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Crollano abbonati e titolo in Borsa. E Netflix pensa alla pubblicità

L’effetto pandemia è ufficialmente finito. E Netflix non cresce più, anzi perde pezzi. O meglio, perde abbonati per la prima volta dal 2011 e pensa a ridefinire il suo business. Guardando a un ‘nemico’ che ha più volte cercato di allontanare, ma che adesso può diventare una spinta necessaria, anche in virtù del sovraffollamento dei competitor: la pubblicità.

Netflix pensa alla pubblicità

“Chi segue Netflix sa che sono contro la complessità del mercato pubblicitario e che sono un fan della semplicità degli abbonamenti. Tuttavia sono anche un grande sostenitore delle scelte dei consumatori. E ritengo sensato permettere a quanti di loro vorrebbero abbonamenti a prezzi più bassi e accettano la pubblicità di ottenere questa soluzione”, ha dichiarato lo stesso Reed Hasting, co-ceo di Netflix, come riporta la Cnbc. Un vero e proprio cambio di rotta che, peraltro, è stato già testato con risultati positivi da alcuni competitor. “È abbastanza chiaro che sta funzionando per Hulu. La Disney lo sta facendo e l’ha fatto anche Hbo”, ha detto Hastings. “Non credo, quindi, che ci sono ulteriori dubbi sul fatto che funzioni”.

E se ci vorrà almeno un anno per mettere a punto un ‘abbonamento pubblicitario’ ad hoc, nel breve termine Netflix ha un obiettivo ben preciso per far crescere le proprie entrate, che nel primo trimestre del 2022 sono andate incontro a un “rallentamento considerevole”: migliorare il proprio servizio di streaming e, soprattutto, monetizzare nel modo più efficace possibile gli abbonamenti che prevedono la condivisione multifamiliare. Che per il colosso dello streaming sta risultando un vero e proprio cruccio. Dato che sono oltre 100 milioni le famiglie che godono di questa possibilità.

“Per noi sono una grande opportunità, poiché queste famiglie stanno già guardando Netflix e si stanno godendo il nostro servizio. La condivisione probabilmente ha contribuito ad alimentare la nostra crescita… però hanno creato confusione su quando e come Netflix può essere condiviso con altre famiglie”, ha dichiarato la società nella lettera agli azionisti. Aggiungendo che “già all’inizio dello scorso anno abbiamo iniziato a testare diversi approcci per monetizzare la condivisione. A marzo, per esempio, abbiamo introdotto due nuove funzionalità di condivisione a pagamento, in cui gli attuali membri hanno la possibilità di pagare per famiglie aggiuntive, in tre mercati in America Latina”.

I principali dati della trimestrale di Netflix

Se l’obiettivo principale è quello di mantenere il margine operativo intorno al 20%, contestualmente Netflix nel primo trimestre del 2022 ha riportato 200mila abbonati in meno (adesso sono 221,6 milioni). A pesare la decisione a inizi marzo di sospendere il servizio in Russia a causa della guerra in Ucraina, che ha provocato la perdita di 700mila abbonati. “Senza questo impatto avremmo avuto 500mila clienti aggiuntivi rispetto all’ultimo trimestre”, ha aggiunto la società. Che ha anche posto l’accento sull’aumento sempre più importante della concorrenza, su tutti Amazon, Disney e Apple.

E se il fatturato si è attestato a 7,9 miliardi di dollari, comunque in crescita del 10% rispetto al corrispettivo del 2021, tuttavia l’utile netto, pari a 1,6 miliardi di euro, è stato inferiore a quanto registrato nel primo trimestre del 2021, quando si attestava a 1,7 miliardi di euro. A turbare gli animi degli investitori sono però le prospettive per il futuro. In particolare per il prossimo trimestre, per il quale la società si aspetta un calo di altri 2 milioni di abbonati. Non è un caso, quindi, se nel premarket il titolo Netflix è previsto in calo a Wall Street di oltre il 25%.

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