Per affrontare la transizione ecologica, 4 imprese su 5 hanno già intrapreso azioni legate agli obiettivi di sostenibilità. Ma non tutte le imprese lo stanno facendo allo stesso ritmo. Lo studio “Anticipare il futuro. Le risposte di manager e aziende alla sfida ESG”, ha indagato le azioni messe in campo dalle aziende. La ricerca, realizzata da Wyser, brand globale di Gi Group Holding che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali ed executive, in collaborazione con la società di data intelligence Intwig Data Management, ha raccolto il punto di vista di oltre 300 decision maker italiani, imprenditori, C-Level manager, dirigenti.
Cosa è emerso dallo studio
Dallo studio emerge che le aziende con oltre cinquanta dipendenti si trova in una fase più avanzata del percorso: l’89% di queste organizzazioni ha intrapreso attività per essere più sostenibile, contro il 68% delle Pmi (aziende con meno di 50 dipendenti).
Le grandi aziende, inoltre, dimostrano di avere un approccio più inclusivo rispetto ai principi esg. La maggior parte delle organizzazioni si concentra su azioni orientate alla sostenibilità ambientale (46% dei rispondenti). Ma quelle di grandi dimensioni hanno maggiore sensibilità verso l’ambito della sostenibilità sociale (25% del campione, contro il 18% delle Pmi).
Il gap tra grandi aziende e Pmi
Il gap tra grandi aziende e Pmi è legato a vari fattori. In primo luogo, le piccole imprese, meno strutturate e con meno risorse, faticano ad affrontare i costi della sostenibilità: il 61% delle aziende lamenta i costi elevati, mentre il 41% segnala la scarsità di risorse finanziarie. Le Pmi puntano soprattutto su misure ambientali, come l’efficienza energetica, che oltre a migliorare la sostenibilità, riducono i costi.
Inoltre, il rispetto dei criteri esg è più rilevante per le aziende con oltre 50 dipendenti, che spesso lavorano in filiere internazionali. Due grandi aziende su tre devono rispettare tali criteri imposti dai clienti, mentre il 74% ha regole per selezionare fornitori basate su standard ESG. La legislazione europea estenderà progressivamente gli obblighi di rendicontazione esg anche alle Pmi. Questo include fornire dettagli sul modello aziendale, sugli obiettivi e l’integrazione degli aspetti ESG lungo la catena del valore.
Infine, il 40% delle aziende ha istituito un team esg, ma mentre il 58% delle grandi aziende preferisce una gestione centralizzata, il 65% delle Pmi adotta un modello di responsabilità diffusa.
La necessità di nuove competenze
Indipendentemente dal modello, tutte le aziende concordano sulla necessità di nuove competenze. Entro il 2026, si prevede che in Italia saranno richiesti 4 milioni di lavoratori con competenze green. Secondo lo studio di Wyser, il 54% dei decision maker ritiene cruciali nuove competenze tecniche e il 36% nuove competenze manageriali.
“Il 78% dei manager e imprenditori da noi intervistati ritiene che la transizione esg avrà un impatto significativo sul modello di business della propria azienda”, ha detto Carlo Caporale, amministratore delegato di Wyser Italia. “Le imprese stanno attraversando una rivoluzione e avvertono la necessità di introdurre nuove competenze e trovare nuove soluzioni organizzative per farvi fronte”.
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