Le prime 47mila dosi del vaccino anti-Covid di Moderna, il secondo approvato dalle autorità europee dopo quello di Pfizer/BioNTech, sono entrate in Italia alle 2 del mattino di oggi, 12 gennaio. Il furgone, partito dal Belgio, è arrivato nella notte al passo del Brennero, accompagnato da guardie giurate. Dopo il valico, dove la scorta è passata al settimo reggimento carabinieri di Laives, si è diretto verso l’Istituto superiore di sanità di Roma. Da lì il vaccino sarà distribuito ad altre regioni, con priorità a quelle con una maggiore quota di ultra-ottantenni.
Nelle stesse ore in cui il vaccino viaggiava verso l’Italia, durante la conferenza annuale sulla sanità organizzata da J.P. Morgan, l’amministratore delegato di Moderna, Stéphane Bancel, ha assicurato che “l’immunità durerà almeno un anno. Dobbiamo verificare se sia possibile estendere la protezione con l’aggiunta di una terza dose”. Pochi giorni fa, in occasione di un evento di Oddo Bhf, Bancel aveva sottolineato che non c’è modo di prevedere con esattezza la durata della protezione. Aveva parlato allora di un’immunità “potenzialmente di un paio d’anni”.
Bancel si è detto anche convinto che l’azienda riuscirà a produrre tra 600 milioni e un miliardo di dosi di vaccino entro quest’anno. Il valore complessivo delle vendite sarà di 11,7 miliardi di dollari.
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Il vaccino e le varianti del Covid
Moderna ha fatto sapere anche di ritenersi in grado, grazie alla tecnologia a mRna utilizzata, di fronteggiare anche le varianti del virus, come quelle che stanno circolando in Sudafrica e nel Regno Unito. Dichiarazioni analoghe a quelle arrivate nelle scorse settimane da Pfizer e BioNTech. Proprio BioNTech, sempre alla J. P. Morgan Healthcare conference, ha annunciato la produzione di due miliardi di dosi vaccino per il 2021. L’aumento rispetto alle stime precedenti è dovuto alla possibilità di estrarre sei dosi, anziché cinque, da ciascuna fiala.
Intanto l’Ema, l’agenzia europea per i medicinali, ha ricevuto la richiesta per la commercializzazione d’urgenza del vaccino sviluppato da AstraZeneca e dall’università di Oxford, già autorizzato in diversi Paesi, tra cui Gran Bretagna, India, Argentina, Messico e Marocco. La risposta dovrebbe arrivare entro il 29 gennaio.
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