Il Fondo Monetario internazionale ha stimato negli ultimi giorni una recessione globale per il 2020 pari al 3% e per i soli Stati Uniti del 5,9%. Difficile, anche leggendo questi numeri, immaginare attività economiche che siano in grado in questo momento di portare avanti con efficacia il proprio business. Sparpagliati per tutta America ci sono però alcuni ristoranti che fanno eccezione: partendo dalla solidarietà che tanto si sta facendo notare in queste settimane sono infatti stati in grado di adeguarsi al coronavirus senza perdere come obiettivo finale quello di aiutare gli operatori medici e sanitari in prima linea contro l’emergenza.
Joseph Johnson è il proprietario di Fieldtrip, ristorante del quartiere di Harlem a New York, tra le città più colpite a livello mondiale dal coronavirus. La moglie di Johnson è infermiera ed è proprio da una sua testimonianza che tutto è partito, come raccontano il New York Times e la CNBC. Dopo essere rientrata da un estenuante turno di lavoro, la donna chiede al marito se ha cucinato qualcosa per lei, visto che nelle dodici ore in cui è stata impegnata non ha avuto nemmeno il tempo di fermarsi qualche minuto per mangiare. “È una situazione pazzesca. Il Covid è pazzesco” riesce a dire la moglie al marito, prima di scoppiare in lacrime. Così Johnson invia 40 ciotole di riso, specialità del suo ristorante, con carne, pesce, verdure e altri contorni all’Harlem Hospital Center, scrivendo poi su Twitter che avrebbe continuato a portare pasti caldi agli ospedali della sua zona. Sono proprio i social a dare un’ulteriore spinta a questa storia come racconta lo stesso Johnson: “Due persone mi hanno risposto su Twitter dicendo: “Voglio inviare cibo attraverso di voi ragazzi domani”. Ho pensato “Oh mio Dio, in questo modo posso richiamare due membri del mio team”, perché non c’è modo di soddisfare questa richiesta da solo”.
Le persone dello staff richiamate sono diventate poi 7, sulle 10 inizialmente lasciate a casa dopo le misure di contenimento attuate anche a New York e in tutti gli Stati Uniti. Obiettivo possibile grazie al sistema costruito a partire da quel primo tweet di risposta: ogni ciotola costa 10 dollari e per ogni acquisto online i clienti hanno la possibilità di donare 8 dollari per un pasto gratuito. All’inizio di aprile Johnson e il suo team avevano ricevuto donazioni per circa 15.000 dollari, cifra che ha permesso la donazione di 1875 pasti. “È diventato un circolo virtuoso – ha spiegato Johnson – Io ho potuto consegnare pasti, le persone donano e diventano “sponsor” di una delle mie ciotole, in questo modo il mio staff è potuto tornare al lavoro”. I donatori ora arrivano da tutti gli Stati Uniti, con i pasti di Fieldtrip che sono arrivati anche ad altri ospedali di New York come il New York Presbyterian Upper Manhattan, il Metropolitan Hospital Center e il Mount Sinai Hospital.
Se a New York c’è Fieldtrip, in California un’iniziativa simile è stata possibile con J. Kenji Lopez-Alt, chef e partner della birreria Wursthall a San Mateo, città di circa 105mila abitanti a sud di San Francisco. Anche lui come tutto il settore della ristorazione travolto dall’emergenza COVID, con le disposizioni che chiudono le attività e i dipendenti che restano senza lavoro. Per non buttare via il cibo già arrivato presso il locale, Lopez si mette a cucinarlo per tutte quelle persone rimaste senza un lavoro e che possono avere difficoltà a procurarsi da mangiare. Per allargare ed estendere questa sua iniziativa, Lopez ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma per la diffusione di contenuti digitali Patreon, con tutto il ricavato che viene utilizzato per la realizzazione di altri pasti da donare. Sempre la CNBC ha raccolto la testimonianza di Kenji che racconta così quello che sta accadendo: “Abbiamo iniziato con i nostri menu da asporto, dove direttamente si può semplicemente acquistare una confezione di pasti per qualcun altro a 10 dollari”.
Patreon però permette di diventare anche donatori ricorrenti e così sia nella seconda parte di marzo sia nella prima parte di aprile le donazioni giunte alla pagina hanno superato i 5000 dollari: cifre che al 13 di aprile hanno permesso a Wursthall di distribuire qualcosa come 1440 pasti che sono arrivati a strutture sanitarie di San Francisco come il Mission Neighborhood Health Center e lo Zuckerberg San Francisco General Hospital and Trauma Center. Lopez ha potuto così richiamare parte del suo staff per aiutarlo a soddisfare la richiesta di pasti e l’intento, sempre a suo dire, è quello di aggiungere una persona alla settimana alla squadra fino a quando sarà possibile rispettare le misure di sicurezza in vigore.
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