Il mondo assicurativo-bancario italiano continua a tenere su di sé i fari puntati degli investitori e della Borsa Italiana. Dopo l’avanzata di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca (che vede in gioco diversi attori principali proprio di questo settore), anche Generali ha deciso di scendere in campo e di mettere a segno un’importante operazione di mercato: un’iniezione da 300 milioni di euro in soccorso della concorrente Cattolica Assicurazioni, tramite la sottoscrizione di nuovi titoli a 5,5 euro per azione. Operazione che permette alla stessa Generali di assicurarsi il 24,4% della società veronese, quotata sul Ftse Mid Cap, e di diventarne principale azionista.
Ma non è finita qui. Oltre a questo, il leone triestino ha dato la disponibilità a sottoscrivere pro-quota anche il successivo aumento da 200 milioni di euro che sarà deliberato a favore di tutti gli azionisti (l’assemblea dei soci è in programma tra due giorni, sabato 27 giugno). Si tratta, quindi, di un investimento pari a 500 milioni di euro.
I motivi dell’operazione Generali-Cattolica Assicurazioni
Se sulla modalità dell’operazione non vi sono dubbi, visto che in una nota congiunta le due società hanno anche spiegato che dal punto di vista della forma giuridica e della governance l’accordo prevede “la trasformazione di Cattolica da cooperativa a società per azioni (con effetto dal 1° aprile 2021)” e che “l’adozione di modifiche statutarie a tutela dell’investimento (in vigore sino alla data di efficacia della trasformazione) costituiscano condizioni sospensive per l’ingresso di Generali nel capitale di Cattolica come azionista rilevante”, dall’altra i motivi di questa avanzata potrebbero anche andare oltre rispetto a quelli indicati dalle due aziende.
L’operazione è in grado – come affermano Generali e Cattolica – di “generare opportunità e benefici diretti immediati per i due gruppi su 4 aree strategiche di business (Asset management, Internet of Things, Business Salute e Riassicurazione)”, ma avviene in prossimità di un momento molto particolare: quello dell’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, che potrebbe già concretizzarsi nelle prime settimane di luglio.
Ma esiste un nesso tra le due operazioni? Secondo alcune voci che circolano tra alcuni operatori del settore, assolutamente sì. Anche se parlare di grandi manovre nel settore bancario-assicurativo italiano potrebbe sembrare eccessivo. Cattolica Assicurazioni ha, proprio con Ubi Banca, un accordo di bancassurance la cui scadenza è stata prorogata dal 30 giugno prossimo al 30 giugno 2021. Inoltre, a fine febbraio aveva raddoppiato (dallo 0,5% all’1,01%) la sua partecipazione in Ubi Banca, investendo circa 15 milioni di euro e aderendo al patto Car, da sempre contrario all’offerta messa sul piatto da Intesa Sanpaolo. A questo è da aggiungere che in caso di successo dell’operazione Intesa-Ubi, parte delle attività assicurative verrebbero assorbite dalla concorrente Unipol.
Una boccata d’ossigeno per Cattolica Assicurazioni
È necessario sottolineare anche un altro aspetto, ossia che l’operazione avviata da Generali arriva dopo un 2019 molto complicato per la compagnia veronese, sia per l’addio molto discusso dell’amministratore delegato Alberto Minali (che ha anche chiesto un risarcimento dei danni pari a 9,6 milioni di euro) sia per aver registrato un utile netto in calo di quasi il 30%, aspetto che ha costretto la compagnia a rivedere gli obiettivi del suo piano industriale.
In secondo luogo, un mese fa, precisamente a fine maggio, la compagnia ha ricevuto una lettera molto dura da parte dell’Ivass, l’Autorità di controllo del mercato assicurativo. Proprio questa potrebbe essere stata probabilmente decisiva per l’affondo da 500 milioni di Generali, visto che l’Autorità ha chiesto a Cattolica Assicurazioni “tempestivi interventi di patrimonializzazione” a causa del “deterioramento delle condizioni di solvibilità”.
Warren Buffet intanto esulta
E se Cattolica Assicurazioni può respirare, dall’altra parte c’è anche chi si gusta con piacere questa battaglia: Warren Buffet. L‘avanzata di Generali gli ha permesso di limare notevolmente le perdite che negli ultimi due anni con la società veronese.
Nel 2017, infatti, con un investimento pari a circa 115 milioni di euro Warren Buffett si era aggiudicato poco più del 9% della compagnia assicurativa. Una decisione non affatto fruttuosa, in considerazione del fatto che per rilevare la suddetta quota ha investito 7,5 euro per azione, contro i 3,77 euro registrati al termine della seduta di ieri.
Oggi però qualcosa è cambiato per il numero uno di Berkshire Hathaway. Infatti, grazie alla diffusione del comunicato stampa redatto proprio da Generali e Cattolica Assicurazioni, le azioni di quest’ultima sono schizzate in Borsa Italiana, passando dal prezzo di 3,77 euro per azione di ieri a quello odierno di 4,77 euro per azione: quasi il 32% in più (tra l’altro, a inizio seduta, il titolo della società veronese era volato a +44%).
Ciò significa che se fino ieri la quota azionaria in possesso di Warren Buffet aveva un valore economico di circa 57,8 milioni di euro (praticamente la metà del suo investimento), adesso è pari a circa 73,1 milioni di euro, ossia 16 in più in meno di 24 ore.
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