Il futuro della mobilità dovrà essere per forza a zero emissioni, ma a che punto sono le case automobilistiche nel processo di transizione dai carburanti termici a soluzioni non inquinanti? La risposta viene dall’Icct (International Council on Clean Transportation), organizzazione indipendente che fornisce analisi tecniche e scientifiche alle autorità di regolamentazione ambientale, nota soprattutto per aver fatto emergere sette anni fa il caso Dieselgate.
L’Icct ha stilato il Global Automaker Rating 2022, classifica che mette in fila i 20 principali produttori di automobili a livello mondiale attraverso tre parametri: la loro attuale posizione sul mercato, le prestazioni tecnologiche e la visione strategica per la futura decarbonizzazione.
La classifica
L’azienda più preparata alla transizione verso un futuro a zero emissioni è Tesla, seguita dalla cinese Byd, l’unica casa automobilistica tradizionale a essere diventata completamente elettrica. Queste due aziende sono indicate come “Leader”, mentre quelle dalla terza alla 14esima posizione sono considerate ancora “in transizione”. Tra queste c’è Stellantis, che occupa la quinta posizione, appena sotto Bmw e Volkswagen e sopra a Renault, settima in graduatoria, Mercedes-Benz, ottava, e Ford, dodicesima.
Le ultime sei aziende in classifica sono definite “in ritardo” e sono tutte giapponesi (Toyota, Honda, Nissan, Mazda e Suzuki) tranne Tata, che ha sede in India.
La gigafactory di Acc
La classifica arriva il giorno dopo l’inaugurazione a Billy-Berclau, nel nord della Francia, della prima gigafactory europea di batterie per auto elettriche realizzata da Acc, joint venture tra Stellantis, Total Energies e Mercedes. Come ha spiegato Yann Vincent, ceo di Acc, il progetto prevede l’apertura di altri due stabilimenti, uno a Kaiserslautern, in Germania, e uno a Termoli. Insieme, le tre gigafactory dovrebbero produrre 2,5 milioni di batterie all’anno per equipaggiare le auto elettriche di Stellantis e Mercedes. L’investimento complessivo ammonta a circa 7 miliardi di euro.
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