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14 novembre 2025
Uno studio rivela che c'è una forte discrepanza tra le competenze trasversali che si attestano sulle piattaforme social e i comportamenti concreti nella realtà
Tutto ciò che viene dichiarato nel curriculum su Linkedin corrisponde alla realtà dei comportamenti quotidiani in azienda? Secondo una stima rilevata da PA360 Training on skills, non è proprio così: molti professionisti dichiarano di possedere soft skills come empatia, comunicazione efficace e gestione dello stress, ma faticano a tradurle in comportamenti concreti nella vita lavorativa.
Nel mondo lavorativo odierno, alle hard skills che contraddistinguono le competenze tecniche, specifiche e pertinenti a una determinata professione, si affiancano le soft skills, competenze trasversali nell’ambito relazionale. Importanti tanto quanto le prime. Comunicazione, problem solving, capacità di lavorare in team, flessibilità e adattabilità, gestione emotiva.
Secondo lo studio, sei professionisti su dieci attestano capacità relazioni sulla carta, che però non trovano riscontro sul lavoro. Si tratta dell’ “Effetto Linkedin”: la distanza tra l’immagine di noi che raccontiamo online sui nostri social e la vera immagine di noi che mettiamo in pratica nel quotidiano.
Uno squilibrio che nasce a monte: molti manager non sono stati formati per gestire relazioni e persone, e quindi riproducono inconsapevolmente modelli di leadership rigidi e poco sani. Ne derivano innumerevoli conflitti, con dipendenti che non si sentono ascoltati e leader che non riescono a comprendere il clima interno ed emotivo. E conseguente calo della motivazione.
Soprattutto per i leader del domani, la Generazione Z, è necessario un forte legame tra la qualità delle relazioni con il proprio manager e la cultura aziendale. Quest’ultima infatti, non può prescindere dalla competenza relazionale: chi guida deve saper ascoltare, leggere le emozioni e dare esempio di equilibrio.
La realtà internazionale e il quadro italiano
A livello internazionale, un’analisi di Gallup rivela la potente relazione tra il coinvolgimento relazionale dei dipendenti e i risultati delle prestazioni aziendali. Le imprese che investono in comunicazione interna e intelligenza emotiva migliorano le performance fino al 20% e riducono il turnover. Al contrario, il fallimento manageriale è causato spesso dalla mancanza di queste abilità.
In Italia, anche se nel tessuto produttivo la qualità delle relazioni conta di più delle procedure, il quadro non è dei più favorevoli. Infatti, solo il 25% delle aziende prevede percorsi di sviluppo per le competenze socio-emotive e meno di un terzo dei manager è interessato a misurare il clima interno in modo sistematico. Con un capo che non si interessa del clima che si percepisce in azienda, il team si irrigidisce e diventa sempre più frammentato.
L’approccio di una nuova cultura delle soft skills
“Serve una nuova cultura della relazione: insegnare a parlare, ascoltare e dare feedback con la stessa attenzione con cui si insegna a usare un software”, ha dichiarato Michele Petrone, founder & ceo di PA360 Training on skills. La Pmi specializzata in formazione digitale con focus sulle soft e life skills, ha illustrato alcune pratiche per rompere questo schema: prima di tutto l’ascolto vero dell’interlocutore, riconoscere i meriti in pubblico e correggere in privato, privilegiare conversazioni brevi e spontanee invece della classica riunione mensile.
Un altro aspetto fondamentale è mostrare vulnerabilità e ammettere un errore, in modo tale da creare un senso di fiducia, empatia e umanità nel gruppo.
Il focus di PA360 Training on skills
Oggi allenare le competenze trasversali è fondamentale tanto quanto formarsi tecnicamente. Serve un’adeguata formazione per aiutare i team a mettere in pratica queste abilità e ridurre così il gap tra le competenze dichiarate e quelle reali. PA360 Training on skills si occupa di questo: supporta aziende, enti pubblici, università e istituzioni scolastiche nello sviluppo di abilità cognitive, relazionali ed emotive. L’obiettivo è rendere la formazione parte integrante della cultura organizzativa, promuovendo ambienti di lavoro più consapevoli e collaborativi.