I grandi donatori miliardari si stanno avvicinando all’ex presidente Donald Trump e, con ingenti somme per sostenere la sua candidatura, lo stanno aiutando a colmare il divario con la prima raccolta fondi del presidente Joe Biden. Molti di loro avevano sostenuto i principali oppositori di Trump o avevano preso le distanze da lui quando aveva lasciato la Casa Bianca.
Diversi miliardari hanno indicato l’intenzione di donare a Trump, ma non hanno ancora versato contributi. Dopo aver invocato una “nuova generazione di leader” e aver saltato la corsa alle primarie, il ceo e co-fondatore di Blackstone, Steve Schwarzman (che secondo Forbes ha un patrimonio di 37,7 miliardi di dollari), ha dichiarato il mese scorso che intende fare una donazione a Trump, in parte a causa del “drammatico aumento di antisemitismo”.
Il fondatore dell’hedge fund Citadel, Ken Griffin (che secondo Forbes ha un patrimonio di 37,1 miliardi di dollari), ha detto che sta aspettando di vedere chi Trump sceglierà come suo vice prima di decidere se donare. Si prevede che Miriam Adelson (patrimonio di 29,2 miliardi di dollari secondo Forbes), magnate dei casinò e sostenitrice di lunga data di Trump, faccia una donazione considerevole al super pac pro-Trump Preserve American, che ha ricevuto 90 milioni di dollari da lei e dal suo defunto marito, Sheldon Adelson, durante la campagna 2020, secondo diversi rapporti.
Si pensa poi che il fondatore di Pershing Square Capital Management, Bill Ackman (9,3 miliardi di dollari di patrimonio), appoggi Trump, dopo aver sostenuto in precedenza le campagne primarie di Kennedy e Haley. A marzo Liz Uihlein, che ha co-fondato la società di spedizioni e imballaggi Uline con il marito Dick Uihlein, ha dichiarato al Financial Times che la coppia avrebbe sostenuto Trump, dopo aver donato alla campagna per le primarie di DeSantis (ciascuno dei coniugi Uihlein, secondo Forbes, ha un patrimonio di 6,7 miliardi di dollari).
Dopo essersi scusato per aver sostenuto la campagna di Trump per il 2020 all’indomani dell’assalto al Campidoglio 6 gennaio 2021, l’investitore miliardario Nelson Peltz (1,6 miliardi di dollari di patrimonio) ha dichiarato che, con riluttanza, lo avrebbe sostenuto nuovamente nel 2024, parlando di preoccupazioni sul tema immigrazione e sull’età di Biden. In un’intervista di marzo al Financial Times, Peltz ha dichiarato: “Probabilmente sarà Trump, e non ne sono felice”.
Forbes calcola che Trump abbia un patrimonio di 6,1 miliardi di dollari.
141 milioni di dollari. Questo è l’importo che la campagna di Trump e il Comitato nazionale repubblicano hanno dichiarato di aver raccolto a maggio. Il 37% è arrivato da contributi online nelle 24 ore successive alla sua condanna a Manhattan.
Biden ha avuto un vantaggio iniziale su Trump a livello di raccolta fondi e ha chiuso marzo con 192 milioni di dollari a disposizione. Una somma che, secondo la sua campagna, è stata la più grande mai accumulata da un candidato democratico a quel punto del ciclo elettorale. Biden ha anche il sostegno di diversi miliardari, tra cui il co-fondatore di Renaissance Technologies, James Simons, e sua moglie Marilyn, che hanno donato 6 milioni al Pac pro-Biden Future Forward nel primo trimestre.
Anche il co-fondatore di LinkedIn, Reid Hoffman, ha donato 6 milioni di dollari, mentre l’ex direttore operativo di Facebook, Sheryl Sandberg, ha contribuito con 1 milione. La raccolta fondi di Biden ha rallentato ad aprile, fermandosi a 51 milioni, dopo che la sua campagna e i comitati affiliati avevano raccolto più di 90 milioni a marzo. Trump e il Comitato nazionale repubblicano hanno riferito di avere raccolto 76 milioni ad aprile.
Anche Elon Musk, la persona più ricca del mondo, con un patrimonio di 210,4 miliardi di dollari, sta contribuendo a rafforzare la campagna di Trump, raccogliendo sostegno nella comunità tecnologica della Silicon Valley, notoriamente progressista. Sebbene abbia affermato che non sosterrà finanziariamente un candidato, sta lavorando attivamente per impedire che Biden venga rieletto.
Il Washington Post ha riferito che Musk ha incontrato Trump a marzo nella casa di Peltz a Palm Beach e, secondo il Wall Street Journal, ha ospitato riunioni di leader aziendali per discutere di come opporsi a Biden. Ha anche difeso Trump sulla scia del suo verdetto di colpevolezza per il caso dei pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, twittando: “Oggi è stato fatto un grande danno alla fiducia pubblica nel sistema legale americano”.
Da quando ha ottenuto la nomination, a marzo, Trump ha intensificato la sua raccolta fondi, partecipando a eventi e incontrando dirigenti aziendali a porte chiuse. In queste occasioni, secondo quanto riferito dai media statunitensi, ha lanciato politiche favorevoli all’industria, suggerendo che i vertici dovrebbero donare ingenti somme alla sua campagna. Alla cena di aprile a Mar-A-Lago con i dirigenti dell’industria petrolifera, Trump li ha esortati a donare 1 miliardo di dollari per sostenere la sua candidatura. Secondo il Washington Post, ha poi spiegato in dettaglio come avrebbe revocato le normative ambientali di Biden, approvato ulteriori trivellazioni petrolifere offshore e revocato la moratoria dell’attuale presidente sui permessi per le nuove esportazioni di gas naturale liquefatto.
Alla raccolta fondi ospitata da Hamm a maggio in Texas, sempre secondo il Washington Post, Trump ha detto ai dirigenti petroliferi: “Vi sto implorando di darmi i vostri soldi”. Pochi giorni fa, ha riferito Bloomberg, ha incontrato circa 80 amministratori delegati, tra cui Tim Cook di Apple e Jamie Dimon di JP Morgan, all’incontro annuale del potente gruppo di lobbying Business Roundtable a Washington. Nell’occasione ha lanciato proposte per tagliare l’aliquota fiscale sulle società dal 21% al 20%. Inoltre, secondo quanto dichiarato alla Reuters dal consigliere economico di Trump, Stephen Moore, il miliardario ha anche affermato che una delle sue prime priorità, se ottenesse un secondo mandato, sarebbe “liberare l’energia americana”.
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