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2 dicembre 2025
Dai timori sui mercati asiatici all’attacco a Yearn Finance, diversi scossoni stanno mettendo in difficoltà Bitcoin e l’intero settore cripto.
Il Bitcoin resta sotto pressione dopo il crollo che l’ha portato sotto gli 86.000 dollari. Il sell-off è stato innescato dall’aumento dei rendimenti dei bond giapponesi e dal rischio di un’inversione dello yen carry trade. A peggiorare la situazione è stato l’attacco hacker al protocollo DeFi Yearn Finance, che ha alimentato la volatilità sulle principali criptovalute. Il mercato mostra scarsa liquidità e volumi ridotti, mentre continuano i deflussi dagli etf e le liquidazioni forzate. Nel frattempo, Strategy ha annunciato la creazione di una riserva in dollari per sostenere i propri dividendi.
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I fatti chiave
- Bitcoin è sceso sotto gli 86.000 dollari, dopo aver perso oltre il 16% a novembre e registrato il peggior calo giornaliero da marzo.
- Tra le cause principali, la pressione che arriva dal Giappone: i rendimenti dei bond sono saliti ai massimi da 17 anni e lo yen carry trade rischia di invertirsi.
- L’hackeraggio a Yearn Finance ha aggravato la crisi di fiducia, generando volatilità su Bitcoin e altcoin.
- Il sentiment macro resta fragile, con scarsi volumi, deflussi dagli ETF e una fase di riduzione forzata della leva finanziaria.
- Strategy ha creato una riserva da 1,44 miliardi di dollari per sostenere i dividendi in caso di prezzi troppo bassi.
L’andamento di oggi
Il Bitcoin sta incontrando difficoltà a recuperare terreno dopo lo scivolone di fine novembre, che ha colpito non solo la criptovaluta ma l’intero comparto. La criptovaluta ha infatti registrato il calo giornaliero più significativo da marzo, scendendo sotto gli 86.000 dollari, in un mercato appesantito da scarsi volumi e assenza di catalizzatori positivi. Gli operatori continuano a monitorare le aspettative sui tassi della Fed, ma il miglioramento del sentiment è stato neutralizzato dagli shock provenienti dal mondo DeFi.
Il crollo dei giorni scorsi
Il fulcro del crollo è arrivato dal Giappone. I recenti segnali di un possibile irrigidimento della politica monetaria da parte del governatore della BoJ, Kazuo Ueda, hanno portato i mercati a stimare una probabilità elevata di un rialzo dei tassi già questo mese, fino all’82%. Nel frattempo, i rendimenti dei titoli giapponesi sono schizzati al massimo degli ultimi 17 anni: il bond a 2 anni è salito all’1,01%, il livello più alto dal 2008.
Questa svolta ha messo in crisi lo yen carry trade, una strategia che per anni ha rappresentato una fonte enorme di liquidità globale: investitori che prendevano a prestito yen quasi a costo zero per investire in asset ad alto rendimento come i bitcoin. Con il rafforzamento dello yen e il costo del debito che sale, le posizioni finanziate in valuta giapponese diventano più onerose da mantenere, generando vendite forzate per coprirsi. Secondo le stime, sono in fase di riduzione posizioni finanziarie per circa 20 trilioni di dollari, con vendite forzate su futures ed etf che hanno portato alla liquidazione di molte posizioni long sul Bitcoin.
A complicare il quadro c’è stato anche l’incidente su Yearn Finance: un malfunzionamento ha permesso a un hacker di creare token yETH senza coperture reali, compromettendo la sicurezza del pool. La notizia ha spinto molti operatori a ritirare i fondi, innescando vendite su Ethereum, XRP, Solana, Cardano, Polygon e altre altcoin, con un effetto domino anche su Bitcoin.
La mossa di Strategy
Nel pieno delle turbolenze ha fatto la sua mossa Strategy, il maggiore detentore corporate di Bitcoin, trasformato negli anni da Michael Saylor da piccola società software a colosso esposto sulla criptovaluta. Ha infatti annunciato la creazione di una riserva da 1,44 miliardi di dollari per sostenere i dividendi sulle preferred stock, finanziata tramite vendite di azioni. La società, che detiene 650.000 Bitcoin, ha rivisto le proprie stime annuali con un possibile risultato compreso tra –5,5 e +6,3 miliardi di dollari a seconda dell’andamento della criptovaluta.
La decisione non è stata accolta positivamente dal mercato: il titolo è sceso fino a quasi il 9% nelle ore successive all’annuncio, riflettendo i timori legati alla sostenibilità del modello di business e alle recenti indicazioni sulla possibilità di vendere Bitcoin in caso di necessità. L’iniziativa punta però a rafforzare la liquidità interna, mentre gli investitori restano cauti.