Il coronavirus ferma il Nord Italia e manda in picchiata la Borsa Italiana, in particolare il principale listino di riferimento: il Ftse Mib di Milano. Dopo la chiusura negativa di venerdì 21 febbraio (-1,22%), questa mattina l’indice più importante di Piazza Affari non è riuscito a rialzarsi ed è sprofondato sempre di più, aprendo in ribasso del 3,4%.
Il Ftse Mib a Piazza Affari dopo un’ora di contrattazioni perde il 4%, seguendo quindi la scia della Borsa di Seul che a causa dei nuovi 161 casi di coronavirus ha chiuso negativamente questa mattina. L’indice Kospi ha infatti ceduto il 3,84%.
Borsa Italiana: diversi i titoli sospesi del Ftse Mib
Vista un’apertura così negativa, sono tanti i titoli quotati in Borsa Italiana, e precisamente all’interno del paniere del Ftse Mib, che sono stati sospesi dalla Consob per eccesso di ribasso. Tra questi: CNH Industrial (-5,03%), Ferragamo (-7,27%), Finecobank (-6,71%) e Saipem (-6,79%).
I peggiori del FTSE MIB nel momento in cui si scrive sono però altri sei titoli. Tre di questi hanno aperto le proprie contrattazioni solo da qualche minuto e sono nell’ordine: Amplifon (-10,27), Azimut (-8,80%) e Banco BPM (-6,85%). A questi però si aggiungono anche il titolo Juventus che sta facendo segnare un andamento negativo del 9,95%, Pirelli che sta cedendo il 7,64% e infine il titoli Nexi che sta invece perdendo il 7,10%.
Effetti coronavirus: sale anche lo spread
Oltre all’andamento negativo in Borsa Italiana del Ftse Mib, anche lo spread tra Btp e Bund risente degli effetti del coronavirus. Nelle prime battute il differenziale di rendimento tra titoli decennali italiani e omologhi tedeschi si è ampliato rapidamente di circa 10 punti base.
Se infatti venerdì si era attestato sotto i 135 punti base, adesso si trova in area 146,5 punti base, pari a un +9,25%. Oltre al FTSE Mib, che comunque al momento è maglia nera d’Europa, anche nei principali listini del vecchio continente sono scattate le vendite: Parigi perde il 2,8%, Madrid scivola del 2,25%, Londra arretra del 2,1% e Francoforte del 2,6 per cento.
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