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Innovation

Da piccolo polo artigianale alle vetrine più prestigiose del mondo: la storia del calzaturificio Soldini

Quando nella primavera del 1944 i soldati tedeschi requisirono a Gustavo Soldini una macchina per cucire le scarpe appartenente alla sua famiglia, questi non avrebbe forse immaginato che riscattare quello strumento avrebbe dato inizio a una delle più grandi storie imprenditoriali italiane. Grazie proprio a quella macchina, infatti, nel 1945 Gustavo – assieme ai fratelli Giuseppe ed Ermenegildo – iniziò la produzione di calzature, prima in un piccolo laboratorio in casa, poi nella prima bottega, dando vita al calzaturificio Fratelli Soldini in un piccolo borgo in provincia di Arezzo, Capolona, dove ancora oggi si trova il cuore dell’azienda.

Non solo: col passare degli anni, l’intero paese si è letteralmente sviluppato intorno allo stabilimento, che già negli anni Cinquanta era diventato un piccolo polo d’eccellenza artigianale. All’inizio il mercato di riferimento era inizialmente quello di Arezzo e Firenze, e le consegne venivano effettuate in bicicletta durante il fine settimana, ma grazie anche all’apertura un secondo laboratorio ad Anghiari e al passaggio dalla produzione artigianale a quella industriale, Soldini è arrivato a dare lavoro a circa 800 dipendenti.

Calzaturificio Soldini: diversificazione e passaggio generazionale

Poi lo scenario è cambiato, e per far fronte alla recessione economica dell’Italia e alla crisi del settore calzaturiero derivante anche dalla crescita dei Paesi emergenti, negli anni ‘80 l’azienda decide di puntare sulla diversificazione, avviando la produzione di calzature professionali e militari. Al punto che oggi quasi tutte le forze dell’ordine italiane e le polizie locali vestono Soldini, così come i lavoratori nei comparti della ristorazione e i quello sanitario. In seguito all’incendio che distrusse completamente lo stabilimento di Anghiari nel 1994, Gustavo Soldini decide di lasciare la gestione dell’azienda alla seconda generazione che continua i processi di investimento, innovazione e differenziazione dei canali di distribuzione. Negli anni successivi l’azienda entra in nuovi mercati, registra una serie di brevetti industriali legati a nuovi materiali naturali e traspiranti e lancia nel 2018 il nuovo marchio Antica Cuoieria.

L’attività prosegue con i fratelli Rossano e Marco Soldini fino ad arrivare a oggi, alla vigilia dell’80° compleanno dell’azienda, in un momento delicato per il settore moda italiano, quando il brand Soldini sviluppa l’idea del designer siciliano Matteo Erbicelli Greco, ed esce fuori “Soldini80”, una combo fatta di creatività, innovazione, praticità e soprattutto di made in Italy.

La tecnica innovativa

Non si tratta di una semplice sneaker, ma parte dall’idea di trasferire il mocassino fondo cuoio decostruito, quindi un modello classico, su una sneaker fondo gomma, morbida flessibile e tubolare. “Grazie a una tecnica particolare, adesso brevettata e registrata a livello europeo – spiega Matteo, che oggi è alla guida della direzione commerciale italiana ed estera di Soldini – ci siamo riusciti. Ho sempre voluto realizzare un paio di scarpe uniche nel suo genere e l’incontro con Rossano Soldini mi ha dato l’opportunità di concretizzare il sogno anche con il suo supporto creativo d’esperienza”.

Il progetto appena nato, è già presente in oltre 280 vetrine di tutto mondo, per un target medio alto: il brand è entrato a far parte delle vetrine più prestigiose come Gary e La Fayette in Francia e boutique italiane di eccellenza a Roma, Capri, Taormina e Palermo. “Abbiamo voluto mantenere un posizionamento competitivo – aggiunge – con prezzi in vetrina da 169 a 179 euro, offrendo ai consumatori un prodotto di alta qualità accessibile rispetto ad altri marchi di lusso”. Prossimo passo ampliare la scelta dei materiali che finora sono stati utilizzati per l’abbigliamento e trasferirli su una scarpa, mantenendo flessibilità e morbidezza.

La “Soldini80” è stata recentemente presentata da Rossano Soldini, che, dopo aver ricevuta il libro della Costituzione Italiana – omaggio del generale Patrizio Di Tursi, invitato a rappresentare il governo e a sostegno del Made in Italy – ha raccontato con gli occhi lucidi gli esordi di un’azienda che si appresta a tagliare il traguardo degli 80 anni. Una lunga vita dedita al calzaturificio e che ancora oggi ne racchiude una storia di una famiglia italiana innamorata del proprio lavoro”.

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