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Giorgio Armani compie 90 anni. Vita e successi dell’ambasciatore della moda italiana

Giorgio Armani, o Re Giorgio come anni fa si è iniziato a chiamarlo all’estero, compie oggi 90 anni.

Imprenditore, stilista e visionario della moda, la storia personale di Armani è interessante quanto il percorso imprenditoriale di successo che gli ha permesso negli anni di guadagnarsi il titolo di ambasciatore del made in Italy nel mondo.

La storia di Giorgio Armani

Primo di tre figli, Armani nasce a Piacenza nel 1934 e nel 1949 si trasferisce con la famiglia a Milano. Qui, dopo aver frequentato per tre anni la facoltà di medicina dell’Università statale, e averla abbandonata dopo una breve parentesi nell’esercito, diventa vetrinista per La Rinascente. Nel 1965 viene assunto da Nino Cerruti, stilista e imprenditore biellese ricordato per aver ideato il primo modello di giacca “destrutturata”, per ridisegnare la moda del marchio Hitman.

L’idea di creare la sua azienda aleggiava da tempo, e nel 1975 prende forma con la fondazione della società Giorgio Armani insieme al compagno di vita Sergio Galeotti (morto prematuramente solo 10 anni dopo). Seguono anni di accordi e licenze per la produzione di occhiali (Safilo) e il lancio dei profumi, oltre alla nascita della linea Armani Jeans ed Emporio Armani, destinata a un pubblico giovane.

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Il rapporto di Armani con il cinema di Hollywood

Negli anni, i suoi capi di abbigliamento sono anche i costumi che vedremo sul grande schermo, indossati da star del cinema internazionale come Richard Gere in American Gigolò, film di Paul Schrader che ha segnato “la nascita del dandy di massa”, Kevin Costner in Gli intoccabili, Leonardo DiCaprio in The Wolf of Wall Street.

Nel 1988, Armani apre un negozio in Rodeo Drive, a Beverly Hills (California), e da allora la sua collaborazione con le stelle di Hollywood diventa sempre più stretta tanto che Anna Wintour, dal 1988 direttrice del mensile Vogue America, disse che “Armani aveva fatto una rivoluzione, regalando alle stelle del cinema un’immagine contemporanea”.

Lo stile Armani nel tempo

Ma perché lo stile Armani piace così tanto? Se in tutti questi anni si dovessero ridurre a due gli elementi chiave dell’estetica dello stilista piacentino sarebbero la classe e l’eleganza. Le sue giacche e tailleur, in particolare, diventano la firma di Armani, mentre dal punto di vista cromatico il suo stile è subito riconoscibile per la scelta di toni freddi come il beige, il grigio, il blu e il greige, una nuova tonalità tra il grigio e il sabbia terroso.

Negli anni, l’universo Armani si è esteso poi ad altre categorie di prodotto diverse dalla moda come l’arredamento casa con Armani/Casa e l’hôtellerie (Milano e Dubai).

Con un patrimonio di 11,8 miliardi di dollari secondo le ultime stime di Forbes, Giorgio Armani ama andare in barca e possiede uno yacht di oltre 200 piedi sul quale passa molto del proprio tempo libero. Milano non è poi la sua unica casa: da anni possiede una villa a Pantelleria, a Cala Gadir, sulla costa est della zona più famosa delle Egadi.

Il futuro della maison dopo Giorgio Armani

Da tempo, ormai, si rincorrono voci sul futuro della casa di moda nel “post” Armani. Anche se nel 2023 lo stilista ha sempre fermamente smentito qualsiasi ipotesi di vendita, dichiarando avversione per una possibile acquisizione da parte di uno dei conglomerati di lusso francesi, l’imprenditore ha già da tempo iniziato a pianificare il futuro dell’azienda in sua assenza.

L’indipendenza dai grandi gruppi potrebbe ancora essere un valore trainante per il gruppo Armani in futuro, ma non mi sento di escludere nulla”, aveva detto a Bloomberg.

“Anche la quotazione in Borsa è qualcosa che non abbiamo ancora discusso, ma è un’opzione che potrebbe essere presa in considerazione, auspicabilmente in un futuro lontano”. E ancora: “La sfida più grande sarà rimanere al passo coi tempi ed evolversi mantenendo una visione inclusiva della moda, in cui l’individuo continui a giocare un ruolo centrale. Fino ad ora ho guidato il gruppo praticamente da solo, e mi rendo conto che la mia assenza potrebbe creare un vuoto di potere, ma ho anche lavorato duramente negli ultimi anni per garantire una transizione senza intoppi”. Sull’indipendenza del gruppo, infine, aveva ribadito che potrebbe essere un valore trainante per il gruppo, ma che nulla è comunque da escludere.

I problemi della casa di moda con lo sfruttamento del lavoro

Nei mesi scorsi, il Tribunale di Milano aveva disposto l’amministrazione giudiziaria per la Giorgio Armani Operations, società che si occupa di progettazione e produzione di abbigliamento e accessori del gruppo, a seguito di un’inchiesta dei pm Paolo Storari e Luisa Baima Bollone e dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro. Il motivo? Presunto sfruttamento del lavoro, attraverso l’utilizzo negli appalti per la produzione di opifici abusivi e il ricorso a manodopera cinese in nero e clandestina. Un fenomeno che, di recente, ha coinvolto altri nomi del settore come Alviero Martini.

La decisione di non sfilare a Milano per la primavera-estate

Attraverso un comunicato, la maison Armani ha comunicato qualche giorno fa che svelerà a New York la collezione donna primavera/estate 2025, in concomitanza con l’inaugurazione del nuovo building al numero 760 di Madison Avenue, prevista il 17 ottobre, che accoglierà unità residenziali, l’Armani/Ristorante e le nuove boutique Giorgio Armani e Armani/Casa.
“Con concretezza e responsabilità, lo stilista sceglie di concentrare in un unico evento la celebrazione di un’importante apertura e il suo ritorno, dopo undici anni, a New York. La collezione Giorgio Armani donna autunno/inverno 2025/26 sarà inserita, come di consueto, nel calendario della Milano Fashion Week di febbraio”, specifica una nota.

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