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I super-ricchi d’America pagano (quasi) zero tasse

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Questo articolo di Sarah Hansen è apparso su Forbes.com

Gli Stati Uniti vivono un momento storico in cui le questioni della distribuzione disuguale della ricchezza e degli ultra-ricchi che evitano di pagare le tasse sono centrali nel dibattito politico di Washington. Ora una nuova analisi, condotta da ProPublica su documenti fiscali personali ottenuti da fonti confidenziali, relativi a un periodo di oltre 15 anni, dimostra che le persone più ricche d’America hanno pagato ben poco – o, in alcuni casi, niente – in fatto di imposte federali sul reddito.

Gli elementi chiave

Una famiglia americana media, che guadagna circa 70mila dollari all’anno, paga imposte federali annue pari al 14%. ProPublica ha scoperto che i 25 americani più ricchi (secondo le stime di Forbes) hanno pagato una “aliquota reale” pari ad appena il 3,4% sulle nuove ricchezze accumulate tra il 2014 e il 2018, pari a 401 miliardi di dollari.

La “aliquota reale” di ProPublica è un nuovo parametro – di certo destinato a fare discutere – per misurare quante tasse un individuo ha pagato in ciascun anno fiscale, in rapporto all’incremento patrimoniale stimato da Forbes per quello stesso periodo. Ciò significa che ProPublica conteggia anche i guadagni da capitale non ancora concretizzati, che, in base alle normative statunitensi, non sono tassati.

Secondo l’analisi di ProPublica, l’investitore miliardario Warren Buffett, sostenitore di un innalzamento delle tasse per i ricchi, ha visto la sua fortuna crescere di oltre 24 miliardi di dollari tra il 2014 e il 2018 e ha pagato un’imposta reale dello 0,10%. Il numero riflette il fatto che Buffett ha dichiarato guadagni per soli 125 milioni durante quel periodo, compie generose donazioni in beneficenza e (poiché corrisponde a se stesso un salario minimo) la maggior parte delle sue entrate sono sotto forma di guadagni da capitale, per i quali le tasse sono più basse.

Il fondatore e amministratore delegato di Amazon, Jeff Bezos, ha pagato un’imposta reale dello 0,98% tra il 2014 e il 2018. Un periodo durante il quale il suo patrimonio è cresciuto dell’incredibile cifra di 99 miliardi di dollari. Bezos ha dichiarato guadagni per appena 4,22 miliardi di dollari durante quegli anni.

Elon Musk, il miliardario amministratore delegato di Tesla, ha visto la sua fortuna lievitare di 13,9 miliardi di dollari tra il 2014 e il 2018. In quel lasso di tempo ha dichiarato guadagni per 1,52 miliardi e ha pagato un’aliquota reale del 3,27%.

Un fatto sorprendente

ProPublica ha scoperto che Bezos non ha pagato imposte federali sul reddito nel 2007, nonostante, in quell’anno, la sua fortuna sia cresciuta di 3,8 miliardi di dollari. Ciò è accaduto, secondo l’analisi, perché è riuscito a compensare i 46 milioni di dollari di entrate dichiarate con le perdite legate a investimenti e le deduzioni su debiti e altre spese. ProPublica ha rilevato anche che Musk non ha pagato imposte sul reddito nel 2018.

Il numero

175 miliardi di dollari all’anno. Secondo uno studio di marzo, è questo il contributo annuale dei principali contribuenti americani (il primo 1%) al tax gap, cioè la differenza tra le tasse federali legalmente dovute e quelle effettivamente riscosse. La ricerca stima che quell’1% di contribuenti non paghi le tasse sul 20% delle sue entrate. Va sottolineato, tuttavia, che il rapporto di ProPublica non afferma che quei miliardari hanno infranto la legge e calcola l’imposta reale non sul reddito, ma sulla ricchezza. Una quantità che, per i super-ricchi, è molto più grande, perché i guadagni da capitale non sono tassati.

Che cosa aspettarsi

Per finanziare il suo piano da 1.800 miliardi di dollari per le famiglie americane – un ambizioso programma di investimenti pensato per incrementare drasticamente gli investimenti nell’istruzione, nell’assistenza ai bambini e nei congedi familiari e per malattia -, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha proposto una serie di aumenti delle tasse per gli americani più ricchi. Biden vuole convogliare più denaro verso l’Internal Revenue Service (l’equivalente statunitense dell’Agenzia delle entrate), in modo che possa rafforzare il processo di riscossione e l’esame dei conti dei più ricchi. Gli aumenti delle tasse proposti da Biden includono un incremento dell’imposta sul reddito dal 37 al 39,6%. Il presidente intende anche tassare i guadagni da capitale e i dividendi allo stesso livello del reddito (che, come detto, è più alto) per le famiglie che guadagnano più di un milione di dollari all’anno.

Biden vuole anche eliminare lo “step-up” in vigore sui guadagni da capitale trasmessi agli eredi per cifre superiori a un milione di dollari (nel caso di individui) o a 2 milioni di dollari (per le coppie): somme che, al momento, non sono tassate. Oggi, lo “step-up” implica che tutti i guadagni di capitale non concretizzati spettanti a un ricco appena morto non vengono mai tassati.

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