Quale sarà il futuro dell’Inter FC? Davvero Suning si appresta a vendere? E quale sarà l’impatto sulle operazioni di calciomercato? Sono i quesiti che in questi giorni si pongono in tanti, tifosi dei nerazzurri e non solo, dato che la crisi sta mettendo a dura prova i conti del calcio.
Disimpegno in vista?
A cavallo del nuovo anno hanno preso corpo i rumors relativi a una presunta cessione del pacchetto di controllo dell’Inter. Si è parlato di movimenti in corso ai piani alti del club alla ricerca di un compratore. Voci smentiti dalla famiglia Zhang, proprietaria del club, con un messaggio netto: “In merito ad alcune speculazioni pubblicate in data odierna, con particolare riferimento alle ipotesi di cessione di FC Internazionale Milano, il presidente Steven Zhang smentisce categoricamente quanto erroneamente riportato e precisa che si tratta di notizie prive di ogni fondamento”.
I conti in tasca a Suning
Zhang Jindong, proprietario del gigante degli elettrodomestici e dell’e-commerce Suning e proprietario del presidente del club meneghino, è accreditato da Forbes di un patrimonio personale intorno ai 7 miliardi e mezzo di dollari. Un valore che lo rende tra i più ricchi della Cina e di tutta l’Asia. Ma anche lui si trova a fare i conti con il difficile momento congiunturale e in più deve essersi reso conto che raggiungere la redditività con il business del calcio è tutt’altro che facile. Tra acquisizione del club nel 2016, spese per l’acquisto dei calciatori e copertura dei bilanci (il solo esercizio 2019/2020 si è chiuso lo scorso 30 giugno con un passivo di 102 milioni), finora ha sborsato circa 640 milioni di euro.
Di pari passo la prospettiva di dotare il club di un nuovo stadio, che garantirebbe ben altre entrate rispetto al Mezza, in affitto dal Comune di Milano. Di fronte a questa situazione, il club ha raggiunto un accordo con i tesserati per posticipare il pagamento degli stipendi di luglio e agosto 2020 al mese prossimo.
Alla ricerca di nuove risorse
La prolungata chiusura degli stadi e il crollo dei consumi che evidentemente ha inciso anche sulle entrate dal merchandising avrebbero spinto Jindong e Steven Zhang a cercare nuovi investitori.
Dato per scontato che i vecchi stipendi verranno saldati, il problema principale si porrà nei prossimi mesi, quando dovranno essere rifinanziati i due bond da complessivi 375 milioni di euro (che scadono nel 2022, di solito l’operazione arriva qualche mese prima della scadenza) e dovrà essere fatto un aumento di capitale.
Chi potrebbe entrare
Date le disponibilità finanziarie dei Suning, non appare impossibile reperire credito dalle banche. Resta capire se gli imprenditori cinesi hanno voglia di andare avanti con questa avventura o se, quanto meno, puntano a trovare dei partner. Viste le più recenti manovre nel mondo del calcio (come nell’asta dei diritti tv per la Serie A), oggi i soggetti più accreditati per un investimento di questo tipo sono i fondi di private equity. Si è parlato di colossi come Bc Partners e Cvc (lo stesso fondo che ha rilevato in cordata i diritti tv della Serie A), che non hanno disponibilità finanziarie enormi, ma non sono certo soggetti pronti a sperperare denaro o a investire con un’ottica di lungo termine. I fondi private, infatti, hanno una logica di medio periodo, dopo di che sono chiamati a dismettere l’investimento e remunerare i sottoscrittori.
Cosa c’entra Mr. Alibaba
Si è parlato anche di un possibile interessamento da parte di Jack Ma, fondatore di Alibaba. Il Corriere della Sera ha scritto che la famiglia Zhang avrebbe dato in pegno alla Taobao, una controllata di Alibaba, il 100% di Suning Holdings Group, la società che include – tra le altre – anche la quota di controllo della squadra guidata da Antonio Conte. Dell’operazione, pubblicata sul database dell’Agenzia di informazioni creditizie cinese, non è però nota la contropartita ottenuta da Suning a fronte della garanzia.
Secondo un portavoce di Suning “il pegno azionario è una normale cooperazione d’affari che non ha alcun impatto materiale sullo sviluppo strategico e sulle operazioni di Suning.com”.
Il concetto di pegno fa correre la memoria alla scalata al Milan da parte di Yonghong Li, che si era fatto finanziare dal fondo Elliott, in cambio del pegno sull’asset. Di fronte alle difficoltà di onorare l’impegno, il fondo aveva escusso il pegno e preso il controllo della società rossonera. Succederà lo stesso? Appare molto difficile, dato che Suning è una realtà molto più solida dell’oscuro finanziere Li, ma è un dato di fatto che questo grande dinamismo ai piani alti della società cela qualche difficoltà a livello finanziario. Quanto meno appare scontata l’austherity nella campagna invernale del calciomercato in corso e, con ogni probabilità, in quella della prossima estate.
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