Investments

Tutti pazzi per le Spac: ora anche il fondo Elliott di Paul Singer ci sta pensando

L’hedge fund manager Paul Singer, fondatore del fondo Elliott

Mancava solo lui, Paul Singer, investitore attivo, anzi aggressivo per eccellenza, che tra le varie vittime conta nientemeno che l’Argentina. Secondo il Wall Street Journal, l’altra mattina, alcuni dei suoi clienti (i principali fondi speculativi) sono stati riuniti a Wall Street dalla sua società Elliott Management che, tra l’altro controlla il Milan, per partecipare al finanziamento di una Spac, (Special Purpose Acquisition Company) per un miliardo abbondante di dollari. Ovvero una formula, quella del veicolo di investimento promossa, per effettuare uno o più investimenti. In quale direzione? Per ora non si sa. O quantomeno nessuna indiscrezione è filtrata dalla riunione. Ma non è escluso che i luogotenenti di Singer, tra l’altro grande azionista di Tim, abbiano evitato di fornire dettagli di qualsiasi tipo. Tra le caratteristiche delle Spac, spicca la possibilità di poter raccogliere capitali “al buio” senza dover precisare preventivamente la destinazione finale dell’investimento.

E’ questa probabilmente una delle ragioni che stanno determinando il successo della formula che sembra fatta apposta per sfruttare le caratteristiche dell’attuale congiuntura: forte liquidità sul mercato, grande propensione all’investimento da parte del pubblico, preoccupato di arrivare in ritardo all’appuntamento con il Toro, ovvero la possibilità di offrire rapidamente nuovi prodotti a una domanda a caccia di titoli e di idee. In una situazione del genere conta la qualità e la reputazione degli attori ma anche la rapidità nell’arrivare al pubblico nel più breve tempo possibile, proprio quel che si ripromette Singer. E non solo lui.

In meno di due mesi da inizio anno le varie Spac hanno già raccolto 35 miliardi di dollari in 116 operazioni, numeri che rendono credibile l’obiettivo di abbattere il record del 2020 (85 miliardi in tutto). In una sola giornata, il 5 febbraio, si è registrato il varo di dieci Spac con le caratteristiche più varie promossi dalle personalità più disparate, compresi leader che non è facile associare a una strategia finanziaria: ci sono personaggi dello sport come Alex Rodriguez, la star degli Yankees preceduto l’anno scorso nientemeno che da Shaquille O’Neal, il gigante del basket. O politici come il repubblicano Paul Ryan a caccia di un rilancio dopo le turbolenze dell’era Trump. Si ha il sospetto che certi nomi abbiano la funzione di specchietti per attrarre l’attenzione del pubblico, secondo le tecniche del marketing.

Le tante Spac in offerta, del resto, hanno dimensioni molto contenute per le dimensioni delle Borse Usa. In media si tratta di iniziativa di qualche centinaio di milioni, poca roba rispetto ai deal cui ci hanno abituato Bill Ackmann o Elliott che, forte di un portafoglio di asset per 42 miliardi di dollari, in questi anni ha evitato bersagli troppo piccoli. Ma mister Singer non è tipo da star fuori ai trend del mercato. Perciò non stupisce la nascita della sua Spac che potrebbe partecipare a un’operazione da alcuni miliardi di dollari. O inserirsi, via Spac, in un mercato nuovo ma in grande espansione. Quello dell’industria spaziale, ad esempio, dove a fianco di SpaceX, l’avventura spaziale di Elon Musk, e di Blue Origin, di Jeff Bezos, si moltiplicano le missioni degli armatori delle esploratori di oggi.

Tra questi spicca la coppia Mark Benioff, numero uno di Salesforce, e di Eric Schmidt, già numero uno esecutivo di Google. I due hanno appena lanciato Astra, una specie di agenzia postale dello spazio che, dalla fine di quest’anno, si propone di effettuare lanci low cost nello spazio a partire dalla fine di quest’anno. La società, che già vanta un contratto con la Us Space Force, progetta un lanciatore in grado di spedire un drone nello spazio capace di viaggiare alla velocità di 25 mila miglia all’ora e di raggiungere qualsiasi meta sulla terra in 45 minuti. A un costo di 3 milioni di dollari, grosso modo un quarto dei satelliti della Virgin di Richard Branson, un altro concorrente all’esplorazione nei nostri giorni che in qualche maniera ricordano le gesta dei vari Colombo e Vespucci. Anche loro, a fine Quattrocento, entrarono in azione grazie alle Spac dell’epoca.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .