Articolo apparso sul numero di ottobre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Senza infrastrutture, non può esserci digitalizzazione. In particolare, sono le reti ad abilitare le maggiori innovazioni digitali della nostra epoca. In questo ambito è attiva Retelit, tra i più grandi player in Italia nelle telecomunicazioni, focalizzato sul mercato b2b, proprietario di una rete in fibra ottica e di data center e specializzato nella costruzione di progetti per la trasformazione digitale e l’industria 4.0. Dal 2021 ha potenziato i suoi investimenti grazie all’ingresso del fondo Asterion Industrial Partners, accelerando la propria crescita anche tramite progetti di m&a. Ultimo, in ordine temporale, quello del provider Irideos.
Forbes ha intervistato Roberta Neri, presidente del gruppo Retelit. Laureata in economia, ha iniziato la sua carriera in Italsiel, per poi approdare in Acea, dove è diventata cfo. Ha fondato Manesa, oggi Byom, per la quale si è occupata di consulenza finanziaria. È stata ad di Enav dal 2015 al 2020, gestendo il collocamento in Borsa della società. Dal 2018 è parte di Asterion, prima come senior advisor, poi come operating partner. È consigliere di amministrazione di Sorgenia, di doValue e senior advisor di Equita Group.
Che ruolo avranno i data center nella digitalizzazione?
Tra gli asset di Retelit c’è un network di data center in Italia che si estende da Bolzano a Bari. Di recente abbiamo inaugurato Avalon 3, che completa l’Avalon Campus, il più grande interconnection hub italiano, in cui ospitiamo oltre 200 operatori, provider e ott. Milano oggi è uno dei motori della trasformazione digitale del nostro Paese, dove transita la maggior parte del traffico dati in Italia. Il settore sta conoscendo una profonda evoluzione dal punto vista tecnologico, rimodellando il vecchio concetto di server farm e sposando quello di infrastrutture intelligenti, flessibili e ad altissima scalabilità. Oggi i data center sono al centro dell’economia digitale: la domanda di big data, cloud computing, IA e IoT stanno aumentando in modo rilevante, così come la domanda di dati e servizi digitali. Tutto è reso possibile proprio da asset infrastrutturali come il nostro Avalon Campus.
Come cambierà l’Italia, dal punto di vista delle infrastrutture e delle conoscenze digitali, dopo gli investimenti del Pnrr?
La spinta offerta dal Pnrr punta ad accelerare gli investimenti sia verso le infrastrutture, sia verso le competenze digitali, promuovendo la domanda di servizi di connettività e di piattaforme per l’impresa intelligente, stimolando la capacità di spesa delle aziende e degli enti pubblici. Per il nostro Paese si tratta di un’enorme opportunità per accelerare la digitalizzazione, introdurre nuove competenze e dotare aziende e Pa di processi più efficienti, a beneficio di imprese e cittadini. Serve non fermare questo percorso di rinnovamento che è vitale per recuperare competitività ed efficienza.
Quali sono i progetti interni più importanti di Retelit?
Consideriamo il tema esg strategico e siamo impegnati a promuovere la sostenibilità, nella convinzione che rappresenti un fattore competitivo. Le azioni integrate nei bilanci di sostenibilità prevedono di generare valore in una prospettiva di lungo periodo, verso un’idea di sostenibilità che si estende anche alla sfera sociale, intesa come volontà di promuovere una cultura aziendale inclusiva, partecipata e garante dei valori della diversità e delle pari opportunità. Puntiamo sulla formazione, sul risparmio energetico e sulla promozione di attività in materia di inclusion e diversity. Recentemente abbiamo ottenuto la certificazione Uni/PdR 125, che attesta l’impegno del gruppo nel supportare l’empowerment femminile e nel combattere stereotipi e discriminazioni, lavorando per orientare la cultura interna verso l’inclusività e il rispetto delle competenze femminili.
Quali sono le tendenze principali nello sviluppo delle infrastrutture digitali e nella promozione dell’innovazione in Italia?
Siamo tra i partner italiani selezionati dai maggiori operatori nazionali e internazionali, a cui forniamo connettività, capacità e servizi in ambito telco, e il provider di riferimento di aziende e Pa, con un’offerta che combina asset e competenze verticali (per esempio basate su Sap e Microsoft). Modelli come la fabbrica digitale, in cui la fabbrica diventa intelligente, elaborando dati che permettono di prendere decisioni migliori, possono essere reali solo con l’utilizzo di architetture resilienti e scalabili. La rete è il punto chiave: nella società digitale e interconnessa non possiamo permetterci latenza di erogazione, perché ogni scelta e ogni decisione è presa in tempo reale.
Quali sono i settori in cui il gruppo Retelit sta investendo e in cui vede opportunità di crescita?
Con l’integrazione di Irideos e Retelit, il gruppo sta mettendo a fattor comune piattaforme e competenze per realizzare un polo competitivo sui mercati delle telecomunicazioni, dei servizi cloud e dei data center. Stiamo lavorando per rendere la copertura più capillare. Abbiamo potenziato la nostra presenza in territori come il Polesine e la Carnia, dotando di una rete innovativa il tessuto imprenditoriale e, quindi, l’accesso a servizi Ict. Abbiamo sviluppato nuove tratte, per esempio verso Marsiglia e i Balcani, e investito nella Liguria Landing Platform, piattaforma di atterraggio dei cavi sottomarini e trasporto, interconnettendo Savona e Genova con i principali hub digitali d’Europa. Abbiamo creato una tratta unica Milano-Marsiglia e Milano-Barcellona, che utilizza il cavo 2Africa e crea una rotta unica rispetto alle attuali rotte terrestri disponibili. L’innovazione passa, soprattutto, dalle infrastrutture.
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