Sono passate poche settimane dall’ultima eruzione della montagna. L’Etna è il vulcano attivo più alto d’Europa, con vette che crescono anno dopo anno grazie alla sua attività. La sua energia, la sua costante mutazione e la magia dei suoli rendono questa regione vitivinicola famosa in tutto il mondo.
Dei migliori vini dell’Etna ho già parlato in questo articolo, oggi ci soffermiamo sui migliori spumanti della zona. Se la latitudine fa pensare a un’area troppo calda per produrre vini spumanti di qualità, l’errore è dietro l’angolo: le vigne arrivano ad altitudini di circa 1000 metri sul livello del mare e i vitigni autoctoni Carricante e Nerello Mascalese sono capaci di mantenere acidità vibranti e slanciate perfetti per la produzione di metodo classico dal lungo potenziale evolutivo.
Due serate per celebrare lo spumante
Spumanti che vengono celebrati ogni anno in due serate speciali aperte al pubblico: Bolle in Vigna, organizzata da Tenute Nicosia nelle loro vigne in contrada Monte Gorna, e Tutti Brut, organizzata dal Luxury Boutique Hotel Zash a Giarre.
Entrambi gli eventi hanno come protagonisti gli spumanti. Il primo propone ogni anno un interessante confronto tra gli spumanti dell’Etna e altre regioni importanti del mondo, il secondo è uno showcase elegantissimo di tutti i produttori dell’Etna, accompagnati dalla cucina stellata di chef Giuseppe Raciti. Quest’anno Forbes ha selezionato i cinque spumanti etnei più iconici.
1. Tenute Nicosia, Sosta tre Santi, Sessanta Mesi, Brut, Etna Doc, Carricante, 60 mesi sui lieviti. La produzione più iconica della cantina nella versione spumante, frutto di anni di prove e studi sui migliori appezzamenti nella zona sud est dell’Etna. Un’altitudine di circa 700 metri assicura piacevoli escursioni termiche e permette alle uve di mantenersi fresche e croccanti. La sfida del lunghissimo affinamento sui lieviti è stata vinta: il vino appare bilanciato tra frutti bianchi, acacia e la parte di lisi che ricorda il tabacco e il biscotto. Il territorio aggiunge la nota di cenere sul finale per dare complessità aggiuntiva. Un palato multidimensionale, con acidità ferma e assertiva, palato maturo e texture ruvida. Un vino per i grandi abbinamenti.
2. Benanti, Noblesse XLVIII, Brut, Terre Siciliane IGT, Carricante, 48 mesi sui lieviti. Il clima di montagna e l’esposizione nel versante est favoriscono l’umidità e limitano calore e insolazione per permettere al Carricante di restare esile e particolarmente verticale. La vinificazione in contenitori inerti esalta le note fredde e l’acidità, e il lungo affinamento dona pienezza di palato e finale talcato. Un piccolo capolavoro.
3. Palmento Costanzo, Brut Rosé, Etna Doc, Nerello Mascalese, 20 mesi sui lieviti. Il versante nord dona al Nerello carattere floreale e profilo slanciato. Dopo una leggera pressatura per donare un colore corallo tenue, il vino fermenta spontaneamente in contenitori inerti. Il sorso è timido, premiando le note di palato come la texture setosa e la struttura granitica. Aggraziato.
4. Terrazze dell’Etna, Blanc 50 mesi, Spumante Metodo Classico. 100% Chardonnay nella zona di Randazzo, a circa 900 metri di altitudine. Uno Chardonnay da clima freddo, seppur soleggiato. Mantiene la nota citrica che ricorda la Champagne, ma con una nota affumicata e un palato più maturo, tipicamente siciliano.
5. Murgo, Extra Brut Rosé, Spumante VSQ Metodo Classico, Nerello Mascalese, 24 mesi sui lieviti. Diversi appezzamenti donano ricchezza di sapori con note mature di gelso e altre più fresche di ginestra, il palato rotondo ed equilibrato lascia un piacevole finale asciugante, molto gastronomico.
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