La classifica 2020 rifletteva come le aziende avevano risposto all’emergenza sanitaria. Su quella di quest’anno incide il modo in cui hanno saputo adeguarsi a un mercato del lavoro rivoluzionato dalla pandemia. Sono state così premiate, per esempio, iniziative come quella di Target, gigante statunitense della grande distribuzione, che ha deciso di rinunciare alle abituali assunzioni in vista delle feste di fine anno per investire sull’attuale personale: maggiore flessibilità, 2 dollari all’ora in più per chi lavora nei festivi e nei fine settimana, e un piano da 200 milioni di dollari in 4 anni per permettere ai dipendenti di seguire corsi universitari. Abbastanza per far schizzare l’azienda, come scrive Forbes.com, dal 142esimo al 25esimo posto nella classifica dei migliori datori di lavoro al mondo.
Forbes ha pubblicato oggi, mercoledì 13 ottobre, la lista 2021, stilata in collaborazione con la società di ricerca Statista. Una graduatoria basata su interviste anonime a 150mila dipendenti a tempo pieno e part time di multinazionali e istituzioni. “È stato chiesto a coloro che hanno partecipato alla rilevazione”, spiega Forbes.com, “di valutare quanto raccomanderebbero i loro datori di lavoro ad amici e familiari” e di “giudicare quali altri aziende nel loro settore si distinguono in positivo o in negativo”. In particolare, gli intervistati hanno assegnato voti su aspetti come immagine, impronta economica, capacità di sviluppare i talenti, parità di genere e responsabilità sociale.
La classifica comprende le 750 aziende che hanno ottenuto i punteggi più alti. E vede una presenza italiana in netta crescita rispetto al 2020.
Quali sono i migliori datori di lavoro al mondo
Le prime posizioni sono dominate dall’industria della tecnologia: Samsung si conferma al comando per il secondo anno consecutivo, seguita da Ibm e Microsoft. Scende dal podio Amazon, che, come scrive Forbes, ha ricevuto di recente “accuse di discriminazione razziale e nei confronti delle donne incinte, oltre che di disuguaglianze nella retribuzione”. A permetterle di restare in alto, al quarto posto, sono iniziative come i 13 affinity group, associazioni di dipendenti accomunati da interessi o scopi comuni. Oppure l’impegno a investire 1,2 miliardi di dollari entro il 2025 per aiutare a laurearsi 750mila lavoratori, a partire da gennaio.
La piena adozione del lavoro da remoto ha invece permesso a Dell, che già era passata a un modello ibrido molto prima del Covid, di salire dal 12esimo al settimo posto. Il chief human resources officer della società ha detto a Forbes che il cambiamento ha portato a “un migliore bilanciamento tra vita e lavoro, maggiore coinvolgimento e maggiore produttività”.
L’unica azienda non tecnologica nelle prime dieci posizioni è Bmw, che è anche la prima europea. Il podio continentale è tutto tedesco ed è completato da Adidas (14esima in totale) e Siemens (15esima). Gli Stati Uniti sono il paese più rappresentato, con 236 società. Seguono la Germania, con 91, e la Cina, con 57.
La classifica dei primi 20 datori di lavoro al mondo
Di seguito la lista dei migliori datori di lavoro al mondo secondo Forbes:
- Samsung (Corea del Sud)
- Ibm (Stati Uniti)
- Microsoft (Stati Uniti)
- Amazon (Stati Uniti)
- Apple (Stati Uniti)
- Alphabet (Stati Uniti)
- Dell technologies (Stati Uniti)
- Huawei (Cina)
- Adobe (Stati Uniti)
- Bmw group (Germania)
- Costco Wholesale (Stati Uniti)
- Coca-Cola (Stati Uniti)
- Cisco systems (Stati Uniti)
- Adidas (Germania)
- Siemens (Germania)
- Southwest airlines (Stati Uniti)
- Airbus (Paesi Bassi)
- Dr. Oetker (Germania)
- Dassault Systèmes (Francia)
- Delta air lines (Stati Uniti)
Qui la classifica completa dei 750 migliori datori di lavoro al mondo.
I migliori in Italia
In classifica ci sono anche 24 aziende italiane: ben nove in più rispetto alla lista dello scorso anno. Davanti a tutte c’è Ferrari, 28esima nel mondo e decima in Europa, salita di 23 posizioni rispetto al 2020. Un risultato che conferma quello dell’Employer brand research pubblicata a maggio da Randstad: tre italiani su quattro sognano di lavorare a Maranello, per motivi che vanno dall’equilibrio tra vita professionale e privata alla retribuzione, fino alla sicurezza del posto, all’atmosfera di lavoro e alla reputazione del marchio.
La presenza italiana nelle prime 100 posizioni passa da una a quattro aziende. Se lo scorso anno c’era solo Ferrari, quest’anno compaiono infatti anche De’ Longhi (34esima), Terna (55esima) e Armani (85esima). Tra le prime 200 ci sono otto aziende del nostro Paese, contro le tre di 12 mesi fa.
Tutte le aziende italiane in classifica
Di seguito tutte le aziende italiane in classifica:
- Ferrari (#28)
- De’ Longhi (#34)
- Terna (#55)
- Armani (#85)
- Pirelli (#118)
- Prada (#124)
- Artsana (#133)
- Enel (#182)
- Mapei (#221)
- Calzedonia (#233)
- Gruppo Tim (#238)
- Grimaldi group (#251)
- Snam (#320)
- Menarini group (#328)
- Ferrovie dello Stato italiane (#329)
- Alpitour (#333)
- Eni (#507)
- Max Mara fashion group (#513)
- Generali group (#593)
- Eurospin Italia (#612)
- A2a (#636)
- Leonardo (#685)
- Cir group (#690)
- Safilo group (#691)
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