PLENITUDE – Brandvoice | Paid program
Plenitude, società controllata da Eni, ha intrapreso un percorso di trasformazione data-driven per migliorare ulteriormente la sua efficienza operativa e la capacità decisionale. L’azienda è presente sul mercato con un modello di business distintivo che integra la produzione da rinnovabili, la vendita di energia e soluzioni energetiche, e un’ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. Il progetto si inserisce in un più ampio piano di consolidamento della sua presenza internazionale. Ne abbiamo parlato con Matteo Sangalli, head of data & insights di Plenitude.
Plenitude ha intrapreso una trasformazione data-driven. Cosa ha spinto l’azienda a investire sui dati?
La trasformazione verso un modello data-driven è in Plenitude il risultato di un percorso intrapreso negli ultimi anni, che ha portato a una sempre maggiore consapevolezza del ruolo strategico dei dati in azienda. Questa trasformazione nasce dalla volontà di rispondere in modo agile alle esigenze di un settore in continua evoluzione come quello energetico. Avere dati affidabili su cui generare insight e prendere decisioni tempestive rappresenta per la nostra azienda un reale vantaggio competitivo. Con questo obiettivo, abbiamo sviluppato un ecosistema dati integrato chiamato Data Platform, che permette di avere in un’unica piattaforma i principali dati che caratterizzano il modello integrato di Plenitude. Tutto questo centralizza e integra le informazioni, rendendole accessibili in ogni momento a tutte le nostre Business Unit e Support Functions.
Questa trasformazione ha avuto un impatto positivo sui team e sulle persone coinvolte. Grazie al nuovo modello operativo e alla Data Platform, i team possono ora accedere a informazioni accurate e aggiornate in tempo reale, migliorando la collaborazione e l’efficienza operativa. Da survey realizzate pre e post rilascio di queste tecnologie, i nostri analisti hanno evidenziato come le decisioni basate sui dati siano diventate più rapide e la condivisione delle informazioni ha contribuito a rafforzare la cultura aziendale, spostando il focus dalle attività operative al raggiungimento di obiettivi comuni.
Quali cambiamenti e sfide ha comportato per Plenitude il passaggio al cloud?
Il passaggio al cloud ha rappresentato per Plenitude un’opportunità per ripensare completamente l’accessibilità, la gestione e l’analisi dei dati. Abbandonare un’infrastruttura on-premise – con hardware e software installati e gestiti localmente dall’organizzazione – verso una soluzione full cloud, ci ha permesso di progettare una piattaforma moderna e flessibile. Come prima sfida, grazie al supporto di Microsoft, Accenture e Avanade, siamo riusciti a migrare i nostri dati nel cloud in soli tre mesi riducendoli di oltre il 60% rispetto a quelli presenti nel vecchio datawarehouse. Questo ha comportato un risparmio dei costi di archiviazione e una maggiore facilità di fruizione dei dati. La sinergia del team DATA di Plenitude con i nostri partner ha consentito di definire una strategia dati chiara e un modello operativo efficace e innovativo.
Tuttavia, la trasformazione più significativa è stata culturale. Passare al cloud ha cambiato radicalmente il modo di lavorare con i dati per tutti i nostri team. Avere a disposizione un asset in continua evoluzione, con nuove funzionalità rilasciate giornalmente, ha spostato la nostra attenzione da aspetti tecnici, come l’aggiornamento degli applicativi, a tematiche di formazione e adoption della nuova piattaforma. Di conseguenza, il nostro approccio si è orientato verso lo sviluppo di attività di agile learning e di data community, volte a stimolare l’adozione di un approccio data-driven da parte delle nostre persone e a rendere ogni parte dell’organizzazione partecipe del cambiamento.
Quali sono i benefici ottenuti da Plenitude e come prevedete di estendere il modello in futuro?
Un percorso di trasformazione come quello realizzato in Plenitude è stato possibile grazie a un approccio rapido e progressivo in grado di coinvolgere tutte le aree aziendali in pochi mesi. Da questo punto di vista i punti di forza del cloud sono emersi in tutta la loro potenzialità: il concetto di scalabilità, ovvero adattare rapidamente le risorse in base alle esigenze aziendali, ci ha permesso di gestire efficacemente la crescita degli utenti della Data Platform; il principio di accessibilità ci ha permesso invece di accedere ai dati e alle applicazioni in cloud da qualsiasi luogo e dispositivo connesso alla rete aziendale.
Inoltre, la piattaforma è stata progettata per essere facilmente replicabile. Abbiamo già iniziato a estendere questo asset in altri mercati europei come Francia, Grecia e Spagna, riducendo significativamente tempi e costi di sviluppo. Il modello ci consente di armonizzare il nostro approccio a livello internazionale, supportando la nostra espansione con asset solidi e scalabili, mettendo i nostri data stakeholder (data viewer, data analyst, data scientist, data engineer) al centro di questo progetto.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .