Articolo di Andrea D’Urso per BFCSpace
In quanto a fattori climatici, la Florida non è il posto migliore per far partire una spedizione spaziale. La storia degli Space Shuttle lo dimostra, con i numerosi rinvii causati dal maltempo. Dopo ben nove anni dall’ultima partenza del famoso spazioplano, il copione si ripete: mercoledì 27, Nasa e SpaceX hanno atteso fino all’ultimo, ma il direttore di volo è stato costretto a dichiarare “Hold, hold, hold” a causa del temporale che avrebbe potuto compromettere il lancio.
L’appuntamento con la storia, l’inizio della missione “Demo 2”, è stato quindi rimandato a oggi, 30 maggio, quando in Italia saranno le 21:22 (è possibile seguire l’evento in diretta da qui). Per la prima volta, una compagnia privata trasporterà due astronauti americani sulla Stazione Spaziale Internazionale. Si tratta di Bob Behnken e Doug Hurley, veterani dell’esplorazione che hanno volato nello spazio proprio con gli shuttle. Avranno il compito di testare tutta la strumentazione della Dragon, la navetta realizzata dalla compagnia di Elon Musk, per la sua certificazione finale al volo umano.
I due astronauti resteranno in orbita per un periodo che va dai 30 ai 119 giorni, in base allo stato dei pannelli solari e alla preparazione della missione successiva, che partirà sempre grazie a SpaceX (e che la Nasa presume essere a fine agosto). Di seguito, le fasi salienti del lancio, che vedrà la partenza di un equipaggio americano, dal suolo americano a bordo di un razzo e capsula americana (slogan molto caro agli Stati Uniti).
La preparazione
I due astronauti si sono addestrati per diversi mesi, sia per prepararsi ai compiti che dovranno svolgere sulla Iss, tra cui probabilmente anche una passeggiata spaziale, sia con gli innovativi sistemi di controllo della Dragon. La nuova capsula di SpaceX, infatti, si differenzia molto dalle navicelle usate in passato, con miriadi di pulsanti e leve. Tutta la Dragon viene controllata attraverso i maxi schermi touch posizionati davanti ai sedili dell’equipaggio. SpaceX ha addirittura rilasciato un simulatore per rendere l’idea di come verranno effettuate le manovre di avvicinamento. Potete ingannare l’attesa fino al momento della partenza giocando al simulatore che trovate qui.
Il 13 maggio per Behnek e Hurley è iniziato ufficialmente il periodo della quarantena anche se, causa coronavirus, è già da diverso tempo che alla Nasa hanno adottato misure di sicurezza per evitare di diffondere il contagio. I due astronauti sono rimasti nelle loro case a Houston, in Texas, fino al 20 maggio, giorno in cui un aereo li ha portati in Florida per completare gli ultimi preparativi.
L’attesa fino alla partenza
A 5 ore dal lancio i due astronauti consumeranno il loro ultimo pasto terrestre comodamente seduti a un tavolo. Per le successive settimane, mangeranno svolazzando per la Stazione spaziale.
Dopo mezz’ora si analizzerà il meteo, per decidere se le condizioni permetteranno il lift-off. Il maggiore problema è rappresentato dai forti venti della Florida. In caso di intoppi, Nasa e SpaceX ritenteranno domani, 31 maggio.
La vestizione di Behnek e Hurley inizierà a quattro ore dalla partenza, quando i due indosseranno le innovative tute progettate dalla stessa società di Musk. Gli abiti spaziali sono frutto non solo di attenti studi tecnici, ma anche di design: come per le Sokol, utilizzate per viaggiare con le capsule russe Soyuz, le tute di SpaceX sono pressurizzate, ma con un unico aggancio situato in una tasca sulla gamba, per permettere la sopravvivenza anche in caso di perdite all’interno della navicella.
Gli astronauti americani arriveranno allo storico pad 39A del Kennedy Space Center circa tre ore prima dell’accensione dei motori del Falcon 9. Il viaggio sarà offerto dall’altra società più importante di Musk, la Tesla, la casa automobilistica che produce vetture elettriche. È stato pensionato quindi anche lo storico Astrovan per una più futuristica Model X bianca.
Raggiunta la base del pad, gli astronauti saliranno la torre e percorreranno il lungo corridoio, anch’esso completamente rinnovato, che li porterà fino al portellone di accesso alla Dragon. Saranno assicurati ai loro sedili quando il timer segnerà T-1 ora e 50 minuti. A quel punto il portellone sarà chiuso.
Per garantire una maggiore sicurezza dell’equipaggio, a T-38 minuti verrà armato il Launch Escape System e solo 180 secondi dopo avrà inizio il rifornimento del Falcon 9. In questo modo, se dovessero insorgere problemi durante la procedura, la Dragon potrebbe accendere i suoi 8 motori SuperDraco e portare immediatamente gli astronauti lontano dalla zona di pericolo.
A 45 secondi dalla partenza, il direttore di lancio di SpaceX chiamerà il “Go for launch”, indicando che tutto è pronto per il decollo. I nove motori Merlin si accenderanno a tre secondi dallo zero, per arrivare a regime e sprigionare tutta la loro potenza. Quando il timer segnerà lo zero, il Falcon 9 inizierà la sua ascesa.
Per 11 minuti, gli astronauti continueranno a salire, raggiungendo l’orbita e iniziando il loro viaggio verso la base orbitante.
A differenza dei lanci con le Soyuz, durante i quali l’unica missione è portare gli astronauti in orbita, SpaceX ha un obbiettivo secondario: recuperare il primo stadio del Falcon 9.
Attualmente l’azienda di Musk è l’unica in grado di portare carichi nello spazio e far atterrare in autonomia il primo stadio dei suoi razzi. Anche durante questa missione, il Falcon 9 tenterà il rientro su una piattaforma in mezzo al mare, chiamata Of Course I Still Love You e posizionata a circa 510 chilometri dalle coste di Cape Canaveral.
Il viaggio della Dragon
Una volta arrivata in orbita e sganciata dal secondo stadio, la Dragon inizierà il suo viaggio in solitaria verso la Iss, un viaggio che durerà circa 19 ore. Siccome si tratta ancora di un volo dimostrativo, l’equipaggio dovrà effettuare diversi controlli sui sistemi di navigazione. A 150 metri dalla Iss, Behnek e Hurley assumeranno il controllo manuale della capsula, per testarne gli innovativi comandi. Il controllo manuale servirà per simulare un’avaria alla “guida autonoma” della capsula, senza però eseguire il docking finale, che tornerà a essere affidato al pilota automatico.
Un altro elemento fondamentale che verrà collaudato sarà la toilette. Sì, la Dragon ha anche un bagno. SpaceX è già in contatto con diverse aziende per portare nello spazio dei turisti, che non attraccheranno alla Iss, ma orbiteranno a un’altezza maggiore per circa 5 giorni. È quindi essenziale garantire che chi viaggerà con la capsula di SpaceX, possa utilizzare dei servizi igienici che funzionino adeguatamente.
Behnek e Hurley scopriranno nei giorni successivi al lancio quanto dovranno rimanere nello spazio. Questo dipenderà da come si comporterà la struttura della navicella, ma anche dallo stato dei lavori della Dragon che servirà per la missione successiva, la “Crew-1”, che porterà sulla Iss ben quattro astronauti (su sette di capienza massima).+
Il rientro
A differenza dalla Soyuz o della Cst-100 Starliner di Boeing, la Dragon è progettata per rientrare in mare, come avveniva per le capsule Apollo. SpaceX ha testato a lungo questa procedura grazie agli otto anni di esperienza con le Cargo Dragon, che portavano rifornimenti sulla Iss durante le missioni Commercial Resupply Services, rientrando poi al largo della California
La versione crew della Dragon effettuerà una manovra molto simile, però l’ammaraggio avverrà difronte le coste della Florida.
Una volta sganciata dalla Stazione Spaziale Internazionale, la capsula di SpaceX inizierà le manovre di allontanamento e rientro. Prima di impattare contro l’atmosfera però, verrà sganciato il trunk, la sezione con i pannelli solari, liberano lo scudo termico.
Una volta rientrata in atmosfera, la capsula sfrutterà i suoi sei paracadute. Inizialmente se ne apriranno due, denominati drag parachute, che ridurranno di molto la velocità di caduta, quindi si apriranno i quattro principali. L’azienda di Musk ha eseguito con successo 27 test su queste componenti, realizzate in Zylon, un materiale molto più resistente del nylon.
Nella flotta di SpaceX sono presenti due navi, modificate in modo da recuperare la capsula al rientro. Sono anche dotate di un pad per elicotteri, utilizzato per trasportare gli astronauti nell’ospedale più vicino in caso di emergenza.
Grazie a questo lancio, avrà ufficialmente inizio l’era dell’esplorazione spaziale partecipata da aziende private. Un traguardo fondamentale in ambito economico e geopolitico.
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