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I mercati scommettono sulla pace in Ucraina. Ma c’è incertezza sui negoziati Trump-Putin

I mercati avevano previsto la vittoria di Donald Trump e ora scommettono su una fine rapida della guerra in Ucraina.  Il tycoon ha sempre detto che costringerà Zelensky e Putin a fare la pace, che ci riuscirà in un giorno grazie alla mera forza della sua personalità e il suo talento di negoziatore. Gli investitori sembrano crederci, visto che i titoli di stato ucraini sono schizzati in alto; questo perché, con la pace che teoricamente si avvicina, gli ucraini sarebbero in grado di rimborsare più facilmente il loro debito. È la regola delle obbligazioni: il loro valore sale quando il tasso d’interesse (cioè il rischio) scende. Resta la domanda: non è che questa volta il mercato ha preso un abbaglio? Il negoziato è davvero dietro l’angolo?

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I numeri

Cominciamo con un po’ di numeri: nell’ultimo mese i bond ucraini sono saliti del 12%, una performance più alta degli indici dei mercati emergenti, fa sapere il Financial Times. Tra i principali investitori c’è il gigante della gestione di fondi BlackRock, il quale ha preso parte alla ristrutturazione di una tranche di 20 miliardi di dollari del debito di Kiev. Ha investito anche Shiprock Capital, un fondo speculativo di Londra. Le possibilità di guadagno sono alte. Pensate che un bond di Ukrenergo, l’operatore della rete elettrica ucraina, è cresciuto di più del 160% quest’anno, nonostante le infrastrutture energetiche siano state martellate dalla Russia.

Dopo la vittoria Trump ha chiamato Zelensky,  e, secondo il Washington Post, avrebbe parlato anche con Putin. Qualcosa della sua strategia comincia a prendere forma, anche se le incognite restano molte. Quello che si capisce è che Trump non sembra voler svendere l’Ucraina perché questo lo farebbe apparire debole nei confronti di Putin ( e dietro Putin, ricordiamolo, c’è la Cina). L’Ucraina quasi certamente sarà spinta a rinunciare ai territori occupati dai russi. In cambio, però, Kiev chiederà delle forti garanzie di sicurezza. Un continuo sostegno militare, anche se in forma ridotta rispetto agli ultimi tre anni, e la possibilità un giorno di accedere alla Nato – il Wall Street Journal ha parlato di un’attesa di vent’anni. Allo stesso tempo, gli Usa direbbero a Putin che qualsiasi rifiuto di negoziare si tradurrebbe in un maggior sostegno americano all’Ucraina.

Il dubbio

Il nodo è proprio questo: Putin accetterà queste condizioni?  Alcuni analisti dicono di sì perché anche la Russia è stanca di combattere. Altri invece sono molto meno convinti. Secondo Dmytro Kuleba, ex ministro degli esteri ucraino, la guerra addirittura crescerà di intensità con Trump alla Casa Bianca. L’obiettivo di Putin, ha detto Kuleba all’Economist, non sono i confini del Donbas, quanto soggiogare l’Ucraina, impedirle di integrarsi con l’Occidente. Per questo potrebbe intensificare la guerra, cercando di imporre condizioni debilitanti a Kiev e di strappare concessioni a tutta la Nato.

Zelensky, per parte sua, sta provando a solleticare l’appetito di Trump. Ha proposto di condividere risorse naturali ucraine e di mettere a disposizione soldati in Europa, possibilmente per sostituire un certo numero di truppe americane. E sembra esserci un’ultima esca, tagliata apposta per un uomo d’affari. Dare a Trump il potere di veto su chi investirà nella ricostruzione del paese. Il tycoon potrebbe sfruttarlo per tenere fuori la Cina. In conclusione, l’entusiasmo del mercato potrebbe essere prematuro. Anche se con Trump dovesse arrivare un accordo, ci sarebbero comunque molte incognite sul futuro dell’Ucraina e sul suo percorso verso una stabilizzazione duratura.

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