Articolo tratto dal numero di agosto 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
“Sono stato un imprenditore per la maggior parte della mia vita. Non perché volessi diventarlo, ma perché ho sperimentato che l’imprenditoria è il modo migliore per risolvere i problemi”. Con questa frase si può riassumere la vita di Harley Finkelstein, avvocato e presidente di Shopify, la piattaforma canadese per l’e-commerce che permette a chiunque, in pochi click, di aprire il proprio negozio online. Prima di incrociare i passi con Tobias Lütke, il ceo e fondatore di Shopify, mentre frequentava ancora l’università, l’imprenditore aveva già all’attivo diverse esperienze. “Quando ero al college e avevo 17 anni”, spiega, “mio padre non era più con noi e mia madre non aveva denaro. Decisi quindi di supportare la mia famiglia avviando la mia prima attività. Così iniziai a vendere t-shirt”.
L’incontro con Tobi, come chiama con affetto l’amico, avvenne mentre studiava per diventare avvocato e, all’epoca 21enne, continuava a gestire il suo business. “Lavoravo mentre ero in classe”, spiega. Lütke, invece, aveva aperto un negozio su internet per vendere snowboard, e il software utilizzato per realizzarlo era una sua invenzione. “Un modo per permettere alle persone di vendere i loro prodotti”, ricorda Finkelstein, “e così, dopo gli snowboard, iniziò a vendere anche il software per realizzare la propria vetrina e-commerce”. Era nato Shopify. Il suo attuale presidente ne è stato il primo utente nel 2006. “È stato fantastico”, ricorda, “perché non avevo molti soldi, non avevo esperienza, ma la tecnologia di Shopify mi ha permesso di avere un mio brand, di prendere in mano il mio destino e vendere in tutto il mondo. Ancora oggi, credo che una delle cose migliori che ho fatto nella mia vita sia aiutare gli altri ad avere accesso alla carriera imprenditoriale attraverso la tecnologia”, spiega Harley Finkelstein.
Dal primo incontro con Lütke, Shopify è diventata una potenza. Oggi serve 1,7 milioni di venditori di 175 Paesi. Circa ogni 28 secondi un nuovo imprenditore conclude la sua prima vendita su Shopify.
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“Se fossimo un retailer”, sottolinea ancora Finkelstein, “saremmo il secondo più grande in America”. Il fatturato nel 2020 è arrivato a quota 2,93 miliardi di dollari e nel 2021 il business continua a crescere. Solo nel primo trimestre i ricavi hanno superato i 988 milioni con una crescita del 110% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (utile netto rettificato di 254,1 milioni). Inoltre, sempre nei primi tre mesi dell’anno, i merchant della società con sede a Ottawa hanno venduto prodotti e servizi per un totale di oltre 37 miliardi di dollari. “Sono successe un bel po’ di cose che hanno cambiato lo scenario. Se guardiamo solo gli Stati Uniti, sono nate più nuove imprese nel 2020 che nei cinquanta anni precedenti. Questo ci dice che ci sono molte più persone, oggi, che vogliono diventare imprenditori e avviare nuovi business. E poi la digitalizzazione del retail sta andando più veloce di quanto non abbia mai fatto prima, perché tutti hanno capito di aver bisogno di un negozio online come altro canale di vendita a cui ricorrere per avere successo in futuro o per fronteggiare eventuali nuove chiusure”, racconta Harley Finkelstein.
Il modello di business di Shopify è strutturato affinché i ricavi del gruppo vadano di pari passo con quelli dei merchant che vendono sulla piattaforma. Infatti, gli imprenditori che hanno scelto Shopify pagano un abbonamento per utilizzarla e una commissione sulle vendite. “Il motivo per cui abbiamo registrato ottimi risultati è perché i nostri merchant hanno guadagnato bene”.
In Italia, Shopify è arrivata nel 2019, ma è quest’anno che ha registrato un colpo d’acceleratore significativo. A guidare la divisione italiana è Paolo Picazio, in qualità di country lead. Harley Finkelstein fa notare che il nostro Paese ha grandi margini di miglioramento. “La penetrazione dell’e-commerce, rispetto alla popolazione retail, è del 30-35% nel Regno Unito ed è quasi del 50% in Cina. Ma in Italia, prima della pandemia, era solamente del 7%. Oggi è vicina al 9%. Noi crediamo che l’Italia si stia avviando a raggiungere molto velocemente l’idea dell’e-commerce moderno e Shopify può essere il motore di questo fenomeno”.
Il nostro Paese, del resto, ha un’economia costellata da piccole e medie imprese che potrebbero utilizzare Shopify per vendere i loro prodotti in tutto il mondo. E, del resto, i creatori agli albori pensavano proprio a sviluppare una piattaforma in grado di abbattere ogni barriera all’ingresso per chi volesse un negozio tutto suo. Tuttavia, anche diversi grandi brand si stanno appoggiando a Shopify. In tal senso, Finklestein nomina Velasca, startup fondata da Enrico Casati e Jacopo Sebastio, come esempio virtuoso. “Si tratta di un brand consumer che vende scarpe artigianali italiane, nonché nativo digitale. Proprio grazie all’online, ha disintermediato il business e iniziato a vendere in modo diretto. Solo in un secondo momento ha deciso di aprire i negozi in Italia. Di recente, ha annunciato il primo store negli Usa ed entro il 2025 punta a raggiungere i 70 milioni di euro di fatturato”.
Gli utenti che aprono il negozio su Shopify, in futuro, potranno appoggiarsi alla piattaforma anche per quanto riguarda la logistica. Negli Stati Uniti, infatti, è in fase di test un servizio per creare un canale di distribuzione globale e il più possibile economico per spedire in tutto il mondo entro due giorni. Per dare ulteriormente impulso all’attività degli sviluppatori, inoltre, la società canadese ha portato a zero le commissioni sul Theme store di Shopify e sulle app che generano fino a 1 milione di dollari di ricavi l’anno.
“Il mio consiglio personale a chi sta pensando di avviare la propria attività imprenditoriale su Shopify è semplicemente quello di cominciare”, è la conclusione del presidente, “se avete due o tre idee diverse, aprite anche due o tre negozi. È facile farlo e il costo è molto basso. Inoltre, se un negozio non dovesse funzionare, potrebbero farlo gli altri due. E, soprattutto, non aspettate: se vi viene un’idea sotto la doccia alla mattina, provate a realizzarla il giorno successivo. E se ancora non sapete qual è il vostro cliente target, scopritelo man mano, iniziando la vostra attività. Se intendete vendere caffè, per esempio, ci sono tanti modi semplici per entrare in contatto con gli altri appassionati della bevanda, penso a Facebook, Instagram o TikTok”. Insomma, il momento giusto è ora.
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