Il settore agricolo è in ginocchio. La crisi bellica ha bloccato l’approvvigionamento dei fertilizzanti di sintesi prodotti dai paesi coinvolti. The Circle, la più estesa azienda agricola acquaponica del continente europeo, lancia una proposta che può aiutare nel breve ma soprattutto proporre un’alternativa stabile nel lungo termine: i pesci possono sostituire i fertilizzanti chimici. Un passaggio auspicabile per un’agricoltura più green (risparmio consistente di acqua e diminuzione delle emissioni inquinanti, anche se certo non facilmente gestibile in condizioni di emergenza come quelle attuali).
Nel 2021 l’Italia ha importato 65 milioni di euro di fertilizzanti dalla Russia, 20 milioni dalla Bielorussia e 55 milioni dall’Ucraina. Ma dal 4 marzo scorso il Ministero del Commercio di Mosca ha dichiarato uno stop alla loro esportazione, il 13% del totale mondiale, sostenendo “l’impossibilità di garantire i trasporti a causa delle sanzioni occidentali”. L’Unione Europea ha perso così da un giorno all’altro i tre fornitori principali di concimi chimici. Le conseguenze? Un generalizzato aumento dei prezzi che mette in ginocchio l’intero settore agricolo continentale. Le conseguenze a lungo termine potrebbero essere ancora più disastrose: non sono mancati, infatti, i primi razionamenti sugli scaffali per olio di semi di girasole, farina e zucchero proprio a ridosso delle semine primaverili necessarie all’Italia per garantire la produzione di mais, girasole e soia e di quelle autunnali per i cereali.
L’utilizzo dei pesci in agricoltura: l’alternativa green ai fertilizzanti
Secondo la strategia proposta da The Circle i pesci possono sostituire i concimi chimici in agricoltura e il loro utilizzo nel settore potrebbe essere una delle soluzioni possibili per il futuro del settore e del nostro pianeta. Vediamo come.
La Commissione Europea sta incentivando una soluzione agricola che riceve sempre più finanziamenti da parte di venture capital e fondi d’investimento. Questa modalità pone al centro della propria tecnologia l’utilizzo del materiale organico prodotto dai pesci come sostituto dei diserbanti e dei fertilizzanti di sintesi. Si chiama acquaponica. Questa tecnica innovativa prevede la combinazione di due tecnologie per la produzione di cibo: la coltivazione fuori suolo e l’acquacoltura. L’acqua contenuta all’interno di vasche, infatti, costituisce il cuore del sistema di coltivazione acquaponico.
I pesci d’acqua dolce allevati nei bacini acquaponici artificiali, solitamente carpe koi o tilapie, producono sostanze di scarto e ammoniaca sotto forma di escrementi in base alla tipologia di mangimi e alla densità di popolazione della specie, i cui valori fondamentali vengono costantemente monitorati da appositi sensori di controllo. L’acqua contaminata dal materiale organico prodotto dai pesci viene prelevata dalle vasche grazie a una pompa e portata verso un biofiltro che ospita una popolazione di batteri in grado di scindere le molecole di ammoniaca in nitriti e nitrati di azoto, che è poi il nutriente principale per la coltivazione delle piante.
Una volta passata attraverso il biofiltro, l’acqua, ricca di nutrienti, viene portata alle piante per irrigarle dall’alto verso il basso in modo da permettere alle radici di assorbire i nutrienti necessari e, contemporaneamente, di purificare l’acqua in eccesso che tornerà nelle vasche dei pesci permettendone la crescita.
Risparmio di acqua e di immissioni inquinanti: il segreto del business di The Circle
Secondo The Circle l’utilizzo dei pesci in agricoltura consente il risparmio di 135 litri di acqua per kg di prodotto, di 33.000 kg/anno di CO2 non immessa in atmosfera e la riduzione di oltre il 90% di immissioni inquinanti con un abbattimento, inoltre, del lavoro usurante per l’operatore agricolo. “Il principio alla base della nostra tecnologia è che in natura non esistono scarti, è tutto un riciclo” spiega Thomas Marino, cofounder di The Circle. “Una soluzione alla crisi che il settore agricolo sta affrontando esiste, così come gli incentivi da parte dell’Unione Europea per implementarla: l’acquaponica”.
Prima azienda agricola acquaponica italiana, The Circle nasce nel 2017 a Roma da un’intuizione di Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e Thomas Marino, quattro giovani imprenditori classe 1992 che, nell’acquaponica, hanno intravisto la fattibilità di un business che contribuisca a diminuire l’impatto ambientale. L’azienda è proprietaria del più grande impianto acquaponico del continente europeo, esteso su 5000 metri quadri. Varietà di piante ed erbe di altissima qualità e pregiate, pesti, oli e sali aromatizzati hanno attirato l’attenzione di alcuni dei maggiori player del settore ristorazione e decretato l’ingresso dei prodotti lavorati nella grande distribuzione grazie alla partnership con Gruppo CR – Conad. A sostenere The Circle ci sono Regione Lazio, Bricofer, Gruppo CR, famiglia Brachetti Peretti e De Marinis.
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