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Banca Mps da Cenerentola a Principessa: i conti volano e il management rivede al rialzo il piano industriale

Da Cenerentola a Principessa. La Banca Montepaschi, la più antica del mondo, ha chiuso il primo semestre di quest’anno con ricavi e profitti in crescita tanto da presentare un nuovo piano industriale al 2028 a seguito del superamento dei target di quello precedente. 

Nicola Maione, presidente di Mps
Nicola Maione, presidente di Mps – courtesy Mps

La banca senese guidata dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio e dal presidente Nicola Maione ha registrato al 30 giugno un utile netto nel primo semestre di 1 miliardo e 159 milioni di euro (+87,3%), con la previsione di chiudere l’anno a 1,3 miliardi, per arrivare nel 2028 a 1.657 milioni. A maggio 2025 gli azionisti del Monte dovrebbero incassare 950 milioni di cedole, 250 milioni per lo Stato, se conserverà il 26,7% del capitale di Banca Mps. A fine piano, nel 2028, il totale dei dividendi sarà di oltre 4 miliardi di euro e non intaccherà i ratios patrimoniali al 18,1%, né gli oltre 2 miliardi in cassa per fare affari.

La Banca Montepaschi era stata data per spacciata dopo oltre 500 anni di storia, trascorsi tra alti e bassi ma sempre nella solidità. L’inizio del ventunesimo secolo però è stato fatale a causa del delirio di onnipotenza del sistema politico locale che ha portato alle scelte sbagliate del presidente Giuseppe Mussari. Lo Stato ha cercato di correre ai ripari con copiose iniezioni di liquidità a colpi di miliardi che però sembravano destinate a essere bruciate. Una banca arrugginita, con troppo personale, con alle spalle una sequenza di errori gestionali. Praticamente un malato terminale. Tanto che persino i tentativi di vendita della banca Mps a prezzi stracciati erano stati sdegnosamente rifiutati da alcuni pretendenti che oggi si mangiano le mani visto il rilancio e la pioggia di dividendi che sta per abbattersi sugli azionisti.

Luigi Lovaglio, ad di Mps
Luigi Lovaglio, ad di Mps – courtesy: Imagoeconomica

La svolta è iniziata nel febbraio 2022 con l’arrivo di Luigi Lovaglio, un banchiere di esperienza, coraggioso e determinato con alle spalle una lunga carriera nell’universo Unicredit, nel ruolo di ad e direttore generale, voluto dall’allora governo, guidato da Mario Draghi, e dal ministro dell’Economia Daniele Franco. I risultati del lavoro di Lovaglio si sono cominciati a vedere presto e il governo di Giorgia Meloni ha pensato di dare più forza alla governance della banca con un nuovo cda presieduto da Nicola Maione, avvocato, uomo di grandi relazioni non solo governative (è nota la sua vicinanza a Giorgia Meloni, e ai ministri Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini) ma anche tra le fila della politica e dell’economia e ha saputo ritagliarsi un ruolo importante nel mondo bancario fino ad arrivare alla vicepresidenza dell’Abi.

“Sono fortemente orgoglioso dei risultati raggiunti che testimoniano come Mps sia oramai una banca risanata e tra le migliori nel panorama italiano. Mps ha riaffermato il suo reale valore basato su una storia secolare, competenze di altissimo livello da parte del management e presenza capillare su tutto il territorio nazionale. Siamo pronti, alla luce del nuovo piano industriale, a raggiungere traguardi sempre più ambiziosi”, ha detto il presidente Maione.

E quali siano i “traguardi sempre più ambiziosi” lo ha lasciato intravedere l’ad Lovaglio: “Oggi siamo una banca chiara e semplice che ruota attorno ai propri clienti e che è in grado di mettere insieme più tecnologia con il tocco umano. Siamo pronti per il viaggio nel futuro”, che potrebbe far tornare l’idea di “cogliere l’opportunità del riacquisto del 50% della joint venture con Axa, nel caso si presentasse. Nel piano ci sono solo le cose che dipendono da noi”.

Tant’è. La Cenerentola diventata Principessa è rientrata nel risiko bancario da protagonista e non più da vittima designata. Si fanno diverse ipotesi sul suo futuro ma Banca Mps ora gioca un ruolo da protagonista: potrebbe diventare preda (si parla da tempo di Bper) ma potrebbe diventare anche cacciatrice con il ruolo centrale in un polo aggregante. Forse la lunga marcia del duo Maione-Lovaglio è appena iniziata.

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