Un mega tunnel di vetro nella Cour Carrée, a pochi passi dal museo più visitato del mondo e dalla sua Piramide, oggetto di fantasiose leggende metropolitane per il suo presunto legame con il mondo dell’esoterismo. Ai lati della passerella, centinaia di luci al neon e riflessi d’acqua che sembrano ricreare l’atmosfera di un viaggio nello spazio.
Perché come svelato su Instagram qualche giorno prima dello show, il motto della linea primavera estate 2019 disegnata da Nicolas Ghesquière per Louis Vuitton è proprio “immagina un nuovo domani”.
E ci ricorda, non solo per il setting e la location mozzafiato (che per la Paris Fashion Week sono sempre un must), i romanzi di fantascienza di genere distopico di Aldous Huxley. Un viaggio intergalattico, immaginato dalla maison francese per chiudere il fashion month della primavera estate 2019, che segue il ritmo delle note corali firmate WoodKid (pseudonimo del compositore Yoann Lemoine).
L’uomo al centro
Ma i veri protagonisti sono i capi: giacche maschili dalle dimensioni over, tute con stampe immaginarie, bluse metalliche e mini abiti con maniche a palloncino in un gioco tra grafismi e volumi esagerati dove i tradizionali codici estetici della maison svelano un nuovo appeal futurista che siamo pronti a scommettere piacerà tanto ai millennial.
Per gli accessori, le ragazze (un po’ robot un po’ aliene) scelgono stivaletti a punta, mini tracolle con il classico monogram del marchio, clutch coloratissime a forma di navicelle spaziali e borse a mano con dettagli luminescenti. Ad applaudire la nuova travel experience della casa di moda di LVMH anche tantissime celebrity: Cate Blanchett, Alicia Vikander, Catherine Deneuve, Luke Evans e naturalmente in prima fila Antoine Arnault (direttore generale di Berluti e presidente di Loro Piana) insieme alla super modella russa Natalia Vodianova e Michael Burke, presidente e ceo Louis Vuitton con la moglie Brigitte.
Un viaggio creativo
Una collezione tutto sommato fedele all’anima del viaggio, da sempre DNA della casa di moda, raccontata con la stessa coerenza stilistica che definisce lo stile del brand dal 2014, anno in cui Ghesquière (ex Balenciaga) diventa direttore creativo del womenswer LV portando la sua visione (e forte immaginazione) nell’ufficio stile della griffe parigina. Per Vuitton, si sa, la moda ha sempre bisogno di interagire con il mondo dell’arte, sia questa pittura o scultura.
Si pensi alle collaborazioni con Jeff Koons e Takashi Murakami oppure alla Fondazione Louis Vuitton, ideata da Frank Gehry su iniziativa di Bernard Arnault, che da cinque anni sostiene gli artisti contemporanei francesi e internazionali ospitando exhibition ed eventi ad hoc per veri cultori del bello. Come la prossima mostra dedicata a Egon Schiele e Jean-Michel Basquiat visitabile fino a gennaio 2019 nella sede di Avenue du Mahatma Gandhi. Fondata a Parigi nel 1854, oggi i Louis Vuitton, che da marzo 2018 ha affidato le collezioni uomo a Virgil Abloh, propone prodotti di pelletteria, prêt-à-porter, accessori, calzature, orologi e gioielli.
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