In principio fu Halloween, prima vera festa d’importazione a imporsi nella cultura italiana. Non solo il nome non è più una novità, ma ormai nessuno si sorprende che il giorno dei morti a ottobre sia divenuto occasione per spingere il consumo del comparto dolci. Meno rumore lo fa il crescente successo del St. Patrick’s Day, la festa dedicata al patrono di Irlanda San Patrizio, che si celebra il 17 marzo.
È in effetti quasi inevitabile che in un mondo globalizzato come il nostro ci siano questo tipo di contaminazioni e vista l’enorme comunità americana di origine irlandese, il nome di San Patrizio è entrato a far parte di un bagaglio culturale comune come il Giorno del Ringraziamento o il Columbus Day.
L’altro motivo per cui si sente parlare di questa festività d’oltremanica è di natura commerciale: data la stretta associazione tra Irlanda e birra, il St. Patrick’s Day è diventato l’occasione per i grandi gruppi birrai di Dublino per incentivare le vendite, organizzando serate a tema nei moltissimi Irish Pub. Nessuna forzatura della tradizione visto che i segni distintivi della celebrazione paiono proprio vestirsi di verde e bere con gli amici.
Ma l’Irlanda non è solo sinonimo di birra visto che il Santo Patrono viene legato a un altro prodotto ovvero il whiskey: il celebre distillato di cereali è nato infatti qui prima che in Scozia.
All’inizio del 1800, l’Irlanda era il più grande mercato di alcolici del Regno Unito. Nel 1823, Dublino aveva le cinque distillerie più grandi del Paese e gli abitanti dell’Isola di Smeraldo si vantavano nel 1880 di vendere 5 volte rispetto ai cugini scozzesi. Il successo cominciò a decrescere con l’inizio del nuovo secolo: la Guerra d’Indipendenza irlandese di inizio ‘900 e la successiva guerra civile, uniti al proibizionismo negli Stati Uniti, limitarono il mercato. All’inizio del XX secolo la Scozia aveva largamente superato l’Irlanda in termini produttivi. Il crollo portò negli anni ‘60 a una moria di distillerie, così le poche rimaste decisero di coalizzarsi, e tre di queste si riunirono sotto il nome di Irish Distillers, spostando le produzioni nella contea di Cork. Nel 1972 c’erano solo 2 distillerie, La New Midleton Distillery e la Old Bushmills Distillery, entrambe di proprietà della Irish Distillers.
Oggi però la situazione è ben diversa: l’Irlanda è tornata a essere terra di distillazione, con un fiorire di microdistillerie di livello che eccellono non solo nel whiskey, ma anche in produzione di gin e vodka.
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Teeling
Se dovessimo individuare la scintilla che ha dato il via alla rinascita del distillato in Irlanda, sicuramente potremmo trovarla in Teeling. Si tratta di una famiglia dedita alla distillazione fin dal 1782 costretta alla chiusura dalla crisi economica. Ma il brand è tornato alla ribalta in tempi recenti, grazie alla nuova distilleria sorta nel Golden Triangle di Dublino nel 2015. Le release della distilleria sono molteplici, ed è chiaro l’intento di rilanciare l’immagine dell’Irish whiskey sperimentando con invecchiamenti diversi. Esemplari sono il Teeling Single Grain e il Teeling Single Malt. La fama della distilleria si è diffusa quando il Vintage Reserve 24 Yo Single Malt ha vinto alla World whiskies Awards 2019 il titolo di miglior Single Malt al mondo, superando i temibili scozzesi. C’è anche un pizzico d’italianità in questa storia di successo, visto che i nuovi alambicchi di Teeling provengono da Frilli, azienda storica di Monteriggioni.
Upperhand Gin
Passiamo a un gin capace di rappresentare un l’italianità anche in Irlanda: si tratta del distillato italo-irlandese “Upperhand Gin”. Anche qui all’origine vi è una storia di famiglia, quella dei Lafferty’s, negli spirits dal 1800. La svolta è arrivata solamente nel 2017, quando la toscana Claudia Gamberucci e il marito veneto Alberto “Bert” Borin hanno lanciato il loro prodotto sul mercato. Spirito dal DNA irlandese e dal cuore mediterraneo, Upperhand è un gin balsamico con una spiccata nota di aneto e basilico al naso, che in bocca lascia spazio a ginepro e limone con aneto e basilico rinfrescando il palato.
Ballykeefe Potato Irish Vodka
L’umile patata, con il suo posto speciale nella storia e nel folklore irlandese, è anche un ingrediente apprezzato nella vodka di miglior qualità. Quella della distilleria Ballykeefe ad esempio è distillata sei volte attraverso una colonna in rame fatta su misura, per ottenere un prodotto super premium di purezza impeccabile. Non a caso è stata negli anni premiata come miglior Vodka Irlandese all’Irish Whiskey Awards 2018.
Waterford Distillery
Nel 2014 la Renegade Spirits guidata da Mark Reynier, ha acquistato un sito dedicato alla produzione della birra Guinness, trasformandolo nella distilleria Waterford, e ha iniziato a produrre whiskey nel 2015.
Di questa distilleria si è già parlato molto perché è una delle prime ad aver integrato la filiera produttiva, dando il via a una vera e propia “farm distillery”. L’attenzione per l’orzo è maniacale e il cereale arriva da 86 fattorie, che lo coltivano su 19 differenti tipi di terreno. In distilleria ogni lotto di cereali viene triturato, fermentato e distillato secondo un preciso calendario che rispetta i giorni di raccolta e la dimensione dei lotti di produzione di ciascun agricoltore. La fermentazione dura almeno cinque giorni, diversa in tempi/temperature per ogni lotto di cereali e per ogni annata di produzione, rendendo tracciabile la storia di ogni singola bottiglia.
Gunpowder Irish Gin
Molte distillerie sono nate per produrre whiskey, ma visto che il minimo di invecchiamento è di tre anni, c’è chi per guadagnare nell’attesa si è messo a distillare gin. Curioso il caso di Gunpowder Irish Gin di The Shed Distillery, azienda che si trova in una delle zone più isolate e incontaminate dell’Irlanda. Un gin diventato un vero caso di successo: distillato artigianalmente in alambicchi di rame in stile medievale, che unisce botaniche irlandesi a botaniche orientali. Da pochissimo è uscito anche il primo whiskey della distilleria. Un successo tale da essere poi diventato apripista per altre referenze tra cui “Gunpowder Irish Gin Sardinian Citrus”, con agrumi di Sardegna.
The Whistler – Marsala Cask
The Whistler è un omaggio all’Irlanda, paese nel quale le storie e le leggende venivano tramandate attraverso le canzoni e gli stessi motivi erano fischiati per accompagnare le ore di lavoro. The Whistler Mosaic invecchiato in botti che hanno contenuto Marsala ha un design di ispirazione siciliana fin dall’etichetta. Dopo 15 mesi in botte italiana il risultato è un bellissimo whisky in cui spicca pesca, albicocche, arance e un tocco di miele. Imbottigliato al 46% di gradazione alcolica.
Ballykeefe Sloe Gin
Questo distillato è ottenuto dalla macerazione nel gin dei frutti del prugnolo. La ricetta e il metodo di produzione sono ammantati di folklore in questo tipico liquore dalle inconfondibili note di prugna, con sentori di cannella e ribes. Ideale da bere nei cocktail nelle calde giornate d’estate oppure al bicchiere durante i rigori della stagione fredda. Vincitore della Medaglia d’oro al World Liqueur Awards 2019.
Temple Bar
Anche il celeberrimo Temple Bar di Dublino è un longevo produttore di whiskey. Lo storico pub, aperto nel 1840 dalla famiglia Cleary come shop di spirits e vino, inizia a distillare già nel 1920. Il suo Single Malt 15 Yo, un’edizione limitata e numerata, realizzata per commemorare i 175 anni del locale ha saputo incuriosire anche fuori dall’Irlanda e ha conquistato nel 2018 l’oro ai World Wiskies Awards, come Best Irish Single Malt.
Five Farms Irish Cream
Five Farms Irish Cream è realizzata con la più ricca crema di latte, morbida e intensa. Il clima mite e le abbondanti piogge nella Contea di Cork si traducono in fertili terreni dove i bovini trascorrono le loro giornate pascolando sull’erba sulle coste dell’oceano Atlantico. Sicuramente è la crema whisky in commercio con la filiera di produzione più corta. Il latte usato per creare questa tradizionale crema è apportato da cinque fattorie selezionate a conduzione familiare. La contea di Cork ospita anche la secolare tradizione di distillare il whiskey, ed è proprio lo spirito nobile ad aggiungere profondità alla dolcezza della crema. Five Farms infatti contiene una quantità maggiore di Whisky irlandese rispetto agli altri marchi sul mercato, distinguendosi nella categoria e consentendo un’intensità di sapore e calore di whisky davvero unica nel suo genere.
Writer‘s Tears
A cavallo fra il 19esimo e il 20esimo secolo l‘Irlanda ha dato i natali ad alcuni dei più importanti scrittori e artisti al mondo, come Oscar Wilde, James Joyce e Bram Stoker. Molti di questi scrittori si rifugiavano nei pub per trarre ispirazione osservando la vita di tutti i giorni e sorseggiando il loro whiskey preferito. È a quel periodo che vuol tornare Walsh Whiskey, proprietaria di Writer‘s Tears. Ogni anno viene presentata un’edizione limitata di circa 1500 bottiglie e l’edizione 2021 è un whiskey intenso con aromi di pepe nero, zenzero e butterscotch. Un prodotto perfetto per festeggiare San Patrizio, gustando le note tostate, con sentori di biscotto, cioccolato fondente e vaniglia
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