Nel piano di pace proposto da Trump per mettere fine al conflitto in Ucraina compaiono, in larga misura, tutte le richieste avanzate dalla Russia, considerate inaccettabili da Kiev. E l’Ucraina non è la sola a non aver accolto il piano con entusiasmo. Anche l’Europa potrebbe avere riserve. “Sosteniamo una pace giusta e duratura, ma perché qualsiasi piano funzioni è necessario che Europa e Ucraina siano pienamente coinvolte”, ha dichiarato l’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera e di sicurezza, Kaja Kallas.
Nel piano presentato da Donald Trump per porre fine alla guerra in Ucraina, tra i punti centrali figurano la cessione del Donbas e della Crimea alla Russia. Crimea, Luhansk e Donetsk verrebbero riconosciute come regioni russe anche dagli Stati Uniti, mentre Kherson e Zaporizhzhia resterebbero congelate lungo l’attuale linea di contatto, traducendosi in un riconoscimento di fatto della divisione sul terreno.
Mosca rinuncerebbe agli altri territori occupati al di fuori di queste cinque regioni. Kiev, invece, dovrebbe ritirarsi dalle zone della regione di Donetsk ancora sotto il suo controllo, che verrebbero trasformate in zona cuscinetto.
Il piano impone inoltre all’Ucraina di inserire in Costituzione la rinuncia permanente all’ingresso nella Nato, che a sua volta dovrebbe dichiarare che il Paese non entrerà in futuro. Previste anche la riduzione dell’esercito ucraino a 600mila unità e la conferma dell’impegno, già assunto nel trattato di non proliferazione, a non dotarsi di armi nucleari.
Garanzie e ricostruzione economica
Per Mosca è previsto il reintegro nell’economia globale: si discuterebbe la graduale revoca delle sanzioni, il ritorno nel G8 e la firma di un accordo economico a lungo termine con gli Stati Uniti.
In cambio, l’Ucraina riceverebbe “garanzie di sicurezza affidabili” e organizzerebbe nuove elezioni entro 100 giorni. La centrale nucleare di Zaporizhzhia tornerebbe operativa sotto supervisione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, con l’energia prodotta divisa in parti uguali tra Russia e Ucraina.
Sul fronte economico, il piano prevede un ampio pacchetto di ricostruzione per l’Ucraina: un Fondo di sviluppo per il Paese, la ricostruzione delle infrastrutture energetiche, la riabilitazione delle aree colpite e nuovi investimenti nelle risorse naturali, con il sostegno finanziario della Banca Mondiale.
Cento miliardi di dollari di beni russi congelati verrebbero destinati a progetti coordinati dagli Stati Uniti per la ricostruzione dell’Ucraina, con Washington che otterrebbe il 50% dei profitti generati. L’Europa aggiungerebbe altri 100 miliardi. I fondi europei congelati verrebbero sbloccati, mentre la parte rimanente dei beni russi sarebbe indirizzata a un nuovo veicolo di investimento congiunto tra Stati Uniti e Russia.