Articolo tratto dal numero di giugno 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
In Italia si stima che ci sia almeno un alunno per classe con disturbi specifici dell’apprendimento (dsa). Non tutti, però, ricevono una diagnosi. A luglio 2022, dopo un’intensa ricerca, Giacomo Pratesi e Francesco Trovato hanno dato vita a Paperbox, piattaforma che facilita l’individuazione precoce dei fattori di rischio legati ai disturbi specifici dell’apprendimento e dell’attenzione, supportando lo sviluppo cognitivo attraverso soluzioni digitali.
L’idea di Paperbox
“Avevamo rilevato un’opportunità di innovazione per migliorare l’assistenza a queste persone, sviluppando nuove soluzioni gamificate e digitali”, spiegano i cofondatori, che si sono conosciuti in occasione di Vento, programma di venture building di Exor Ventures. “Da questa consapevolezza è nato Dino by Paperbox, videogioco che permette l’identificazione precoce dei disturbi specifici dell’apprendimento”.
Con Paperbox, Pratesi e Trovato, rispettivamente laurea in fisica e ingegneria industriale, offrono agli specialisti la possibilità di utilizzare Dino in studio tramite abbonamento, supportando l’identificazione precoce dei dsa e il monitoraggio dei progressi. “Da settembre estenderemo i nostri servizi alle scuole, offrendo progetti di screening su misura per le singole istituzioni”.
Dino si presenta come un videogioco coinvolgente: propone una serie di sfide che ripercorrono la struttura dei test cartacei, ma con una forte componente di gamification. “Una volta completato il percorso, lo specialista riceve direttamente sulla piattaforma una valutazione dettagliata del risultato e il punteggio del bambino”.
Il gioco analizza i fattori di rischio dei dsa, ma non ha valore diagnostico perché viene somministrato prima dei sette anni, età in cui la diagnosi non è ancora possibile. Tuttavia, è fondamentale per fornire tempestive indicazioni agli insegnanti e alle famiglie tramite un sistema divertente e scalabile.
Finora la startup ha coinvolto professionisti e istituzioni di ricerca come il Digital Medicine & Health del Policlinico Gemelli di Roma, il Politecnico di Torino e l’Università inglese di Warwick. Con un team di dieci persone, la startup può contare ora sul sostegno di Vita, digital health accelerator, Alice Ravizza e il suo family office, GeneRa, e partner chiave quali I3P del Politecnico di Torino, l’Associazione italiana dislessia e Microsoft for startups.
“Abbattere le barriere di accessibilità legate alla salute pediatrica”
“La nostra missione è abbattere le barriere di accessibilità legate alla salute pediatrica. Lavorare nell’ambito della salute, soprattutto con i bambini, richiede un approccio completo che tenga conto di molteplici punti di vista per garantire un’azione capillare ed efficiente. Ci siamo concentrati sull’accessibilità come principio guida, ma siamo consapevoli della necessità di risultati tangibili e di un impatto reale sulla vita delle persone per poterci dire soddisfatti”.
Le stime epidemiologiche, spiegano gli imprenditori, indicano che fino al 12% dei bambini può essere affetto da dsa. Tuttavia, solo il 5,4% degli studenti italiani ha ricevuto una diagnosi nel 2020/2021, pari a circa 325mila bambini. “Sebbene sia un passo avanti, rispetto agli anni precedenti, c’è ancora molto da fare. Ora stiamo concludendo un round per avviare le attività di commercializzazione di Dino by Paperbox e ottenere la certificazione come dispositivo medico. I prossimi mesi saranno cruciali per il nostro sviluppo, e continueremo a cercare investitori per sostenere la nostra crescita”.
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