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14 ottobre 2025

Keanu Reeves tra carriera, filantropia e investimenti in progetti culturali: il lato umano dietro l'attore di Hollywood

Attore riservato e generoso, condivide arte, musica e impegno sociale, trasformando il successo in empatia e creatività.
Keanu Reeves tra carriera, filantropia e investimenti in progetti culturali: il lato umano dietro l'attore di Hollywood

Alessandra Mattanza
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Alessandra Mattanza

“Mi piace condividere i momenti importanti della mia vita con la persona che amo, provo una tristezza indefinita e disarmante, quando lei è distante. In fondo, è anche la mia migliore amica”, confessa Keanu Reeves a proposito della compagna, l’artista Alexandra Grant. Con lei era anche sul red carpet della serata di apertura di Waiting For Godot, all’Hudson Theatre, a Broadway, New York, dove reciterà fino al 4 gennaio 2026. Al Toronto Film Festival ha invece appena presentato la commedia Good Fortune, scritta e diretta, al suo esordio alla regia, da Aziz Ansari, attore e comico, noto per le serie TV Parks and Recreation e Master of None. Keanu non si cimenta spesso nelle commedie, è un introverso, con gli occhi marrone intenso, che talvolta abbassa intimidito quando ti parla. Confessa di essere più attratto da ruoli oscuri, come quelli che ha scoperto in alcuni dei suoi libri preferiti.

Tra libri, arte e cinema: l’intellettuale nascosto dietro l’icona d’azione

Keanu e la sua compagna Alexandra si sono conosciuti a una cena nel 2009 e sono rimasti amici e colleghi per anni, prima di finire insieme nel 2018. Hanno co-fondato una casa editrice, X Artists’ Books, e hanno lavorato a due libri insieme: Ode to Happiness, illustrato da lei, nel 2011, e Shadows, nel 2016. “Fin da bambino mi sono appassionato alla lettura, perché amo le belle storie e mi piace isolarmi nel loro mondo ed estraniarmi da me stesso. Da bambino mi affascinò Il Conte di Monte Cristo di Alexandre Dumas, da teenager mi avvicinai e mi appassionai a Fyodor Dostoevsky. Ho esplorato io stesso l’universo della scrittura quando ho coscritto The Book of Elsewhere, insieme a China Miéville, che ha la mia stessa sensibilità. Ogni volta che scrivo mi colpisce come una storia possa evolvere da sola verso qualcosa di totalmente inaspettato”, racconta. La trama del suo libro si svolge nel mondo della graphic novel Brzrkr.

Affascinato da sempre dalla fantascienza e dai personaggi controversi e complicati, Keanu si è distinto come l’hacker Neo nella quadrilogia Matrix, come il killer John Wick in svariati omonimi film d’azione e avventura, e in thriller di qualità come Point Break di Kathryn Bigelow con Patrick Swayze, come agente dell’Fbi sotto copertura determinato a sgominare una banda di surfisti rapinatori; L’avvocato del diavolo con Al Pacino e Charlize Theron, e il recente Ballerina, con Ama de Armas e Norman Reedus. Keanu ha raggiunto la fama nel ruolo di uno gigolò in Belli e Dannati, di Gus Van Sant, con River Phoenix.

Dalla musica al cinema, dalle radici multiculturali al legame con Toronto: il viaggio eclettico di Keanu Reeves

Oltre che un attore, è un appassionato musicista, un bassista, chitarrista e cantante che ha collaborato con gruppi musicali come Dogstar e Becky. “Prediligo il post-grunge, il rock alternativo e l’indie rock, sono un amante del punk, ma perfino di certa musica più melodica. Spazio tra Fugazi, Joy Division ed Elvis Costello. Ma mi piace lasciarmi sorprendere pure alla musica classica e da note jazz, come quelle di John Coltrane e di Bill Evans Trio. Sono da sempre un eclettico e i miei hobby sono, in fondo, simili al mio lavoro: mi piace leggere, guardare film, ascoltare musica e passare tempo con i miei amici e il mio cane. Per me l’amicizia è uno dei valori più importanti. E, spesso mi vedrete in giro con un libro sottobraccio. Che può altrettanto essere un buon amico”, confessa.

“Il mio nome, Keanu, deriva da un nome molto più lungo hawaiano che significa ‘brezza fresca dal mare verso i monti’. E, spesso, mi è parso che allo stesso modo è stata la mia esistenza, un soffio d’aria che corre nel vento travolto dalla sua natura”. È nato a Beirut, in Libano, da un geologo americano di origini hawaiane, portoghesi e cinesi. Sua madre era una ballerina e costumista britannica. Quando i suoi genitori si separarono, lei si trasferì a Toronto, in Canada, dove lavorò come costumista per musicisti famosi come Alice Cooper e Dolly Parton. Keanu ricorda ancora l’ultima volta in cui vide suo padre, quando aveva 13 anni sull’isola di Kaua’i, alle Hawaii. Ma è il Canada la sua patria: “Sono molto legato a Toronto, perché è dove sono cresciuto. A scuola avevo qualche problema di concentrazione, ma ero bravo negli sport e divenni un valido giocatore di hockey su ghiaccio, mi premiarono come portiere e avrei potuto intraprendere una carriera da professionista” dice. Alla fine, ebbe un infortunio e trovò più interessante la recitazione, perché si addiceva allo stesso modo alla sua indole ribelle e gli permetteva di viaggiare ovunque ed esplorare nuovi universi.

Tra dolore, altruismo e semplicità: il volto umano dietro la leggenda di Hollywood

Se il successo è arrivato presto per lui, attorno ai 25 anni e, al principio del 2025, il suo patrimonio è stato valutato attorno ai 380 milioni di dollari, la sua vita personale è stata piuttosto tormentata. Ha perso la sua fidanzata, morta in un incidente stradale, dopo una festa organizzata da Marilyn Manson a Los Angeles. Con lei aveva già perso una figlia, nata morta dopo il parto. Ancora ricorda quel periodo molto difficile in cui si sentiva alla deriva. Ma nonostante questo immenso dolore, Keanu non ha mai perso la sua empatia e grande generosità. È conosciuto a Hollywood per essere una persona normale, lontano dalle eccentricità della fama. Prende i mezzi pubblici e si dedica alla beneficenza o, semplicemente, cerca di aiutare gli altri come può. Tra i suoi gesti improvvisati si dice che abbia donato parte dei suoi salari dei film The Matrix alla squadra degli effetti speciali e dei costumisti e che abbia regalato agli stuntman motociclette Harley-Davidson. Nel 2011 ha cofondato la Arch Motorcycle, che produce motociclette. Inoltre, ha salvato molti cani, dalla Cambogia agli Stati Uniti. Ma, se glielo chiedete, nega tutto: “Sono una persona molto riservata e non ci tengo a rendere pubblico il mio impegno. Lo faccio perché credo nelle cause e questo è quello che conta per me”. ammette. Così ha cocreato una fondazione privata per la ricerca sul cancro, in onore di sua sorella che ha avuto la leucemia, ed è impegnato in organizzazioni come Stand Up to Cancer, Camp Rainbow Gold, SickKids Foundation, EB Research Partnership e Peta.

In Good Fortune interpreta un angelo che pare assomigliarle sotto molti aspetti.

Sono un angelo di nome Gabriel che perde le ali, mentre fallisce per aver tentato di dimostrare a un uomo in difficoltà, Aziz Ansari, che il denaro non risolve tutti i problemi, scambiando il suo corpo con quello del suo ricco datore di lavoro, Seth Rogen. Il mio angelo va anche in crisi, vedendo tutto il suo lavoro in situazione precaria. Ma non voglio svelare troppo, perché non mi piace chi mi rovina il finale di un libro o di un film.

Come si è trovato sul set insieme a due attori specializzati in commedie?

Ci siamo veramente divertiti e mi ha ispirato la loro capacità di improvvisazione e la loro inventiva. È stato come andare a una ‘scuola di commedia’. E Aziz è stato veramente un bravo regista, non c’è stato un momento in cui mi sono sentito insicuro o fuori posto.

Come si è trovato nel ruolo di un angelo?

Prima di tutto vivo a Los Angeles, che è chiamata la ‘città degli angeli’. Ho sempre creduto che la sua luce, così bianca, intensa, magica, ti faccia sentire felice. Questo personaggio mi affascinava. Mi hanno chiesto chi mi ha ispirato e chi avrei immaginato come mio angelo custode e mi è venuto in mente subito Laurence John Fishburne, con cui ho lavorato nella saga di Matrix.

Questo personaggio le si addice, perché è noto per la sua generosità, di cui pare avere fatto uno stile di vita. E lei una volta ha detto: “Se sei stato brutalmente distrutto, ma hai ancora il coraggio di essere gentile con gli altri esseri viventi, allora sei un duro con il cuore di un angelo”.

In caso, mi definirei un angelo con lati oscuri (sorride, n.d.r.). Per me la generosità fa parte di un’esistenza piena di significato. Per me la vera ricchezza si trova nella gentilezza e nell’empatia, nella compassione e nelle connessioni che creiamo con gli altri, non in quello che possediamo. Credo anche che quando si aiuta qualcuno, non ci si debba aspettare nulla in cambio. Il denaro mi serve per vivere, ma non è tanto importante per me, a parte questo. Preferisco condividerlo con gli altri, invece che dedicarmi ad accumularne sempre più.

Quest’anno l’abbiamo vista anche nel campione d’incassi Ballerina, in cui ha ripreso il ruolo di John Wick.

È un film di killer, ma anche di buoni sentimenti e di cosa è necessario decidere per fare la cosa giusta. Di John Wick mi piace la doppia natura, come marito in lutto e disperato e quella dell’assassino implacabile, e quella sua ricerca di libertà, come una certa empatia che condivido e comprendo personalmente.

Adesso è a teatro invece a New York in Waiting for Godot di Samuel Beckett, un’altra esperienza importante per lei.

Sono stato io a voler portare quest’opera a teatro a Broadway e poi Alex Winter si è unito al progetto e alla produzione. Siamo amici da oltre 36 anni, dopo che abbiamo lavorato nella serie Bill & Ted. Ho pensato che questo potesse creare una forte dinamica tra i due personaggi a teatro, dove tutto deve essere ancora più vero che al cinema. Ogni sera è dal vivo, e diversa. Ho scelto l’opera di Beckett, perché mi intriga come esplori l’amicizia, la fede e le assurdità dell’esistenza.

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