Articolo apparso sul numero di novembre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Ricerca, investimenti, cura e rispetto verso la salute e il benessere di tutti gli attori in gioco, dai pazienti ai partner, ai fornitori e a tutte le comunità. Sono questi i principi che dal 1876 – anno della fondazione a Indianapolis – a oggi hanno caratterizzato il business di Lilly, l’azienda farmaceutica prima al mondo per capitalizzazione, che nel 2024 festeggia i 65 anni di presenza in Italia, dove ha compiuto investimenti per 1,4 miliardi di euro negli ultimi 20 anni.
L’ultimo è stato annunciato lo scorso anno a Sesto Fiorentino, dove dal 1959 sorge uno degli stabilimenti produttivi più avanzati per la produzione di farmaci biotecnologici. Si tratta di oltre 750 milioni di euro entro il 2025 per la produzione di farmaci innovativi. In questo senso, giocherà un ruolo cruciale proprio lo stabilimento di Sesto Fiorentino – approvato dalla Food and Drug Administration statunitense e da altri enti regolatori internazionali -, che, oltre a coprire una superficie di 85mila metri quadrati, rende disponibili farmaci a oltre sette milioni di pazienti in più di 60 paesi. In Italia l’azienda ha già investito 21 milioni di euro all’anno in ricerca e sviluppo, con oltre 50 studi clinici attivi sul territorio nazionale. Progetti che permettono di esplorare nuove soluzioni terapeutiche in aree cruciali come il diabete e l’obesità, le neuroscienze, l’onco-ematologia e l’immunologia. Di recente la società ha sviluppato tre nuove molecole e quattro nuove indicazioni per diabete, obesità, colite ulcerosa e linfoma mantellare, ampliando il proprio impatto sulla salute pubblica e, in generale, su tutto il nostro Paese.
Basti pensare che, secondo uno studio di The European House – Ambrosetti, entro il 2025 Lilly contribuirà al Pil italiano con 1,5 miliardi di euro e genererà oltre seimila posti di lavoro, grazie al suo impatto diretto e indiretto. Questo effetto moltiplicatore è reso possibile dall’integrazione di oltre 1.500 dipendenti in Italia con le attività di ricerca e sviluppo e la collaborazione con numerosi partner nazionali. Un impegno che quest’anno è stato riconosciuto con il premio Leonardo International, assegnato alla società per il suo contributo allo sviluppo economico e industriale del Paese. È la prima volta che una multinazionale farmaceutica riceve questo riconoscimento, che è stato consegnato durante una cerimonia al Senato, alla presenza di figure istituzionali come il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il vicepresidente del Consiglio dei ministri Antonio Tajani e il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. L’impegno storico della multinazionale è stato riconosciuto con l’emissione di un francobollo approvato e concesso dal ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit), presentato il 17 ottobre nel corso di una cerimonia istituzionale al Mimit, a Roma, che fa parte della serie tematica ‘Le eccellenze del sistema produttivo ed economico’, dedicata all’imprenditoria italiana.
“In Lilly stiamo vivendo un momento storico importante, che è motivo di grande orgoglio per noi, perché significa fornire risposte ai bisogni terapeutici ancora insoddisfatti di milioni di pazienti in tutto il mondo”, dice Elias Khalil, recentemente nominato ad e presidente dell’Italy Hub, che include, oltre all’Italia, altri 20 paesi dell’Europa centro-orientale e Israele. “Lo facciamo attraverso il costante investimento in ricerca e sviluppo di farmaci innovativi e non solo. Come azienda, mettiamo le persone e la salute al centro. Il nostro scopo è prevenire e migliorare la qualità di vita delle persone attraverso ricerca e innovazione. Siamo determinati a contribuire attivamente alla promozione di un sistema sanitario più efficiente e sostenibile, collaborando con istituzioni, clinici e associazioni pazienti”.
Guardando all’impegno sociale, Lilly è stata riconosciuta come Top Employer nel 2021 e Great Place to Work nel 2023, posizionandosi tra i dieci Best Workplace. Inoltre è stata inserita tra le Top LinkedIn Companies nel 2023 e nel 2024, confermando l’attrattività del suo ambiente lavorativo. Lilly è anche la prima azienda farmaceutica in Italia ad aver ottenuto la certificazione sulla parità di genere, con il 51% delle posizioni manageriali occupate da donne e l’assenza di un salary gap. A ciò si affiancano altri strumenti di welfare aziendale, come il servizio di screening gratuiti – che si aggiungono al check up annuale – per vari oncotipi, come il tumore ai testicoli o alla tiroide o il melanoma, la flessibilità di orari, l’attenzione allo smart working, il sostegno psicologico e le convenzioni con asili e scuole materne. Strumenti che allargano sempre più l’impegno della società in termini di congedo parentale. Lo scorso anno Lilly ha presentato ‘Genitori insieme’, un progetto che sostiene i dipendenti neo-mamme e neo-papà, con la consapevolezza che la genitorialità è una componente positiva per il lavoro.
Un pensiero che trova applicazione nel nuovo brand dell’azienda, Lilly A Medicine Company, che vuole fare emergere il lato umano che ha sempre caratterizzato la società.
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