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Rocco Commisso svela a Forbes i suoi piani per il rilancio della Fiorentina

Rocco Commisso è il nuovo patron della Fiorentina. Forbes stima un patrimonio netto di circa 5 miliardi di dollari. (Imagoeconomica)

Articolo tratto dal numero di agosto 2019 di Forbes Italia. Abbonati.

Di Robert Kidd – Forbes Magazine Usa

Nella sua vita Rocco Commisso ha concluso un sacco di affari. Uno dei più veloci è stato quando ha avuto la chance di acquistare la Fiorentina. “Dalla lettera di intenti alla firma e chiusura, penso che siano trascorse meno di due settimane e mezza”, ha detto in un’intervista a Forbes. “Tra l’altro abbiamo firmato e chiuso lo stesso giorno, senza quella due diligence che in genere richiede due o tre mesi”. Commisso, con un patrimonio netto stimato di 5 miliardi di dollari, è il fondatore e ceo della società di telecomunicazioni Mediacom e presidente del club calcistico statunitense New York Cosmos. A 12 anni, è emigrato in America dall’Italia, e in passato non ha fatto mistero del suo desiderio di possedere una squadra di calcio italiana.

Giocatore di talento, Commisso ha guadagnato una borsa di studio per la Columbia University e ha giocato da semi-professionista dopo la laurea. Un mese dopo l’operazione sulla Fiorentina ha dichiarato che si è trattato della sua terza offerta negli ultimi tre anni. L’accordo per l’acquisto del Milan era fallito l’anno scorso.
Il prezzo pagato per il club toscano sembra si aggiri tra i 150 e i 200 milioni di dollari. I Viola hanno chiuso in 16esima posizione l’ultimo campionato di Serie A, a soli due posti e tre punti dalla zona retrocessione.

“L’obiettivo iniziale è fare meglio rispetto allo scorso anno”, ha dichiarato. Commisso non è l’unico patron americano nella Seria A. L’hedge fund Elliott Management infatti possiede il Milan e James Pallotta è presidente e comproprietario della Roma (ma la relazione con i tifosi giallorossi è un po’ complicata: a maggio, in una lettera aperta di 3.151 parole, ha descritto la stagione come un “completo disastro”). Allargando lo sguardo alla Premier League inglese, anche l’Arsenal, il Manchester United e il Liverpool hanno proprietari americani. “Mi piace l’idea di essere diverso da tutte le mie conoscenze che hanno investito nello sport in Italia e in Inghilterra, nessuna delle quali può vantare il mio stesso background. Ho passato molto tempo a giocare a calcio e me ne occupo da 60 anni. Investire è per lo più questione di passione. Il mio scopo nel calcio non è fare soldi. Non voglio di certo perderli, ma non sono qui come uomo d’affari che vuole monetizzare l’operazione. Sono qui soprattutto perché è il mio modo di restituire a questo gioco e all’Italia ciò che il calcio mi ha dato”.

I fan della Fiorentina si aspettano una ricca campagna acquisti durante l’estate, ma il nuovo proprietario del club ha ammonito che le regole di financial fair play imporranno delle vendite per bilanciare la spesa legata ai nuovi acquisti.

“Potrei investire altri soldi senza difficoltà per comprare più giocatori, ma se non sono autorizzato a farlo, che senso avrebbe?”, ha detto. “Chiaramente, se abbiamo un vincolo sugli investimenti in base ai ricavi che generiamo, dobbiamo trovare altri modi per alimentare maggiori entrate. Uno dei problemi che abbiamo riscontrato è che la Fiorentina ha una grande quantità di giocatori ma non necessariamente la giusta qualità. Quindi dobbiamo darci un gran daffare per essere sicuri di vendere, prima di acquistare”.

Secondo Commisso, le regole della Uefa per il fair play finanziario, che puniscono i club che spendono più di quanto guadagnano, rappresentano un “circolo vizioso” per squadre come la Fiorentina. Costruire un nuovo stadio per sostituire l’attuale, vecchio di 87 anni, è un progetto per aumentare i ricavi delle partite. Tuttavia, Commisso afferma che la strada è difficile (lo sa bene l’ex patron Della Valle) a causa della burocrazia e “potrebbe richiedere anni”. Un’altra sfida, più immediata, è il rafforzamento dell’immagine internazionale della squadra e del suo ruolo nel campionato italiano.

“In riferimento alla Serie A, non stiamo andando bene”, ha affermato. “I ricavi totali della massima divisione italiana sono circa un terzo rispetto alla Premier League. Siamo il quarto campionato in termini di fatturato, dietro Inghilterra, Germania e Spagna. “Al di fuori della Juventus, non esiste un club italiano che produca 300 milioni di dollari di entrate all’anno. I 20 club della Premier League invece generano (a livello aggregato) 5,4 miliardi di dollari. Significa che club come il Manchester United possono contare su 600, 700, 800 milioni di dollari entrate. Questo li mette nelle condizioni di comprare il mondo intero”.

Commisso vuole seguire l’esempio della Juventus nel tentativo di attirare più fan statunitensi. È convinto che allestire una partita del campionato di Serie A negli Stati Uniti possa essere una “grande idea”, ma dice che “ci sono molte questioni politiche che lo impediscono”. La Liga spagnola ha tentato di organizzare una partita a Miami la scorsa stagione, ma il Barcellona, una delle squadre coinvolte, ha fatto un passo indietro.

“Il mio compito è cercare di aumentare i nostri ricavi, il che va di pari passo con il volume delle sponsorizzazioni e dei ricavi commerciali”, ha affermato Commisso. “Ci sono alcune cose che potrebbero essere fatte subito. Per esempio qualificarsi per la Champions League. Ma è comunque un mercato competitivo. Quindi a distanza di un mese, penso che dovrò darmi un bel daffare per essere in grado di cambiare le cose radicalmente. Se mi date tempo, ce la farò”.

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