Articolo tratto dal numero di aprile 2020 di Forbes Italia
Di certo non gli piace stare fermo. Alberto Genovese, 42 anni, ha una passione per i viaggi e la disruption digitale: 94 paesi visitati e numerose imprese fondate o finanziate, da Facile.it, venduta nel 2014 per oltre 100 milioni di euro, a Prima Assicurazioni, su cui Goldman Sachs e Blackstone, nel 2018 ha investito 100 milioni. Un fatto eccezionale nel cosiddetto ecosistema italiano delle startup, dove nel 2019 sono stati investiti complessivamente più o meno 600 milioni.
Eppure Alberto Genovese ha continuato a restare dietro le quinte dell’innovation theatre. È più facile incontrarlo, a Milano, nel perimetro attorno a piazza Cordusio – che lui, napoletano, ha eletto a suo territorio, tra casa e ufficio – che a un evento sulle startup. Sempre nella stessa area ha appena insediato il suo personal hub, un edificio dove ha raccolto alcune delle nove startup sui cui ha investito e su cui esercita quello che gli amici definiscono il “Genovese touch”. Che cos’è? “La capacità di riconoscere il talento e mettere insieme team straordinari che ogni giorno sfido dicendo: ‘Fallo succedere!’”, dice chi lavora con lui. “In qualche modo sono diventato una garanzia sulla scalabilità del progetto”, dice lui.
“Dopo l’investimento di Goldman Sachs e Blackstone su Prima mi sarei aspettato qualche telefonata in più”, si lascia sfuggire Alberto Genovese, che sta seguendo un modello molto più diffuso negli Stati Uniti: l’imprenditore seriale che reinveste il frutto dei suoi successi su altre startup alimentando un circolo virtuoso di capitali, competenze ed esperienza. “Finora ho attirato capitali per 160 milioni di euro e creato valore per oltre 1 miliardo. Sono circa 1.200 le persone coinvolte nelle aziende con cui ho a che fare”, ricorda con orgoglio e soddisfazione.
Bocconiano, consulente prima in McKinsey poi in Bain, Alberto Genovese nel 2005 entra in eBay dove si occupa di motors e new business e si innamora della tecnologia. “La prima idea nasce su una terrazza romana, chiacchierando con quello che sarebbe diventato il mio socio sulla difficoltà di trovare velocemente online la polizza auto più conveniente”, racconta. “Nel 2008 cominciamo lavorando la sera e i weekend a un software che trova i prezzi sui siti delle compagnie e li mette a confronto”. Nel 2010 si dimette dal proprio lavoro e nasce Facile.it, una delle storie di successo dell’ecosistema italiano delle startup: prima l’investimento della famiglia Berlusconi, poi nel 2015 la exit da 100 milioni.
“‘Perché non sono andato a riposarmi?’ mi domando ogni giorno”, dice ridendo Genovese che, ovviamente, non si è fermato. “A me appassiona vedere nascere e crescere un’impresa. Creare qualcosa che coinvolge centinaia di giovani come quelli che adesso lavorano nel nuovo hub”. Con Facile.it ha imparato a conoscere il mondo delle assicurazioni, su cui decide di applicare la regola fondamentale del suo metodo: “Individuare un’industria con alti margini, dove gli incumbent, le aziende che hanno posizioni dominanti sul mercato, sono fermi agli anni ’90 ed entrare con la tecnologia per creare valore”.
Fare il digital raptor gli riesce bene. Nel 2014 Alberto Genovese fonda con George Ottathycal (altro ex consulente di Bcg) Prima Assicurazioni, agenzia digitale che distribuisce polizze Rc auto, moto e furgoni. Nel 2019 ha raccolto oltre 130 milioni di premi, ha stretto partnership con aziende come Telepass e Conad. Nel 2020 punta a superare il milione di clienti (ne ha già circa 530mila) e alla leadership in Italia. “Ci sono circa 40 milioni di veicoli e solo quattro milioni sono assicurati online”, argomenta Alberto Genovese. “Quindi Prima può diventare rapidamente leader. Se poi il mercato cresce, meglio ancora. Dal 2021 poi cominceremo a guardare altri mercati”. Stesso copione per Brumbrum.it, fondata nel 2015 con un altro ex consulente (McKinsey), Francesco Banfi: una piattaforma per la compravendita di auto, finanziata nel 2019 da Accel, il fondo che ha investito su startup come Spotify o Deliveroo.
Ovvio, quindi, che il presidente della Alberto Genovese Technologies abbia molto da trasferire ai “ragazzi” di Abiby, Mirta, Zappyrent e Jobtech. E ovvio che non possa restare fermo. Le industrie in cui portare la rivoluzione digitale sono ancora molte. E i 94 paesi che ha visitato sono poco meno della metà degli Stati sovrani nel mondo.
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