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24 ottobre 2025

Energia, talenti e futuro: così Fritelli guida la svolta verde e umana di Nextchem

Dal 2024 Fabio Fritelli è managing director di Nextchem, divisione del Gruppo Maire: guida la transizione verso la chimica verde puntando su innovazione, flessibilità e valorizzazione dei talenti.
Energia, talenti e futuro: così Fritelli guida la svolta verde e umana di Nextchem

Enzo Argante
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Enzo Argante

Contenuto tratto dal numero di ottobre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

“Quando ho assunto questo ruolo, ho percepito la portata e la responsabilità della sfida che mi attendeva, ma anche l’energia che trasmette l’essere alla guida di un team di grandi professionisti con cui, con coraggio, vogliamo essere abilitatori della transizione energetica”. Dalla fine del 2024, Fabio Fritelli è managing director di Nextchem, fondata nel 2018, divisione tecnologica di Maire, gruppo italiano di ingegneria con 10mila persone in 50 paesi che nel 2024 ha consolidato una crescita sostenuta, con ricavi a 5,9 miliardi di euro.

Il portafoglio di tecnologie proprietarie di Nextchem comprende soluzioni per l’industria dei fertilizzanti, con una leadership nell’urea e nelle tecnologie innovative per l’ammoniaca. La società offre anche tecnologie avanzate per prodotti chimici e carburanti a basse emissioni, quali idrogeno, metanolo, etanolo e Saf (Sustainable aviation fuel), oltre a soluzioni e processi per la cattura, lo stoccaggio e la valorizzazione della CO2. Supporta poi la valorizzazione dei rifiuti con tecnologie per il riciclo chimico dei materiali e meccanico, attraverso la tecnologia di upcycling. Una serie di soluzioni che rispondono in modo flessibile alle varie esigenze delle geografie globali.

Fritelli è laureato in Economia aziendale all’Università La Sapienza di Roma e ha conseguito un executive mba all’Insead, in Francia. Il suo è un punto di vista privilegiato per parlare della corsa alla ricerca e alla capacità di trattenere competenze in azienda. “Lo si dice da tempo, ma più passano gli anni e nuove generazioni si affacciano al mondo del lavoro, più vedo consolidarsi un approccio mentale e un’attitudine diversa nei giovani colleghi. La mia generazione è stata, forse, l’ultima quantitativa, se così possiamo definirla. Un buon posto di lavoro doveva equivalere, e quasi fare rima, con un buono stipendio. Ora, competitiva o meno che possa essere la proposta economica, sono altre le leve che interessano ai talenti”.

Oggi i professionisti sono sempre più alla ricerca della comprensione del contesto. “Il solo stipendio non è più un obiettivo sufficiente”, aggiunge. “Bisogna saper dare risposte convincenti su dove voglia arrivare l’azienda in dieci anni, quale sarà il ruolo in cui si andrà a lavorare e come questa posizione possa fare la differenza e incidere affinché l’azienda raggiunga i risultati che si è preposta. E non si può rispondere solo con le parole, bisogna mostrare fatti. Ed è più utile anche all’azienda avere una persona motivata che un genio insoddisfatto”.

Va in questa direzione, spiega Fritelli, la scelta di Nextchem di aprire un Engineering District a Catania. “L’iniziativa rappresenta sia un esperimento, sia una risposta alle nuove esigenze in ambito lavorativo, tra cui la tutela dell’equilibrio vita-lavoro, con la possibilità di lavorare da casa. Ci sembrava poco logico assumere ingegneri in Sicilia per poi chiedere loro di trasferirsi a Milano, quando abbiamo adottato da anni una politica di lavoro flessibile. Questa scelta si basa anche sull’esistenza di rapporti consolidati con l’Università di Catania. Il centro ha ottenuto risultati positivi e vi si appoggiano anche le nostre controllate estere”.

Sostenitore del valore delle connessioni tra persone, competenze e opportunità, Fritelli si impegna per portare innovazione ed eccellenza sulla scena globale. Un aspetto radicato nella cultura del gruppo. “Nasciamo in Italia e qui abbiamo forti radici”, sottolinea. “Questi, però, per noi sono stati anni di travolgente crescita e siamo andati alla ricerca di risorse in geografie che combinassero un nostro tradizionale radicamento con una consolidata esperienza nei settori di maggior interesse, come l’ingegneria chimica. Oggi circa il 35% della forza lavoro del gruppo è in India, dove siamo presenti dagli anni ‘70. L’offerta del mercato del lavoro in Italia e in Europa non riuscirebbe, da sola, a colmare le nostre necessità in espansione”.

Impossibile non parlare anche di transizione energetica. Fritelli guarda al futuro. “Il mix energetico sarà composto da fonti più variegate possibile. Entro il 2050 il gas dovrebbe essere la fonte predominante, mentre si prevede una riduzione significativa dell’utilizzo di petrolio e un impiego marginale del carbone, associato a una quota crescente di energia rinnovabile, in linea con le tendenze attuali. Il gas potrebbe essere utilizzato insieme alla cattura della CO2, con una diminuzione del suo impatto, e affiancato da altre fonti rinnovabili, tra cui quelle di origine biologica, come scarti agricoli e animali. Auspicabilmente anche in ottica circolare, per recuperare energia dai rifiuti. Ogni anno vengono emessi nell’ambiente circa 400 milioni di tonnellate di polimeri, ma ne viene riciclato solo il 9%. Ciò evidenzia la necessità di nuovi vettori energetici”.

Fritelli fa anche una considerazione inaspettata: “Non dimentichiamoci che il più grande competitor dell’industria tradizionale nella corsa alla transizione energetica è l’industria nascente dei dati e dell’intelligenza artificiale. Ci sono nuovi player che hanno tasche più profonde, obiettivi più sfidanti, capitali più ingenti, che stanno raccogliendo buona parte dell’energia rinnovabile per soddisfare la nuova domanda di energia elettrica, sottraendola ad altri usi”.