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Come la tecnologia theBreath assorbe, blocca e disgrega le molecole inquinanti nell’atmosfera

Articolo tratto dal numero di settembre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

L’aria pulita è un diritto di tutti, ma spesso ne sottovalutiamo l’importanza. Ridurre l’inquinamento atmosferico può portare a una serie di benefici non solo per l’apparato respiratorio, ma anche per la salute psicologica e la qualità della vita in generale.

Una ricerca dell’Università della California del Sud, pubblicata da Plos Medicine, ad esempio, dimostra come l’aria pulita sia correlata a un più lento processo di declino cognitivo in tarda età. E se consideriamo gli spazi chiusi, è stato dimostrato più volte il legame tra una cattiva qualità dell’aria e un calo delle prestazioni dei lavoratori.

Guardando ai numeri, uno studio dell’Università di Harvard ha evidenziato una crescita della performance dei dipendenti fino all’8% in ambienti con una buona qualità dell’aria. Tra le realtà che si impegnano a costruire un futuro più green c’è Anemotech, società italiana nata nel 2014, grazie a Gianluca Barabino e Giovanni Brugnoli, per sviluppare e condividere tecnologie sostenibili e migliorare così la qualità della vita e l’habitat delle persone.

Lo speciale tessuto di theBreath

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Gianluca Barabino

Barabino è stato tra i primi a credere in theBreath, tecnologia made in Italy e a impatto zero nata nel 2014 da un’idea di Gianmarco Cammi per purificare l’aria. Prodotta nello stabilimento di Castellanza (Varese), è un tessuto multistrato, frutto di anni di ricerca e sviluppo, in grado di assorbire, bloccare e disgregare le molecole inquinanti presenti nell’atmosfera, sfruttando il movimento naturale.

Attraverso la sua struttura, Barabino ha contribuito all’evoluzione tecnica di theBreath, oggi veicolo commerciale capace di attrarre l’interesse di alcune tra le multinazionali più importanti al mondo. “Ho dato il mio supporto a questo progetto sin dalla fase di ricerca. Disporre di una tecnologia passiva che utilizza il movimento dell’aria per ridurre l’inquinamento rappresenta una svolta dal punto di vista della sostenibilità”, dice Barabino.

Un prodotto capace di catturare sin da subito l’attenzione di un luminare come Umberto Veronesi, che fu tra i primi ad accorgersi delle sue potenzialità e in un’intervista del 2016 dichiarò: “Il mio sostegno agli ideatori di theBreath nasce da una semplice constatazione: dei milioni di italiani che oggi sviluppano un tumore, almeno il 70% potrebbe essere salvato con la prevenzione. Sostengo un’alleanza tra scienza e tecnologia: è fondamentale che la scienza discuta e si confronti con istituzioni e informazione per vincere battaglie come quella della cura e della prevenzione del cancro”.

Una tecnologia a basso impatto ambientale

Grazie alle sue nanotecnologie, il materiale agisce come una spugna, garantendo l’abbattimento costante nel tempo dei principali inquinanti aeriformi e delle componenti causa delle emissioni moleste. La chiave della tecnologia di theBreath, che ha ottenuto diverse certificazioni, risiede nella sua struttura a tre strati (frontale, centrale e posteriore), dove l’aria passa ritornando in circolo più pulita e respirabile.

Le molecole inquinanti vengono attratte all’interno del tessuto, dove vengono intrappolate e scomposte in particelle innocue. Questo processo avviene in modo naturale, senza l’utilizzo di energia elettrica o sostanze chimiche dannose. Oltre a essere una soluzione a basso impatto ambientale, grazie all’uso di materiali ecocompatibili, theBreath riduce l’inquinamento indoor e outdoor, migliorando la qualità dell’aria.

Non solo. Può essere impiegata in diversi contesti, dalle abitazioni agli uffici, dai luoghi pubblici agli spazi industriali. Disponibile in diverse finiture, può essere integrata in qualsiasi ambiente, oltre a diventare anche un elemento di arredo funzionale e di design con infinite possibilità.

Tra i suoi clienti ci sono aziende come Allianz, gruppo Bnp Paribas e Generali, con cui la società ha avviato una collaborazione nel 2018. “All’interno degli uffici di Banca Generali a Milano abbiamo introdotto i nostri pannelli ecologici senza cornice, che avevano la funzione di eliminare l’inquinamento nei luoghi di lavoro”, dice Barabino.

theBreath alla conquista delle città

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Un’affissione di theBreath a Milano

“Da quel momento è iniziato un percorso di crescita importante”. Soluzioni indoor, ma anche outdoor: mega affissioni con tecnologia theBreath hanno conquistato in poco tempo città come Milano, Roma, Londra, Parigi e Varsavia. È qui che la tecnologia incrementa la propria capacità di assorbimento, con l’aria che attraversa le maglie del tessuto, viene pulita e depurata dagli inquinanti per poi tornare in circolo più respirabile.

Affissioni, ma anche iniziative speciali nel settore della cantieristica, su tutti il progetto in collaborazione con Bulgari, e nelle fiere in giro per il mondo. Un esempio di come la ricerca e la sperimentazione possano viaggiare di pari passo: nel 2016 theBreath è stata premiata a Ecomondo.

Per andare incontro alle richieste di un mercato sempre più esigente, è stata annunciata la prossima uscita di un nuovo brevetto. “Il futuro è il movimento”, continua Barabino. “Stiamo per depositare un altro brevetto per dare un nuovo corso. Ci siamo resi conto che i mercati chiedevano determinate caratteristiche. Per questo stiamo lavorando su un brevetto per sviluppare una serie di elementi che il prodotto attuale non possiede”.

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