L'evento è stato promosso da Lorenzo Zurino e si è tenuto a Palazzo Pallavicini Rospigliosi a Roma
di Alice Iadecola
A Palazzo Pallavicini Rospigliosi a Roma, si è svolta la settima edizione degli Stati Generali dell’Export, promossa da Lorenzo Zurino, presidente del Forum Italiano dell’Export. L’evento è partito dalle parole di Montesquieu: “L’effetto naturale del commercio è di portare alla pace”. Zurino ha spiegato: “Montesquieu non parlava solo di scambi economici, ma di relazioni, di fiducia e di interdipendenza virtuosa. Il commercio è un ponte, non un muro, e può unire ciò che la geografia divide. È questo il ruolo che l’Italia deve giocare oggi. Mai come ora è il momento di tornare al modello delle repubbliche marinare, così da garantire talento, bellezza ed equilibrio nel commercio globale”.
L’Italia e il commercio globale
È lo stesso Lorenzo Zurino a raccontare la nascita del Forum come risposta a un vuoto: “Otto anni fa non c’era un contesto strutturato e verticale dedicato al commercio internazionale”. Quella che era un’intuizione è diventata una piattaforma consolidata: “Oggi siamo 2.067 aziende e ogni anno ci incontriamo agli Stati Generali per discutere i centri di ricavo del Sistema Paese”. Ma il punto, per lui, non è celebrativo: “Rappresentiamo l’Italia portando qualità, cultura e affidabilità. Abbiamo una responsabilità collettiva: ogni prodotto – un vino, un abito, un mobile, un farmaco, un macchinario – dice ciò che siamo e ciò che vogliamo essere. Non esportiamo solo prodotti, ma valori. Non solo merci, ma cultura. Non solo eccellenza, ma pace”.
La partnership con Unicef Italia introduce una dimensione etica forte. Nicola Graziano sottolinea che “gli Stati Generali dell’Export sono un momento di bilancio” e che la scelta di affiancare Ief “significa essere attenti ai bisogni dei più deboli”.
L’export italiano è una delle colonne portanti dell’economia, oggi rappresenta oltre un terzo del Pil e i beni manufatturieri sono esportati per il 97%. Un dato che non è solo statist ico, ma un vero motore in movimento. Nel racconto dell’Italia che esporta, fanno chiarezza le parole di Gabriella Carlucci: “L’Italia ha tanto da offrire, ma noi italiani spesso non sappiamo quanto. Il nostro Paese è una miniera d’oro dal punto di vista delle piccole medie imprese. Occasioni come queste fanno conoscere il tessuto imprenditoriale italiano non solo all’estero, ma soprattutto agli italiani stessi”.
Occidente e sfide geopolitiche
Nel quadro delle incertezze odierne, gli Stati Generali sono un’opportunità per aprire un’analisi sui concetti di appartenenza, rappresentanza e competenza. Fin dal primo intervento, i tantissimi nomi illustri si sono ritrovati a riflettere su cosa fare, come farlo, ma soprattutto dove farlo.
Il senatore Enrico Borghi ha sottolineato che il concetto di Occidente è profondamente cambiato e bisogna adattarsi alle rivoluzioni tecnologiche e geopolitiche. L’onorevole Giuseppe De Mita ha aggiunto un punto di vista culturale: “Il Sistema Paese deve riscoprire la sua dimensione umanistica, così da attrarre interlocutori esteri inaspettati». Lorenzo Guerini, presidente del Copasir, ha invece ribadito l’importanza della difesa come elemento strategico. Il senatore Pierferdinando Casini ha infine concluso il primo dibattito su una nota di speranza: “L’Occidente non esiste più come riferimento unitario. Per questo l’Europa è una necessità stringente. C’è molto lavoro da fare e responsabilità da assumere”.
Sul tema dei dazi, Andrea Benetton, presidente di Cirio Agricola – Maccarese, ha puntualizzato: “L’Italia deve valorizzare i suoi prodotti. Noi siamo il mercato del lusso alimentare”. Paolo Martini, ad di TNB, ha aggiunto: “Forse in questo ci vorrebbe un sano protezionismo”. Gaetano Frulli, presidente della Fiera del Levante, ha richiamato la necessità di intercettare i mercati giusti per il Made in Italy, puntando su chi sa riconoscere il nostro vero vantaggio competitivo: la qualità. Anche Lo sport, come ha spiegato Giovanni Malagò, può essere motore strategico per l’export: “Le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 rappresentano un’enorme opportunità combinando sport, turismo e Pil”.
Massimo D’Alema ha offerto una prospettiva più ampia sul contesto globale: “Le imprese italiane, e più in generale il mondo, stanno vivendo una fase di rallentamento del commercio internazionale, legata a fattori geopolitici. L’Europa si trova in una posizione delicata: deve difendere in modo più assertivo i propri interessi. Deve dialogare con tutti, aprirsi al resto del mondo e ampliare la collaborazione internazionale“.
Lorenzo Zurino ha sottolineato: “L’obiettivo di oggi non era trovare soluzioni imminenti, ma farci le domande giuste. Raccoglieremo gli spunti emersi e sulla base di questi agiremo». E conclude richiamando il pensiero di Montesquieu: “Quando due paesi commerciano, si parlano. Quando si parlano, si comprendono. E quando due paesi si comprendono, è difficile che si combattano”.