaktree e a meno di clamorosi ribaltoni Steven Zhang non riuscirà a saldare il prestito che intanto, con gli interessi, è arrivato a circa 385 milioni di euro, e lascerà la proprietà dell’Inter. Il fondo americano così si ritroverà a un prezzo stracciato la maggioranza di una società che invece ha un valore, secondo Forbes, di circa 1,06 miliardi di dollari. L’obiettivo ovviamente sarà di rivenderla e generare un’importante plusvalenza.

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Il precedente in Serie A

Non è la prima volta che in Italia, specialmente in Serie A, si verifica una situazione del genere. Sempre a Milano, sponda rossonera, si è andati incontro alla stessa rivoluzione societaria. Stiamo parlando del passaggio di proprietà del Milan, verificatosi il 10 luglio del 2018. Quando a causa dell’insolvenza dell’imprenditore Yonghong Li, che doveva 415 milioni di euro al fondo Elliott (383 del prestito e 32 dell’aumento di capitale da restituire), il fondo riscosse il pegno e assunse il controllo del Milan. Peraltro, recentemente, è finita sotto inchiesta l’acquisizione successiva, proprio dal fondo Elliott, da parte di RedBird di Gerry Cardinale.

I miliardari che guidano Oaktree

Oaktree ha circa 170 miliardi di dollari di asset in gestione ed è guidata dai co-presidenti Bruce Karsh (2,4 miliardi di dollari di patrimonio, secondo i dati in tempo reale di Forbes) e Howard Marks (2,2 miliardi), che l’hanno fondata nel 1995. Karsh ha lavorato alla Corte Suprema degli Stati Uniti e come assistente di Eli Broad, a lungo uno degli uomini più ricchi d’America grazie a costruzioni e assicurazioni. Ha anche una quota di minoranza dei Golden State Warriors, la squadra Nba con il più alto valore economico (7 miliardi di dollari).

Marks è conosciuto, nel mondo degli investimenti, per le note che pubblica sul sito di Oaktree, in cui spiega le sue strategie di investimento e approfondisce temi economici. “Quando vedo le note di Howard Marks nella mia mail, sono la prima cosa che apro e che leggo”, ha dichiarato Warren Buffett. “Imparo sempre qualcosa. E questo discorso vale a maggior ragione per i suoi libri”. Marks suggerisce agli investitori di chiedersi se temano di perdere soldi o di perdere un’opportunità. Con una metafora tratta dal baseball, consiglia di puntare a “una media battuta alta” piuttosto che agli “home run”.

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