Sequoia Capital continua a investire nelle piattaforme virtuali decollate grazie al lockdown. Dopo aver sostenuto lo sviluppo di Zoom – i cui ricavi sono arrivati a 2,65 miliardi di dollari – e di Slack, presente ormai in 150 paesi del mondo, adesso rivolge le sue attenzioni verso la startup Gather, che dà la possibilità di creare eventi virtuali: incontri di lavoro, ma anche party, riunioni tra amici e altre occasioni ludiche.
L’amministratore delegato di Gather, Philip Wang, ha annunciato che la società ha raccolto 26 milioni di dollari in un nuovo round di finanziamento, con la regia di Sequoia Capital e l’adesione di altri investitori, tra cui business angel come Kevin Hartz, Dylan Field e Jeff Weiner, oltre a Index e YC Continuity.
Chi sono i fondatori di Gather
Gather è una startup con uno staff di appena 37 persone, nata da un gruppo di amici che ha studiato alla Carnegie Mellon, università privata di Pittsburgh. Si basa su un’idea di business molto semplice: rendere il più possibile accoglienti gli spazi virtuali in cui si incontrano gli utenti in tempi di pandemia. “Il nostro lavoro è lo stesso di un arredatore che cerca di creare ambienti caldi in locali come ristoranti, club, palestre e bar, dove gli ospiti devono sentirsi accolti confortevolmente”, spiega Wang, che, con il denaro fresco in arrivo, punta ad assumere altri giovani ingegneri e sviluppatori.
Come tante altre storie di successo, anche quella dei fondatori di Gather passa per una sconfitta. Prima di creare l’app, avevano infatti puntato su dispositivi indossabili che mettevano in contatto con altri utenti. L’esperimento, però, non aveva funzionato.
L’audio dei videogiochi
Per raggiungere questo obiettivo, come ha spiegato Wang al sito TechCrunch, Gather ha attinto a piene mani dal mondo dei videogiochi. Una delle tecnologie più accattivanti per gli ospiti è quella che offre un “audio spaziale” per dare la sensazione agli utenti di sentire la voce di qualcuno più forte quando si avvicina e più debole quando si allontana, come accade in alcuni videogiochi sparatutto. Wang ricorda di aver sviluppato internamente questa tecnologia, poiché sul mercato non ha trovato “nulla di davvero soddisfacente”.
Il modello di business di Gather
Per attirare nuovi utenti, Gather cerca di allargare la loro esperienza online e offrire un coinvolgimento più continuativo rispetto ai party temporanei. Così gli uffici in cui si lavora virtualmente si sono arricchiti di lampade da scrivania di design e piante. L’ideale, per i fondatori, è seguire gli stessi team di lavoro anche fuori dai loro uffici, per entrare in altri eventi di svago o di formazione. Un’idea che, molto prima della pandemia, era alla base della piattaforma di vita virtuale Second Life.
Wang, in passato, si è sempre tenuto lontano da investitori di venture capital, che avrebbero potuto influenzare negativamente le scelte della startup. Almeno fino al giorno in cui ha incontrato Shaun Maguire. Con lui, gli ex studenti della Carnegie Mellon hanno trovato un immediato feeling e hanno accettato i finanziamenti. Hanno seguito, cioè, l’esempio di Unity, piattaforma per videogiochi di cui Wang è un grande estimatore, finanziata proprio da Sequoia Capital.
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