È stata mostrata dal vivo, da Fassina in Corso Sempione a Milano, in una preview esclusiva e privata (e senza possibilità di diffondere immagini prima del reveal ufficiale di questa notte). La McLaren Artura è davvero suadente da guardare e sconvolgente da concepire: una McLaren con la spina non si era mai vista perché il peso dell’ibrido è nemico giurato delle performance, ma sembra che a Woking siano riusciti a quadrare il cerchio. La promessa è semplice, quanto complicata da mantenere: ibrida plug-in sì, ma con il dna sportivo di una vera McLaren. Una sfida epocale, segno dei tempi che cambiano e impongono stravolgimenti impensabili fino a qualche anno fa. Quando potremo metterci al volante sapremo davvero se la promessa è stata rispettata. Intanto dobbiamo accontentarci di qualche foto e di una scheda tecnica con numeri di tutto rispetto: 680 Cv per 1.395 kg di peso a secco (4,88 kg/Cv), 720 Nm di coppia per uno scatto 0-100 km/h in 3” e 330 km/h di velocità massima.
Artura è stata presentata con un’anteprima globale virtuale dalla sede McLaren di Woking, dove si concentra tutta l’esperienza ingegneristica McLaren delle auto da corsa e stradali che ha permesso di realizzare una supercar ibrida ad alte prestazioni di nuova generazione. Definita Hph (High performance hybrid), l’Artura è inedita sotto ogni aspetto, pur mantenendo invariata la filosofia concettuale della casa: due posti secchi, motore centrale posteriore e linee disegnate dal vento con il tipico frontale corto e compatto.
Alimentata da un nuovo propulsore ibrido che combina un V6 di 3 litri turbo da 585 Cv di potenza e 585 Nm di coppia sviluppato appositamente per Artura e da un motore elettrico a flusso assiale (novità nel settore) da 95 Cv e 225 Nm integrato nel cambio automatico a doppia frizione a 8 rapporti con differenziale dotato di torque vectoring – per una potenza totale del powertrain di 680 CV e 720 Nm. L’Artura è basata sulla nuova piattaforma Carbon Lightweight Architecture che garantisce un peso a secco ridotto ad appena 1.395 kg. Il risultato è un rapporto peso/potenza di 488 Cv per tonnellata, sinonimo di prestazioni high performance: 0-100 km/h in 3″, 0-200 km/h in 8″3 e velocità massima (autolimitata) di 330 km/h. Il powertrain elettrificato porta in dote consumi ridotti (5,5 l/100 km) ed emissioni da citycar (129 g/km), oltre alla possibilità di guidare in modalità 100% elettrica per 30 km grazie alla batteria al litio da 7,4 kWh.
Quattro le modalità di guida previste: E-Mode, Comfort, Sport e Track. Si può così gestire al meglio la riserva di energia nelle batterie per viaggiare 100% ad emissioni zero, sfruttando anche il motore termico per ricaricare la batteria prima di guidare elettrico, oltre a rigenerare l’energia cinetica in decelerazione e frenata. In Sport il motore elettrico supporta quello termico per ottimizzare le prestazioni e in Track garantisce sempre la giusta riserva di energia elettrica per le massime prestazioni in pista.
L’abitacolo, più spazioso rispetto ai modelli passati, è incentrato attorno al nuovo sistema di infotainment MIS II che si presenta con un display centrale da 8″ con sistema operativo Android che integra il McLaren Track Telemetry, Variabile Drift Control, mirroring per smartphone e l’inedita sezione dedicata alla gestione degli ADAS (tra gli altri Adaptive Cruise Control con funzione Stop-Go, Lane Departure Warning, Road Sign Recognition e High-Beam Assist). I comandi delle modalità di guida a bilanciere, divisi tra powertrain e handling, sono collocati in alto ai bordi del cupolino del cruscotto, a portata di dita senza staccare le mani dal volante.
La strumentazione è solidale con il piantone dello sterzo regolabile così da mantenere sempre la corretta distanza dei comandi dalle dita del guidatore e permettergli di passare da una modalità di assetto e prestazioni all’altro con un semplice movimento. Il volante privo di comandi secondari è abbinato ai paddle del cambio, mentre per i sedili sono previste due distinte configurazioni: Comfort con regolazioni elettriche e Clubsport che offre regolazioni manuali nell’ottica di un ulteriore risparmio di peso (stimato in 9,5 kg). Una “regola aurea” quella del contenimento del peso che ha interessato l’intero sviluppo della Artura. Ogni scelta tecnica è stata dettata dall’ottimizzazione del rapporto peso/prestazioni. L’utilizzo della nuova monoscocca (82 kg) che integra la rete di connessioni dei sistemi elettronici di bordo ha consentito di ridurre del 25% i pesanti cablaggi; il vano batteria – creato su misura – ha permesso l’utilizzo di un accumulatore più piccolo e leggero (88 kg); il motore elettrico pesa la metà di quello della P1 (15,4 kg), mentre la scelta del V6 in luogo del V8 biturbo ha consentito di risparmiare altri 50 kg. Infine il cambio automatico è dotato di una marcia in più rispetto alle McLaren V8, ma non prevede la retromarcia, gestita dal motore elettrico per ridurre peso ed ingombri della trasmissione.
Gli ordini per la Artura sono già aperti, con le prime consegne previste nel terzo trimestre. Il prezzo nel Regno Unito parte da 185.500 sterline (intorno ai 230mila euro in Italia) per la versione “base”. Artura è infatti disponibile in altre tre varianti: Performance, dotata di un’estetica più sportiva e funzionale; TechLux, dove il focus è sul lusso tecnico; e Vision, che mostra un aspetto più avantgarde ed avventuroso. Tutte sono garantite cinque anni, che diventano sei per la batteria del sistema ibrido. Essendo la prima della sua specie, c’è da scommettere che le prenotazioni fioccheranno alla svelta, allungando fin da subito i tempi d’attesa per godere prestazioni da supercar senza far storcere troppo il naso a Greta.
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