All’indomani della tragedia che ha colpito la cattedrale di Notre Dame, i grandi magnati francesi non hanno tardato a offrire il loro supporto economico per la ricostruzione del monumento simbolo della capitale francese. In molti si chiedono come devono essere valutate queste donazioni, seppur senza dubbio sempre e comunque meritorie, in rapporto al patrimonio complessivo di personaggi quali Bernard Arnault o Francois Pinault.
La famiglia Pinault, che per Forbes sarebbe in possesso di un patrimonio netto di 35,2 miliardi di dollari (circa 31 miliardi di euro), ha reagito per prima al disastro comunicando all’agenzia di stampa francese AFP di voler devolvere alla ricostruzione la cifra di 100 milioni di euro tramite la sua società di investimento Artemis, che controlla Kering.
In questo caso la donazione è pari allo 0,32% del patrimonio complessivo.
Appena qualche ora più tardi, a seguire l’esempio di Pinault è stata la famiglia Arnault, che ha destinato 200 milioni alla causa di Notre Dame e che per Forbes ha un patrimonio netto pari a 93,2 miliardi di dollari ovvero circa 82 miliardi di euro. Arnault con la conglomerata del lusso LVMH ha messo a segno nel 2018 un risultato netto di 6,35 miliardi di euro (+18%).
In questo caso la donazione è pari allo 0,24% del patrimonio complessivo, che rappresenta poco più dell’1,5% dell’utile annuale di gruppo.
Per riportare all’antico splendore la chiesa, infine, altri 100 milioni sono stati annunciati da Total, compagnia petrolifera francese con sede a Parigi considerata una delle prime quattro aziende mondiali operanti nel petrolio e nel gas naturale, mentre il gigante del beauty L’Oréal della famiglia Bettencourt Meyers (che per Forbes vanta un patrimonio di 53,2 miliardi di dollari ovvero circa 46 miliardi di euro) insieme alla Fondazione Bettencourt Schueller ha donato 200 milioni di euro (nel 2018 L’Oréal ha registrato utili netti dopo le interessenze di terzi per 3,89 miliardi di euro).
Nel caso della famiglia Bettencourt la donazione è pari allo 0,43% del patrimonio complessivo, ma comunque equivalenti a oltre il 5% degli utili del gruppo.
Senza dimenticare le elargizioni del Comune di Parigi (50 milioni), l’azienda JcDecaux (20 milioni) e i 10 milioni annunciati da Fimalac (società di Marc Ladrei de Lacharriere che controlla Fitch).
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