Articolo tratto dal numero di settembre 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
Ha arredato l’ufficio di Bernard Arnault, il secondo uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato di 188 miliardi di dollari, e firmato gli interni di ambasciate, studi di architettura e hotel prestigiosi, luoghi d’arte in giro per il mondo e addirittura governi. In punta di piedi, la Mascheroni, azienda manifatturiera nata nel 1973 a Cabiate, in Brianza, ha raggiunto i vertici dei vertici. E se il suo nome suona poco familiare, è giusto così. Perché in oltre 47 anni, non ha mai investito né in pubblicità né in reparto commerciale.
Tutto il suo successo – silenzioso, eppure risonante – viene, semplicemente, dal passaparola. Difficile immaginare qualcosa di più squisitamente elegante. “Abbiamo sempre pensato che i nostri prodotti fossero la miglior pubblicità e i nostri clienti il miglior reparto commerciale. Credo che dietro alla nostra fortuna si nasconda il fatto di aver saputo fin da subito cosa fare e come farlo”, racconta Silvio Mascheroni, figlio del fondatore Piero, attualmente responsabile della comunicazione e art director dell’azienda. Nata come manifattura di imbottiti in pelle di pregio – il primo amore, ancora oggi cuore della produzione – l’azienda ha ampliato la gamma di prodotti con arredi per l’ufficio, tavoli, sedie e scrivanie, aprendosi anche al su misura. Ai pezzi storici, negli anni, ha affiancato linee più contemporanee e leggere senza cambiare la propria vocazione al lusso sottile, altissimo, mai ostentato.
Oggi, la Mascheroni è una delle poche ditte che controlla direttamente l’intero ciclo produttivo, dalla scelta delle materie prime fino alla produzione, passando per i servizi personalizzati. La selezione dei pellami e dei legni si basa esclusivamente sul criterio dell’eccellenza, mentre le lavorazioni riflettono un’arte che segue i ritmi lenti delle mani. Qui, alle pelli comunemente usate nel settore manifatturiero dello spessore di circa 1.1-1.2 mm vengono preferite pelli dallo spessore anche doppio o triplo, che garantiscono lunga vita al prodotto. Cuoietto vegetale, nubuck, pelli naturali e cuoio vengono trattati e cuciti con maestria nel rispetto della loro storia.
“La filosofia di Mascheroni è sempre rimasta fedele a due punti: la qualità e il tempo. Qualità per noi significa far realizzare ogni prodotto a un solo artigiano. Questo deriva dall’idea che un oggetto abbia meno anima quante più sono le persone che partecipano alla sua creazione. Per noi è davvero così. I clienti sentono la presenza dell’artigiano che ha forgiato quell’oggetto, ne percepiscono le emozioni. Noi dobbiamo tutto ai nostri maestri artigiani. Sono il nostro vanto, i custodi di saperi preziosi che interpretano conoscenze e creano sogni”.
Ad oggi, l’azienda impiega 20 persone tra artigiani e falegnami. “Ogni lavoratore che si avvicina alla pensione affianca per due-tre anni l’apprendista che prenderà il suo posto, in modo da riuscire a passargli tutto il suo bagaglio di esperienza. Il tempo è per noi un dogma: ci prendiamo tutto il tempo necessario per fare bene le cose, con cura, senza passare per le vie più veloci”. Ha sempre cercato la complessità, i dettagli e le lavorazioni più complicate, cercando di creare prodotti che durassero a lungo. “Per produrre la scrivania Prior ci impieghiamo addirittura due mesi, per questo ne produciamo solo dieci all’anno. Del resto, non ci interessano i grandi numeri: ci basta sapere che ogni oggetto che esce dal nostro laboratorio rappresenta la massima espressione di qualità e cura dei dettagli”.
Un amore, quello per l’arte e la manifattura, che si esprime – oltre che nell’impegno nella preservazione del patrimonio artistico italiano con il finanziamento dei restauri di opere del Canova, l’organizzazione di premi d’arte, il sostegno alla Libreria Bocca e il supporto al Fai – anche nella volontà di rappresentare, più che il settore del design, quello dell’alto artigianato.
“Anche se partecipiamo al Salone del Mobile da circa 40 anni, l’unico designer dell’azienda è sempre rimasto Piero Mascheroni, mio padre. Tutto ciò che produciamo nasce dall’esperienza, dalle mani e dal know-how di chi lo produce. Il nostro obiettivo è unire l’alto artigianato allo stile che ci contraddistingue, riconoscibile nelle geometrie tonde e sensuali che dialogano contrapponendo materiali naturali come il marmo, il legno e soprattutto la pelle. Materiali che vivono, mutano e invecchiano, arricchendosi continuamente di nuove suggestioni”. Uno stile apprezzato dalle élite di tutto il mondo, che non ha conosciuto crisi neanche durante il 2020. “Siamo sorpresi dei risultati raggiunti negli ultimi mesi. Ma al di là del fatturato, la nostra pagella sono i clienti. Le persone che si rivolgono a noi non cercano il brand famoso, vogliono qualcosa che sia unico e di primissimo livello, con cui distinguersi”.
E se sono tantissimi i progetti su misura realizzati per personalità celebri in vari settori – “vedere la foto di Bernard Arnault seduto sulla nostra poltrona rimbalzare sui giornali di tutto il mondo è stato per noi un enorme orgoglio, una medaglia” – sono pochissimi, però, quelli che possono essere svelati per questioni di privacy. Ma nell’attitudine low profile dell’azienda, non importa. “La soddisfazione più grande? Quando un cliente che ha acquistato un divano vent’anni fa ci chiede di rifare l’imbottitura dei cuscini perché non vuole cambiarlo. Questo, per noi, è il vero significato della sostenibilità”.
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