In attesa di conoscere l’esito dell’incontro tra la delegazione russa e ucraina, al quale sta assistendo il patron del Chelsea Roman Abramovič, sono diversi gli spunti che sta offrendo la seduta giornaliera di Borsa. Dal continuo calo del rublo e dei principali indici europei, spinti ancora al ribasso dai titoli bancari, fino ad arrivare al rally di Leonardo e Fincantieri che, invece, stanno beneficiando dell’evoluzione del conflitto e della decisione dei governi della Nato di estendere i propri aiuti militari all’Ucraina.
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Russia-Ucraina: le reazioni di oggi in Borsa
- La guerra tra Russia e Ucraina continua a monopolizzare l’attenzione dei mercati. Con la Borsa di Mosca chiusa fino ad ulteriori comunicazioni, i principali indici europei stanno facendo registrare una nuova giornata all’insegna del segno rosso. Il Ftse Mib di Milano, l’Eurostoxx e il Cac 40 di Parigi stanno cedendo poco più del 3%, il Dax di Francoforte è in discesa del 2,4%, l’Ibex 35 di Madrid dell’1,88%, l’Aex di Amsterdam e il Ftse 100 di Londra di più dell’1,5%.
- Apre in rosso anche Wall Street. Soffre di più il Dow Jones che sta cedendo un punto e mezzo percentuale.
- A Piazza Affari i titoli bancari sono quelli che stanno soffrendo maggiormente. In particolare, UniCredit, dopo la momentanea sospensione delle contrattazioni, sta cedendo più del 12%. Di contro, Leonardo e Fincantieri si stanno sfidando per conquistare la maglia rosa della seduta odierna, con guadagni rispettivi del 15 e del 20 per cento.
- Dopo aver toccato in mattinata i minimi storici, superando la quota di 100 dollari, adesso, il rublo è in calo del 18%, attestandosi a 98,3 dollari.
- Guardando alle materie prime, il petrolio torna nuovamente in auge. Con il Brent che è salito nuovamente oltre i 100 dollari al barile, mentre il Brent Wti a 95,5 dollari al barile. E se l’oro si conferma ancora oltre i 1.900 dollari l’oncia, il prezzo del gas continua a volare, attestandosi a 116,49 euro (+25%). In salita anche i prezzi delle materie prime alimentari. In particolare del grano, del mais e della soia.
Il contesto
La decisione di escludere selettivamente le principali banche russe dal sistema Swift, e di congelare le riserve in valuta estera della Banca centrale russa, sta penalizzando anche le banche europee, dato che hanno un’importante esposizione diretta e indiretta alla Russia. Come già accaduto giovedì scorso, oltre all’austriaca Reiffeisen e alla francese Société Générale che stanno cedendo in Borsa rispettivamente il 15 e l’11 per cento, al Ftse Mib di Milano Unicredit sta andando incontro a un calo di oltre il 12%. Seguita da Intesa Sanpaolo (-8%), e da Banca Mediolanum e Bper che sono in calo di poco oltre il 5%.
Discorso inverso, invece, per i titoli attivi nel settore degli armamenti e della difesa militare. Dato che stanno aumentando sensibilmente le spese dei singoli stati, tra cui l’Italia, per aiutare l’Ucraina in queste ore. Oltre a Leonardo e Fincantieri, che stanno registrando una crescita di oltre il 15%, sono da evidenziare i rally della francese Thales, della britannica Bae System, che volano oltre il 10%, e, infine, della tedesca Rheinmetall, che sta guadagnando più del 20%. Dimostrazione ulteriore, affermano gli analisti, che si sta rilevando di particolare impatto la decisione della Germania di stanziare 100 miliardi per rafforzare l’esercito in risposta all’invasione russa.
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