Miliardi di telespettatori da tutto il mondo, 350mila ore di diretta televisiva, 9,7 milioni di spettatori negli stadi, 35 sedi da gara, 10.500 atleti, 6mila giornalisti accreditati, 45mila volontari, più di 600mila pasti serviti ogni giorno al Villaggio Olimpico e Paralimpico. I numeri impressionanti delle Olimpiadi di Parigi.
Ma il dato che colpisce di più è lo stato globale dello sport. Sandra Damijan, già giocatrice di tennis, membro del board di Sport4Impact, professoressa di economia presso l’Università di Lubiana e professionista nel settore della consulenza d’impresa, esponente del World Business Angels Forum: “Lo sport è divenuto un grande mercato di servizi e di prodotti, di diritti televisivi, di sponsorizzazioni, tecnologie, innovazioni, viaggi, reti transnazionali di produzione e di comunicazione. Si calcola che valga oltre il 2% del PIL mondiale. Le competizioni e i praticanti si moltiplicano: la domanda cresce, le imprese rispondono. Ma non è solo un mercato per profitti: è anche una leva peculiarissima per l’impatto sociale, sempre più attenzionato dalle aziende”.
L’impatto sociale
Un impatto sociale enorme, determinante sotto molti punti di vista, che chiama alla responsabilità governi, settore privato e più di 120 le federazioni sportive ufficialmente riconosciute a livello internazionale, due terzi in più delle 40 discipline olimpiche fra giochi estivi e giochi invernali.
Senza calcolare le pratiche sportive non codificate quali yoga, pilates, o il cicloturismo, o gli ibridi quali le danze sportive, e gli sport tradizionali, inclusi i giochi, dal tiro alla fune alle corse di cammelli e dromedari, di grande rilievo in specifiche culture locali. Lo sport trascende la dimensione olimpica nel senso stretto ed è fenomeno sociale di massa che tocca ogni angolo del globo, dalle aree marginali alle micro-isole. Non a caso c’è chi in Italia propone di detrarre fiscalmente le spese della pratica sportiva.
In questo contesto in rapidissima evoluzione, per iniziativa di un gruppo di italiani si è affermato dal 2015 circa un forum permanente internazionale, Sport4Impact, che si sta qualificando come punto di riferimento per coloro che interpretano lo sport con la finalità di utilizzarlo per l’impatto sociale, per migliorare il mondo.
La rete, in cui interagiscono ormai oltre cento Paesi attraverso interlocutori selezionati, si prefigge di contribuire tramite lo sport al raggiungimento dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibili dell’Onu. Promossa da un istituto internazionale con sede a Milano, IIISSS, mette a sistema il mondo della ricerca e dell’università, delle organizzazioni internazionali (in particolare le Nazioni Unite, l’OCSE, l’Unione Europea, ma anche l’Unione Africana, l’Assemblea dei Parlamentari del Mediterraneo, fra gli altri), della finanza, delle imprese, del Terzo Settore, degli enti sportivi, dei governi nazionali e degli attori pubblici locali (città e regioni), in attuazione del SDG17 che sancisce la necessità di alleanze pubblico-private.
Lo sport per lo sviluppo economico
“Lo sport oggi è sinonimo di leva per lo sviluppo economico, per il benessere individuale, per il dialogo interculturale, per l’inclusione sociale (dai rifugiati alle aree urbane degradate alle carceri alle popolazioni native), per la parità di genere, per la qualità dell’educazione, per le politiche del lavoro”. Così Paolo Bertaccini, esperto in materia di partenariati pubblico-privato.
“Si è modificato il ruolo dello sport nella società. Non si tratta di un fatto solo meramente quantitativo, bensì anche qualitativo. Da agonistico nel senso classico del termine, dall’atletismo aulico, mitologico si potrebbe dire, con i suoi simbolismi elitari, la vittoria, la corona d’alloro, la performance d’eccellenza, è divenuto luogo e strumento e pratica accessibile a tutti. Non più luogo delle élites, degli eletti, bensì dimensione quasi obbligatoria per ciascuno di noi, momento di espressione individuale, di auto-realizzazione e di relazioni interpersonali ad ampio raggio. In altre parole, popolare”.
Sport4Impact elabora progetti e raccoglie fondi pubblici e privati per interventi ad alto impatto, di lunga durata ed effettiva capacità di trasformazione. Fra le attività in corso, un programma sui campi rifugiati a Cipro con la Commissione Europea, la prevenzione dei rapporti fra criminalità organizzata e sport in collaborazione con Unodc NODC, l’Agenzia Anticrimine dell’Onu a Vienna, percorsi di sviluppo delle soft skills per il mercato del lavoro.
La dimensione geopolitica
“Abbiamo promosso e stiamo consolidando strumenti per ideare a attuare progettualità dual purpose”, spiegano Paolo Bertaccini e Mario Carlo Ferrario, presidente di Sport4Impact Investments e banchiere d’affari.
“Progetti che coniughino i ritorni finanziari classici con le ricadute sociali misurate rigorosamente nel quadro degli standard emergenti Esg. Dal 2018 si sono organizzate quattro conferenze internazionali, e altre sono in programma, per rafforzare il know-how e selezionare con accuratezza partner affidabili in tutto il mondo. Operiamo in sinergia con le principali organizzazioni multilaterali, fra cui Desa a New York, Un Tourism a Madrid e Unesco a Parigi, che ha un ruolo particolare per via della Carta dello Sport e dell’Attività Fisica del 1978 rinnovata nel 2015”.
Jackie Lauff, altro partner primario di Sport4Impact, australiana, ex giocatrice di rugby, fondatrice della Ong SportMatters, consulente per progetti di sostenibilità del consorzio dei Comitati Olimpici delle Isole del Pacifico, docente presso l’Università di Suva nelle Fiji, osserva che “lo sport ha oggi acquisito una dimensione geopolitica ancora più marcata: esprime sia la crescente volontà e consapevolezza dei governi verso il settore, ma anche il suo ruolo nel dare spazio alla società civile. Si pensi ai diritti delle minoranze, al ruolo delle culture indigene, ai territori come le piccole isole. Ma è anche una grande sfida per tutto il Terzo settore: le ONG sono chiamate a evolvere sempre più verso reali specializzazioni in grado di assicurare risultati effettivi e durevoli. E spesso sono gli stessi club sportivi e federazioni a divenire attori rilevanti di tale processo”.
Il ruolo delle università
Sport4Impact è anche espressione della collaborazione con Unisport Italia, la rete che riunisce le università italiane sui temi dello sport, presieduta da Paolo Bouquet, prorettore dell’Università di Trento, e con Reterus, la rete che riunisce le università italiane sui temi della sostenibilità, presieduta da Patrizia Lombardi, vice rettrice del Politecnico di Torino.
Entrambi gli atenei hanno svolto ruoli significativi nelle dinamiche di rapporto con il territorio dei grandi eventi sportivi ospitati: in Trentino le Universiadi Invernali del 2013, e a breve parte significativa delle gare di Milano Cortina 2026 , a Torino i Giochi Olimpici Invernali del 2006. Queste edizioni sono state antesignane nell’elaborare e sperimentare modelli di sostenibilità ambientale e di lasciti per le comunità locali. In modo crescente gli atenei stanno promuovendo laboratori locali di approfondimento conoscitivo sul ruolo dello sport e di collaborazione con gli attori locali pubblici e privati per farne fattore di sviluppo e di benessere delle comunità locali.
“In definitiva, lo sport è oggi una grande cassa di risonanza e un vasto laboratorio di interventi sul sociale”, conclude Paolo Bertaccini. “Per attuare la collaborazione fra istituzioni, finanza e imprese, in sinergia con università e organizzazioni internazionali. Un linguaggio globale, più forte ancora di quelli della musica, delle arti e della scienza, che consente sia di operare concretamente sulla realtà, sia di costruire narrative e percorsi di comunicazione su vasti segmenti di pubblici locali e globali, per imprese sempre più responsabili e sostenibili”.
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