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6 maggio 2021

Ridurre le emissioni, donne manager, meno infortuni sul lavoro: il piano di sostenibilità di Fedrigoni per il 2030

Fedrigoni, azienda di prodotti cartacei da 1,3 miliardi di fatturato, ha fissato gli obiettivi di sostenibilità da raggiungere entro il 2030
Ridurre le emissioni, donne manager, meno infortuni sul lavoro: il piano di sostenibilità di Fedrigoni per il 2030

Enzo Argante
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Enzo Argante

Astucci per ombretti o fard interamente di carta, come non se ne sono ancora visti. Etichette autoadesive per bottiglie di vino, flaconi e scatole che nascono già senza il supporto da staccare e dunque da smaltire (e, nel caso non si possa, abbinate a un servizio gratuito di smaltimento). Carte in grado di sostituire la plastica in tutto e per tutto – nel food & beverage come nel packaging di lusso, nella ristorazione, nella logistica – perché resistono all’umidità, all’unto, agli strappi, alle pressioni. E ancora: la colla che si lava via facilmente con l’acqua, così da favorire il totale riciclo del materiale sottostante. Fedrigoni è diventata icona della sostenibilità del pianeta carta.

I numeri

Tra le prime industrie mondiali nella produzione e vendita di carte speciali ad alto valore aggiunto per packaging, editoria e grafica e di materiali autoadesivi premium per l’etichettatura, il gruppo italiano punta tutto sull’anima green maturata in oltre 130 anni di esperienza con il materiale ecologico per eccellenza, la carta, e spinge sul pedale della sostenibilità.

I numeri (e i propositi) di Fedrigoni sono inequivocabili. Con 4mila dipendenti nei vari paesi in cui è presente, un brand appena rinnovato, 1,3 miliardi di euro di fatturato nel 2020 e decine di migliaia di prodotti a catalogo e su misura, l’azienda si è prefissata da qui a 10 anni obiettivi ambiziosi nello sviluppo di nuovi prodotti sempre più riciclabili e riciclati. Ma anche nell’efficienza dei processi industriali, nella riduzione dell’uso delle risorse ambientali, degli sprechi e degli scarti, nell’attenzione alle persone, che devono lavorare in sicurezza e senza discriminazioni.

Fedrigoni e la sostenibilità

Marco Nespolo ad Fedrigoni
Marco Nespolo, amministratore delegato di Fedrigoni (courtesy Fedrigoni)

Per questo è stato messo ‘nero su bianco’ un piano di interventi che coinvolge 12 aree, scelte in base ai development goals delle Nazioni Unite: si va dalla riduzione del 60% degli infortuni sul lavoro al 50% in più di donne in posizioni manageriali; dal recupero totale dei rifiuti industriali alla scelta esclusiva di fornitori qualificati esg; dal 30% in meno di emissioni nell’atmosfera alla restituzione ai fiumi del 95% dell’acqua utilizzata, pulita e depurata, già dimezzata in quantità negli ultimi 6 anni. Interventi affrontati con rigorose basi scientifiche e la supervisione di qualificati istituti di ricerca. Il tutto con l’impegno di raggiungere questi obiettivi entro il 2030.

“Da tempo ci impegniamo a essere socialmente responsabili, sempre, comunque e verso chiunque”, commenta Marco Nespolo, amministratore delegato di Fedrigoni. “Questo sforzo verrà ulteriormente accelerato con importanti investimenti per ottimizzare i processi di lavorazione e di approvvigionamento, limitare il nostro impatto sull’ambiente attraverso ogni innovazione possibile – dagli impianti di cogenerazione all’autosufficienza energetica delle sedi, ai migliori trattamenti per le acque -, sviluppare prodotti sostenibili realmente alternativi alla plastica, sensibilizzare le persone su questi temi e diffondere una cultura che metta sempre l’individuo al centro”. 

Già ora, nella produzione e valorizzazione di tutte le sue carte, Fedrigoni utilizza solo materie prime e ausiliarie sicure, provenienti da origini controllate e tracciate, a partire dalle foreste certificate Fsc per le cellulose. “Intendiamo ridurre il consumo delle risorse energetiche e idriche e la gestione dei rifiuti e daremo la preferenza a fornitori che adottano le stesse politiche – continua Nespolo -. Vogliamo favorire un’economia circolare e una crescita sostenibile, attraverso prodotti eco-compatibili e sicuri lungo tutto il loro ciclo di vita. Né va dimenticata la nostra attenzione per l’arte e la cultura, che promuoviamo anche con le attività della Fondazione Fedrigoni Fabriano”.

I Boschi Fedrigoni

E proprio nell’ambito dei progetti di restituzione al territorio si inseriscono i Boschi Fedrigoni, che il gruppo ha intenzione di piantare nei prossimi anni vicino ai suoi stabilimenti. Il progetto è stato avviato a Caponago (provincia di Monza e Brianza), dove a novembre sono state messe a dimora 1.530 piante autoctone come querce, frassini, lecci, tassi e olmi per riqualificare un’area stretta tra industrie e superstrade. Grazie a Fedrigoni, che finanzia l’intervento, la zona diventerà un ettaro e mezzo di polmone verde capace in 20 anni di assorbire 100 tonnellate di CO2, pari alle emissioni annuali di 50 automobili. Il prossimo bosco nascerà a Verona. 

Fedrigoni si è impegnato a prendersi cura di ogni nuovo bosco per i primi 5 anni di vita.