Quali sono le banche italiane da mettere in portafoglio. È questo il sunto di una ricerca effettuata dalla banca americana Goldman Sachs e pubblicata oggi. Nonostante un 2019 complesso nel quale gli istituti di credito del Belpaese si sono impegnati a limare la pressione sui ricavi, gli analisti di Goldman Sachs hanno promosso il giudizio su alcune delle più importanti banche italiane.
La banca americana ha sottolineato che gli ultimi 18 mesi “sono stati molto volatili per le banche italiane a causa dell’instabilità politica che ha spinto in alto i rendimenti dei titoli di Stato”. Tuttavia, evidenzia Goldman Sachs, “la situazione si è normalizzata e la Bce ha ripreso il suo programma di Qe alla fine del 2019” . Non è un caso infatti se “gli spread dei titoli di Stato sono ora più bassi rispetto al livello che avevano toccato dopo le elezioni del 2018, ma i prezzi delle azioni bancarie restano inferiori del 20% e quindi vediamo opportunità selettive”.
UBI Banca e Banco BPM sugli scudi
Tra le banche italiane che più hanno convinto a livello operativo gli analisti di Goldman Sachs primeggia UBI banca. L’istituto americano ha infatti promosso il giudizio sulla banca diretta da Victor Massiah, passato da neutral a buy. Ciò significa che – secondo Goldman Sachs – il titolo UBI Banca è da comprare, con un prezzo obiettivo aumentato del 30% da 3,25 a 4,25 euro.
Comprare è anche il giudizio sul titolo di Banco BPM, per il quale l’istituto di credito americano ha fissato un prezzo obiettivo di 2,75 euro. Pollice all’insù anche per Unicredit. La banca guidata da Jean Pierre Mustier, che a dicembre ha comunicato circa 8mila licenziamenti e la chiusura di 550 filiali tra il 2019 e il 2023, per gli analisti di Goldman Sachs merita un buy e aumento del 2,9% del prezzo obiettivo, ossia da 17,5 a 18 euro. Giudizio neutrale e target price fissato a 5,7 euro invece per BPER Banca.
Tra le grandi banche italiane delude invece Intesa Sanpaolo: Goldman Sachs continua a valutarla con un giudizio sell, e quindi da vendere. Questo perché, sottolineano gli analisti, “la valutazione di Intesa Sanpaolo non ha sofferto la tendenza negativa che invece hanno avuto i concorrenti e perché le nostre previsioni di utili e rendimento del capitale sono al di sotto del consenso”.
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