Ray Dalio (Bridgewater)
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Investire in Cina adesso? Un’opportunità storica, parola di Ray Dalio

Ray Dalio (Bridgewater)
Ray Dalio, Co-Chief Investment Officer & Co-Chairman di Bridgewater durante l’intervista sul canale Youtube di Bridgewater

Investire nella Cina è un’opportunità da non perdere. A dirlo Ray Dalio, fondatore del fondo Bridgewater, per nulla preoccupato dall’escalation della guerra commerciale in atto con gli Stati Uniti. Nel corso di un’intervista pubblicata sul canale YouTube di Bridgewater Associates, Dalio ha spiegato come la situazione sia di fatto comparabile a quella di altri momenti della storia e di altre economie che nella storia hanno occupato posizioni di leadership: “Non avremmo forse dovuto investire nei Paesi Bassi dell’impero coloniale olandese?”, si domanda. “Non avremmo dovuto investire nella Gran Bretagna della Rivoluzione Industriale? Allora non avremmo nemmeno dovuto investire negli Stati Uniti d’America”.

Dalio, che dalla Cina racconta di essere stato folgorato nel 1984 “quando il Paese di stava aprendo”, non nasconde di essere “bullish” sull’opportunità di investire a Pechino e sa di avere un pensiero controcorrente in questo particolare momento storico. “Investire in Cina non è né più né meno rischioso che investire in altri mercati”, semmai “è rischioso non investire” in un Paese dove, ricorda, “da allora il reddito pro capite è cresciuto di ventisei volte, il peso dell’economia sul Pil mondiale è passato dal 2 al 22%, la povertà è scesa dall’88% a meno dell’1% e l’aspettativa di vita è cresciuta di 10 anni”.

Investire in Cina è meno rischioso che investire in Europa?

Nel video Dalio argomenta la sua tesi secondo una logica di “diversificazione degli investimenti” e aggiunge: “La questione è se chi investe vuole essere un precursore oppure arrivare dopo gli altri”. Il numero uno di Bridgewater è al contrario più preoccupato dallo stato delle economie occidentali: “Ogni posto è rischioso – prosegue -, l’Europa è molto rischiosa” perché “la politica monetaria sta per finire la benzina, c’è frammentazione politica”, ma soprattutto il Vecchio Continente “non sta partecipando alla rivoluzione tecnologica e potrei andare avanti ancora a spiegare perché investire in Europa è molto rischioso”.

Stesso discorso vale per gli Stati Uniti che Dalio reputa “molto rischiosi per diversi motivi: per la disparità sociale e di ricchezza, per il conflitto in atto tra socialismo e capitalismo, per la frammentazione del decision making e l’assenza di efficacia nella politica militare”.

Dalio – che  con il suo fondo gestisce investimenti per 160 miliardi di dollari – non nasconde che “anche i mercati emergenti hanno i loro rischi e la Cina da questo punto di vista non fa differenza” ma, ribadisce, “quello che è rischioso è non avere diversificazione”, “meglio puntare su entrambi i cavalli in corsa”. A maggior ragione se, come ritiene, “non si andrà verso una guerra in senso classico” tra Stati Uniti e Cina, piuttosto “assisteremo ad una ristrutturazione dell’ordine mondiale in termini di supply chain, di chi produce tecnologie e altri importanti cambiamenti in questo genere di cose”.

Ecco il video integrale dell’intervista:

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