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Food & Beverage

Dal Triathlon all’agricoltura rigenerativa: la seconda vita dell’atleta professionista Fabrizio Bartoli

Sono terminate le Olimpiadi e per quattro anni tutti i grandi protagonisti di questa edizione avranno tempo di allenarsi, ma anche di farsi delle domande. La carriera di uno sportivo ha una scadenza relativamente breve. Per molte leggende questa sarà l’ultima edizione. E allora la domanda legittima di cosa ci sarà dopo è sicuramente passata o passerà per la testa di molti.

C’è chi diventerà allenatore per qualche società sportiva, chi magari entrerà in federazione a livello nazionale, e chi invece farà come nella storia che stiamo per raccontarvi e si troverà una nuova professione completamente diversa da quella sportiva in cui però dedicarsi con lo stesso approccio e la stessa mentalità vincente. Questa è la storia di Fabrizio Bartoli, che dopo una carriera da atleta professionista si è riscoperto chef, creando uno dei ristoranti più ardimentosi della Toscana dove la materia prima è completamente autoprodotta, e nella terra della bistecca si propone fine dining vegetariano

La carriera sportiva

Fabrizio Bartoli ha sempre avuto una passione innata per lo sport, fin da ragazzino quando inizia la sua carriera come giovane promessa del tennis. Fin da giovane mostrò un talento che lo portò a entrare nel circuito under 16 e nel giro della nazionale italiana. Un futuro promettente, interrotto bruscamente da un grave incidente.

Nonostante questo ostacolo, Fabrizio non perse il suo spirito competitivo e la sua voglia di sfidare se stesso. Scoprì una nuova passione per la montagna, dedicandosi all’alpinismo con la stessa determinazione che aveva mostrato nel tennis, affrontando le Dolomiti, le Ande e arrivando fino alle vette dell’Himalaya. Ma se la montagna era  ispirazione, per un vero atleta mancava una parte, ovvero il richiamo dell’agonismo, ed è per questo che ancora una volta Fabrizio decide di rimettersi in gioco sfidando ulteriormente i suoi limiti fisici con una nuova disciplina, anzi, tre.

Fabrizio Bartoli

A 25 anni, Fabrizio si dedica completamente al’Xterra Triathlon, una disciplina che combina nuoto, mountain bike e corsa campestre. L’Xterra Triathlon è noto per essere estremamente impegnativo, richiedendo agli atleti di eccellere in tre discipline diverse e di affrontare terreni accidentati e condizioni ambientali difficili.

Gli eventi Xterra si svolgono spesso in località spettacolari ma impegnative, come montagne, foreste e spiagge in tutto il mondo che aggiungono un ulteriore livello di difficoltà alla competizione. Fabrizio fu immediatamente affascinato dalla complessità e dalla durezza di questo sport, iniziando a praticarlo professionalmente. La sua dedizione e il suo talento lo portarono rapidamente a distinguersi nel circuito internazionale. Partecipò a due campionati mondiali di Xterra Triathlon, dove riuscì a classificarsi stabilmente tra i primi 15 atleti al mondo. Questo successo non solo testimoniò le sue capacità atletiche, ma anche la sua straordinaria capacità di resilienza e adattamento.

Ma mentre girava per il mondo, la sua testa pensava al futuro, e per farlo tornava paradossalmente al passato, verso i suoi nonni che in Toscana gli avevano trasmesso la passione per la cucina e gli avevano insegnato a stare ai fornelli. In ogni posto del mondo dove le gare lo portavano, dalle Hawaii alla Malesia l’atleta dedicava ore ed ore a conoscere il cibo locale, le tradizioni e le preparazioni. E una volta tornato in Italia e appese le scarpette al chiodo, sapeva già perfettamente cosa voleva fare.

 

La nascita di Osteria Ancestrale e dell’orto di Podere Arduino

Dopo la sua lunga e diversificata carriera sportiva, Fabrizio sentì il bisogno di ritornare alle radici, alla terra e alla cucina.  Tornò in Toscana, nella proprietà di famiglia, ed insieme a Martina Morelli, diede vita a Podere Arduino, situato tra Castagneto Carducci e Bolgheri, epicentro di un ambizioso progetto di agricoltura sostenibile e rigenerativa oltre che laboratorio di cucina innovativa e vegetariana.

Fabrizio Bartoli

L’espressione di ciò è ovviamente il ristorante fine dining Osteria Ancestrale, fiore all’occhiello del Podere Arduino. Qui, Fabrizio applica una filosofia culinaria che valorizza degli ingredienti coltivati (o prodotti, come nel caso dei formaggi) a pochi metri di distanza seguendo appunto i principi di agricoltura organico-rigenerativa. Tra le grandi sfide di Fabrizio c’è quella di cucinare il più possibile su fuoco , su griglia o sotto brace,  portando tecniche ancestrali di preparazione ad essere raffinate. Una scelta così radicale che Podere Arduino non ha l’allaccio del gas. Le pietanze così preparate sono raccolte in  due menù degustazione chiamati Arche e Physis, in cui i piatti hanno generalmente il nome dell’ingrediente principale, come il “Pomodoro” un primo gustosissimo che gioca sul’acidità, oppure il sorprendente “barbabietola”.

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