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Il sindaco Luigi Brugnaro racconta il primo salone nautico di Venezia

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Luigi Brugnaro

(articolo apparso sul numero di giugno di Forbes)

di Chiara Merico

Si terrà dal 18 al 23 giugno la prima edizione del Salone Nautico all’Arsenale di Venezia. Un’iniziativa fortemente voluta dal sindaco Luigi Brugnaro, che ha scelto non a caso come sede l’Arsenale, il “cantiere” dove nascevano le navi che hanno assicurato la potenza della Repubblica Serenissima in buona parte del mondo.

Come è nata l’idea di un Salone nautico a Venezia?

L’idea è che Venezia debba nuovamente sposare il mare, non solo in termini simbolici, ma anche rimettendolo al centro della sua catena produttiva, a tutti i livelli e in tutti i settori, dall’industria alla cultura, come avveniva ai tempi della Repubblica Serenissima. La sfida è quella di trovare la chiave per rileggere le attività che ruotano attorno alla nautica e rilanciarle, chiedendo a ogni ente, istituzione o azienda di fare la propria parte. Il Salone Nautico sarà un evento diffuso in tutta la città, attraverso eventi, iniziative, manifestazioni.

Teme la concorrenza di altre rassegne storiche, come quella genovese?

Non c’è alcuna concorrenza con i grandi saloni, tanto che la presentazione ufficiale è avvenuta a Dusseldorf, durante la cinquantesima edizione di Boot. Il Salone Nautico è un’integrazione dell’offerta, in particolare per il mare Adriatico.

Cosa rappresenta questa iniziativa nel rapporto tra Venezia e il mare?

Non è il primo Salone fatto a Venezia, ma è il primo in Arsenale, grazie al supporto prezioso della Marina Militare. Abbiamo scelto come sede il “cantiere” dove nascevano le navi che hanno assicurato la potenza della Serenissima in tutto il mondo navigabile, un esempio precoce di industria che ha radici nel ’500. Il nostro è un vero e proprio appello al popolo del mare perché a giugno si ritrovi a Venezia. In più, un evento del genere può fungere da attrattore verso la scoperta e il potenziamento di altre attività produttive del territorio, in primis quelle di Porto Marghera.

Come si svolgerà la rassegna e quali iniziative in particolare vuole mettere in risalto?

Sarà un Salone a 360 gradi. Oltre alla parte espositiva tradizionale, con grandi yacht ed imbarcazioni, nelle tese dell’Arsenale promuoveremo un concorso internazionale per studi e progetti di barche, spiegheremo il restauro delle navi, ci sarà la possibilità di provare la voga alla veneta, di vedere la centrale operativa del MoSE, organizzeremo incontri sui motori ibridi e le più moderne tecnologie, gare culinarie, attività per i bambini a cui saranno dedicati la visita al sommergibile Dandolo e al Museo Navale, concerti, tra cui quello della Fenice, e spettacoli che contamineranno anche la terraferma.

Un rapporto spesso complesso lega Venezia al mondo delle crociere, che genera un indotto economico importante ma ha anche un impatto ambientale non trascurabile. Qual è la sua opinione al riguardo?

Siamo tutti d’accordo che le navi da crociera non debbano più passare davanti al Bacino di San Marco. La soluzione alternativa, attraverso la bocca di porto di Malamocco, il Canale dei Petroli, il Canale Vittorio Emanuele fino alla Stazione Marittima, o in alternativa fino a Marghera per le navi più grandi, è già stata decisa nel Comitatone del novembre 2017. Manca solo che il governo dia piena attuazione a quell’accordo, così da risolvere uno dei grandi problemi che attira l’attenzione di tutta la stampa nazionale e internazionale, garantendo, al tempo stesso, l’occupazione degli oltre cinquemila lavoratori dell’indotto. Non dimentichiamoci, infine, che a Porto Marghera c’è Fincantieri, dove produciamo proprio le navi da crociera.

Cosa si aspetta Venezia dal mondo della nautica con questa rassegna?

Come amministrazione abbiamo programmato uno sviluppo del Salone su tre anni, perché pensiamo che venire a Venezia sia conveniente, non solo per i dealer, ma soprattutto per chi è già in barca nell’Alto Adriatico. Contiamo che l’industria nautica creda in questa iniziativa e che le dia valore aggiunto. Perché, come dice un vecchio proverbio, chi tocca il mare, tocca il mondo.

 

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