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Così la Val D’Aosta ha realizzato il turismo di classe a emissioni zero

Cogne

Anche un ambientalista duro e puro potrebbe commuoversi arrivando a Cogne, dove qualcuno ha messo in pratica quello che altri si limitano a dire: basta con un modello di sviluppo che presuppone una crescita infinita su un pianeta finito. Crescita, in questa valle benedetta dal Gran Paradiso, significherebbe turismo. Ma quale: quello incardinato sui combustibili fossili? Quello che ogni giorno d’estate fa transitare 2mila auto tra andata e ritorno sull’unica strada di accesso? O quello che per riscaldare hotel e wellness s’inchina ogni inverno al dio gasolio?

La famiglia Celesia – Angelo, Irma, Andrea e Stefania – dimostra il contrario. Ci ha messo una dose di coraggio notevole, ma soprattutto la visione. Questi piccoli Elon Musk valdostani (piccoli perché in valle la rampa di lancio per il razzo su Marte non ci sta) non potevano accettare che la svolta green si limitasse a dare una pennellata di verde alla facciata di un delizioso hotel familiare. E così la facciata è rimasta quella di un elegante chalet, mentre il cuore è una bio-centrale a co-generazione (costata 700mila euro, ecco il coraggio) e alimentata a biomassa (ecco la visione). Cioè legno, che porta questa maison a emissioni zero. Ma un simile business plan energetico, che avrebbe  scoraggiato un falco di Wall Street, è solo il punto di partenza.

L’idea di far arrivare il turismo a Cogne senza gasolio è piaciuta anche a BMW, che di motorizzazioni superlative s’intende come pochi ma ha ugualmente messo sul mercato la i3 elettrica che va come… una vera BMW. Per chi fosse avvezzo alla casa bavarese, passare da un set di cilindri a zero cilindri potrebbe sembrare una scommessa. Specie per salire a 1.600 metri. E invece…Ma la Valle ormai ha un debole dichiarato per i clienti che arrivano a Torino e salgono sull’auto elettrica messa a disposizione dal sistema del turismo valdostano per arrivare ad Aosta, a Pila, a Cogne, col saldo a emissioni a zero.

Bisognerebbe provarla, perché descriverla non è facile, l’emozione di muoversi con sprint senza inquinare, né aria né orecchie. Anche perché, in periodo di lancio, chi prenota una notte in quel di Cogne ha la BMW gratis (d’accordo: “BMW – gratis” sembra un ossimoro, eppure è vero). Tutto molto bello: ma la piscina all’aperto riscaldata? Anche quella viene dal recupero della dispersione della caldaia green; e il tagliaerba? Perché si vede il giardiniere muoversi ma non si sente rumore? Semplice: la falciatrice è elettrica. D’altronde Cogne è, nella classifica internazionale, tra le 100 mete più green al mondo.

I Musk valdostani amano la bicicletta, sia classica che assistita (perché accessibile a tutte le età). Credono inoltre che gli impianti di domani sposteranno persone e non sciatori, dato che lo sci come sport sta mutando, e la voglia di vivere la montagna in modo contemplativo sta prendendo il sopravvento sul gesto tecnico-agonistico di moda un tempo. Qui si viene per vivere un’esperienza alpina senza compromessi, alla quale si aggiunge il tocco del “bosco dei libri” (diffidate degli hotel senza biblioteca…), dal momento che wellness è anche invito a buone letture e non solo coccole e sauna, peraltro imperdibili. Quanti argomenti di conversazione a tavola, mentre la tradizione valdostana si esprime al meglio nei piatti a chilometro zero, assecondati dalla cavalleria (e cioè i vini, che fanno dire ai francesi “chapeau”: un miracolo nel miracolo!), e questa Notre Maison lo diventa davvero “nostra” in una visione ecologica che vuole rivoluzionare in futuro il concetto stesso di mobilità in montagna.

L’inverno è alle porte: da quando c’è la bio-centrale 60 mila euro all’anno non vanno più a chi produce petrolio ma a due famiglie di boscaioli locali che recuperano e gestiscono il legno in eccesso della Valle, per un’economia turistica non solo a impatto zero, ma anche circolare e comunitaria. Ma sempre di lusso. In cosa consista il lusso è evidente. O no?

 

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