Apple riammetterà Parler nel suo Apple Store. Ad annunciarlo lo stesso gigante di Cupertino in una lettera inviata al Congresso Usa nella quale ha giustificato la sua decisione affermando che l’applicazione, esclusa da iOS dopo i fatti di Capitol Hill, avrebbe cambiato la sua politica sulla moderazione dei contenuti.
Nella lettera, inviata al senatore Mike Lee e al rappresentante Ken Buck, l’azienda ha detto che l’app è stata approvata dall’App Store la scorsa settimana e sarà di nuovo disponibile non appena Parler rilascerà il suo ultimo aggiornamento.
Al momento, ancora non si conoscono i contenuti delle modifiche apportate da Parler, un social alternativo da sempre apprezzato soprattutto dai sostenitori della destra statunitense. Quel che si sa è il motivo per cui Apple aveva escluso lo scorso gennaio Parler, cioè aver trovato post che “incoraggiavano la violenza, denigravano vari gruppi etnici, glorificavano il nazismo e invocavano la violenza contro persone specifiche” in corrispondenza dell’ormai celebre attacco al Campidoglio a margine delle ultime elezioni presidenziali Usa.
La vicenda Parler e quello che è consentito o meno sull’applicazione è stato oggetto di lotte intestine anche all’interno dell’azienda stessa, con l’ex ceo e fondatore, John Matze, che è stato allontanato dal board dell’azienda lo scorso febbraio.
Né Parler né Apple, al momento, hanno risposto immediatamente a una richiesta di commento da parte di Forbes.
Parler è stato fondato nel 2018 come alternativa ai principali social network ed è diventato rapidamente un rifugio per i conservatori e i contenuti di destra. L’app è finita sotto alla lente d’ingrandimento dopo la rivolta del Campidoglio, dopo la quale Apple e Google avevano fatto calare il ban dai loro app store per Parler. Addirittura Amazon aveva vietato alla società di utilizzare la sua piattaforma di cloud computing, impedendo di fatto all’applicazione di funzionare.
Il social network ha iniziato una battaglia legale contro il divieto di Amazon Web Services e al momento utilizza un altro provider di servizi cloud, SkySilk con sede a Los Angeles, per ospitare un sito Web essenziale.
Parler, dal canto suo, ha respinto le accuse di essere un megafono dell’estrema destra americana. In una lettera di marzo ai legislatori democratici, Parler ha detto di aver segnalato più di 50 post violenti all’Fbi prima del 6 gennaio. L’azienda ha inoltre aggiunto che all’epoca aveva rimosso contenuti che ha ritenuto potessero costituire “incitamento e minacce di violenza”, ma non ha fatto parola riguardo a disinformazione e incitamento all’odio.
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