Michele Coppola è l’executive director Arte cultura e beni storici di Intesa Sanpaolo, direttore delle Gallerie d’Italia (i tre musei della Banca con sede a Milano, Napoli e Vicenza) e da marzo 2015 coordinatore del progetto cultura di Intesa Sanpaolo.
È consigliere di amministrazione della Fondazione Camera-centro italiano per la fotografia di Torino. Da aprile 2019 è consigliere esecutivo di Intesa Sanpaolo highline, la società che valorizza gli spazi pubblici del Grattacielo di Torino. Michele Coppola è anche consigliere della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro onlus.
La partnership con Artissima di Torino e l’apertura di nuove sedi museali sono alcuni dei nuovi progetti di Intesa Sanpaolo per la cultura. Quali sono i progetti per il futuro dal punto di vista della gestione dei beni artistici, scavalcando le difficoltà legate al 2020, e in una prospettiva di lungo periodo?
Nonostante le difficoltà di quest’anno non abbiamo mai sospeso il nostro impegno e la programmazione di iniziative future. Anche se la pandemia oggi impedisce di frequentarli, i luoghi della cultura sono l’immensa ricchezza delle città italiane. In questi mesi abbiamo continuato a dedicarci alla realizzazione delle nuove sedi museali di proprietà, le Gallerie d’Italia, con la volontà di valorizzare le nostre raccolte d’arte e i palazzi, elemento chiave del Progetto cultura della Banca. A Torino, nello splendido Palazzo Turinetti di Piazza San Carlo, sarà inaugurato il quarto museo di Intesa Sanpaolo, che avrà come principali protagonisti la fotografia e il mondo digitale, a conferma di un’attenzione specifica per la promozione delle collezioni di arte moderna e contemporanea. A Napoli è iniziato il cantiere per il trasferimento del museo nella monumentale sede di via Toledo, che ci permetterà di ampliare l’esposizione permanente e di lavorare sempre più con musei, università e le altre realtà culturali e sociali del territorio.
E la dimensione digitale?
I luoghi della cultura sono insostituibili, ma non possiamo non tenere conto che il contesto che stiamo vivendo ci porta a ripensare le modalità di fare e condividere arte e cultura. Il lockdown ha definitivamente dimostrato che le nuove tecnologie rappresentano un supporto significativo per garantirne l’accesso. Proprio la recente partnership con Artissima ha consentito di presentare la mostra fotografica Folle con immagini dall’archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, in forma esclusivamente digitale all’interno della versione unplugged dell’importante fiera di arte contemporanea.
Se potessimo sintetizzare le azioni che prevedete di mettere in atto, quali sono i valori che ispirano la vostra visione?
Le Gallerie d’Italia nascono con l’intenzione di condividere un eccezionale patrimonio d’arte, al quale dedichiamo continue attività di studio e valorizzazione. A ciò si aggiunge il pieno sostegno alle principali realtà culturali italiane, ancor più in questo momento in cui la crisi sanitaria è diventata un’emergenza economica e sociale. Il progetto Cultura della Banca si prende inoltre cura del patrimonio storico e artistico del Paese, con il più grande programma di restauri a livello mondiale, Restituzioni.
Come direttore delle Gallerie d’Italia in questi anni ha visto la realizzazione di progetti espositivi ambiziosi, in collaborazione con i principali musei nazionali e internazionali tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, l’Ermitage di San Pietroburgo, il Museo Puskin di Mosca, la National Gallery di Londra e la Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra. Parliamo dei progetti espositivi del prossimo Triennio.
La programmazione delle prossime mostre, che dovrà inevitabilmente adattarsi alle evoluzioni dello scenario sanitario, conferma le collaborazioni con musei di tutto il mondo, in una relazione costruttiva che ci permette di dare vita a progetti di studio e di ricerca, di qualità internazionale. È per me doveroso ricordare le esposizioni appena inaugurate nelle tre Gallerie d’Italia, grazie a prestiti da importanti collezioni e musei italiani ed esteri, la straordinaria rassegna Tiepolo a Milano, le mostre Futuro a Vicenza e Liberty a Napoli, che speriamo possano presto essere riaperte e ammirate dai visitatori.
Il futuro di Intesa Sanpaolo vede anche la prosecuzione della linea delle acquisizioni di opere eccellenti? Se sì in quale prospettiva?
L’obiettivo principale del nostro impegno non si concentra sull’acquisizione di nuove opere, anche se non escludiamo questa opzione, come è accaduto in passato. Mi fa piacere sottolineare che in questi anni siamo stati oggetto di molte donazioni, a dimostrazione di quanto progetto Cultura e le Gallerie d’Italia rappresentino ormai un riferimento per artisti, musei e fondazioni private.
Che cosa è il progetto Intesa Sanpaolo highline e come si inserisce nel mosaico culturale della città?
Il grattacielo a Torino unisce, agli ambienti di lavoro, spazi destinati ad appuntamenti culturali aperti a tutti i torinesi. In questi anni abbiamo realizzato iniziative legate al contemporaneo, come la mostra di Emilio Isgrò, le giornate di studio Linee di energia sul restauro di opere del Novecento, le installazioni all’interno della Biennale circular economy&art o la recente ricollocazione nei giardini Grosa, nel mese dedicato all’arte contemporanea, della scultura di Varotsos restaurata. E al grattacielo è accolta la preziosa rassegna L’Ospite illustre, che ha portato in città capolavori dei maggiori maestri dell’arte italiana come Tiziano, Bellini e Bronzino.
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